Città Alta, Casa Suardi è pronta: «Qui è custodita la storia di Bergamo»

IL RESTAURO. Per recuperare l’edificio quindici mesi di lavori e 2 milioni di euro del Pnrr. «Con la Biblioteca Mai si crea così un polo culturale». L’approfondimento di due pagine su L’Eco di Bergamo di sabato 24 febbraio.

La sala per la consultazione vale, da sola, una visita al palazzo. Pavimento in parquet, stucchi e affreschi alle pareti, un lampadario in gocce di cristallo, tavoli e luci essenziali nella loro modernità, una vista impagabile su Piazza Vecchia e la Biblioteca Civica Angelo Mai. Trasloco finito a Casa Suardi, ci sono volute quattro settimane per trasferire dalla Mai l’intera documentazione dell’archivio storico comunale, l’archivio degli architetti «celebri» della città e alcuni fondi iconografici. Si lavora in vista dell’inaugurazione, fra tre settimane, quando la «Casa di Bergamo», come l’ha ribattezzata la direttrice della Biblioteca Mai Cristiana Iommi, sarà pronta a mostrarsi ai bergamaschi. «Qui c’è la storia della città» dice Iommi guardando fuori dalle finestre del secondo piano, che danno su Palazzo della Ragione. Come darle torto. Un palazzo nel cuore di Bergamo Alta, affacciato su Piazza Vecchia, che custodisce la storia della città, dal 1100 al 1950, anno più anno meno.

Archivi in mostra

All’ingresso dell’edificio campeggia ancora la scritta «Università degli studi di Bergamo». L’ateneo se n’è andato da tempo. Scampato il pericolo dell’alienazione, il palazzo – sottoposto a un restauro conservativo e dotato di moderni sistemi di sicurezza e anti-incendio – è ora diventato parte integrante della Biblioteca Mai. Al primo piano, quello accessibile al pubblico, oltre alla sala lettura ci sono gli spazi espositivi: l’ampio corridoio e una sala dotati di teche in vetro dove sarà esposto materiale a rotazione. «Metteremo in mostra le nostre collezioni – spiega la direttrice –, un modo per valorizzare e promuovere il patrimonio della biblioteca». Nella «sala delle cassettiere» ci sono gli archivi donati dai familiari degli architetti Angelini, Gambirasio, Pizzigoni e parte del fondo Quarenghi (che in prevalenza è conservato alla Mai): disegni, fotografie, lucidi, planimetrie, plastici. «Carte, appunti, disegni che daranno vita ad attività di ricerca – continua Iommi – anche con la collaborazione dell’Università di Bergamo e del Politecnico di Milano, perché – non va dimenticato – alla base della tutela di un patrimonio c’è la ricerca». Accanto la stanza dove vengono digitalizzati i progetti del Pnrr e il laboratorio di restauro dove un gruppo di giovani con disabilità, seguito da un restauratore e un’educatrice, si occupa della «cura dei volumi».

Al secondo piano i depositi. L’ascensore non ci arriva, l’accesso è consentito solo agli archivisti. Ci fa da guida Francesca Giupponi, referente per Casa Suardi e gli archivi storici comunali. «Questo è il cuore di Casa Suardi», dice aprendo la porta della stanza arredata con alti scaffali zeppi di fascicoli e faldoni, pergamene e manoscritti. Un tuffo nel passato più remoto. Tra i documenti più antichi, un diploma del Barbarossa che accorda a Bergamo il permesso di battere moneta e una pergamena del 1428, atto di dedizione della città di Bergamo a Venezia. Documenti che testimoniano secoli di storia, sino alla fine del Settecento. E che arrivano sino alle vicende post unitarie e, oltre, fino al secondo dopoguerra. Centinaia di faldoni per decine di voci: strade, proprietà comunali, funzionari pubblici, acqua, sanità, licenze edilizie. Spiccano tra i tanti i documenti sul «Risanamento di Città Alta, anno 1940», una pagina memorabile per il centro storico di Bergamo. E poi la sala della cartografia storica del Comune, caratterizzata da decine di inconfondibili custodie tubolari.

Il trasferimento di tutto questo materiale ha imposto una nuova organizzazione degli spazi e delle collezioni anche all’interno della Mai, dove si lavora, di concerto con la Soprintendenza, per svuotare l’ex chiesa di San Michele all’Arco, già deposito della biblioteca e ora luogo di conservazione dei periodici. «Con l’apertura di Casa Suardi e la futura riqualificazione di San Michele si è realizzato un polo culturale di grande valore che ruota intorno alla Mai – commenta l’assessore alla Cultura, Nadia Ghisalberti – e che per documentazione archivistica e bibliografica è uno dei maggiori d’Italia. Un polo che mette a disposizione di cittadini, ricercatori e studiosi la storia di Bergamo. Senza dimenticare l’intervento portato a termine alla biblioteca Tiraboschi, con la sistemazione del padiglione dell’ex mercato ortofrutticolo – continua Ghisalberti –. Interventi che dimostrano da parte dell’amministrazione comunale una grande attenzione alle biblioteche e al loro ruolo».

Cantiere da 2 milioni

Il cantiere di Casa Suardi, aperto nel luglio del 2022, si è chiuso lo scorso ottobre. Il recupero dell’edificio, finanziato con il Pnrr, è costato poco meno di 2 milioni di euro. Tre giorni di iniziative, previste a metà marzo, darà ai bergamaschi la possibilità di vedere da vicino il lavoro fatto. «Con la conclusione dei lavori di Casa Suardi, un edificio che l’amministrazione Tentorio pensava in passato di vendere – commenta l’assessore alla Riqualificazione urbana, Francesco Valesini – si inaugura nella piazza più rilevante di Bergamo una nuova funzione culturale come quella dell’Archivio storico, che rappresenta non solo un importante luogo di conservazione della nostra memoria comune ma un ulteriore estensione e rafforzamento della stessa biblioteca Mai». L’augurio di Valesini – che non risparmia una nota polemica in riferimento alle polemiche sulle installazioni dei «Maestri del Paesaggio» in Piazza Vecchia – «è che questo risultato venga accolto con lo stesso interesse e coinvolgimento con i quali si è spesso dibattuto di più effimeri e limitati eventi che hanno riguardato questa importante parte della nostra città».

Approfondisci l'argomento su L'Eco di Bergamo del 24 febbraio

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