Consumi dimezzati per le luci stradali. «Ma con i rincari dell’energia la spesa resta uguale»

Il paradosso. Tra lavori di efficientamento e passaggi ad Anas, giù i kilowattora sulle strade della Provincia di Bergamo. Il prezzo però è esploso.

A guardare il bicchiere mezzo pieno, si può dire «menomale che almeno si son fatti i lavori di efficientamento». Ma il paradosso che la Provincia sta attraversando sul fronte delle bollette rende bene l’idea di quanto siano impazziti i prezzi per l’energia. Il capitolo è quello dell’illuminazione pubblica lungo la rete stradale di competenza, dove Via Tasso registra una netta diminuzione dei consumi, nel 2022, rispetto all’anno precedente: i kilowatt sono in sostanza dimezzati. Ciononostante, secondo le previsioni, a dicembre la bolletta sarà più o meno identica a quella dello scorso anno. Colpa, ovviamente, dell’aumento del costo dell’energia: «Siamo passati dai 56 euro al megawattora del dicembre 2020, ai 286 euro del 2021, fino ai 550 del 2022», riassume il presidente, Pasquale Gandolfi.

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A ridurre l’impiego di energia, da parte della Provincia, per l’illuminazione delle strade provinciali hanno contribuito due fattori: da un lato il passaggio di alcune arterie (con le importanti gallerie che vi si trovano), all’Anas. Passaggio formalmente avvenuto a metà 2021, ma quello dei contatori ha richiesto qualche mese in più, ragione per cui la Provincia ha comunque continuato fino a fine anno a pagare le bollette: «Ora abbiamo chiesto lo storno di quei mesi», puntualizza il presidente. L’altro elemento che ha cambiato lo scenario è la conclusione dei lavori del progetto Faber, che ha permesso di riqualificare il 78% dei punti luce in gestione alla Provincia, con l’introduzione di apparecchi a led di ultima generazione e un risparmio energetico minimo garantito del 67%.

È così che dagli 8 milioni di kilowattora consumati nel 2021, si è passati nel periodo gennaio-agosto di quest’anno a 2 milioni di kilowattora. «La proiezione è di consumare entro fine anno altri due milioni di kilowattora, perché i mesi autunnali e invernali sono quelli in cui gli impianti stanno accesi più a lungo», aggiunge Gandolfi. Ergo, il calcolo è di arrivare a fine anno a quattro milioni di kilowatt: esattamente la metà rispetto al 2021.

Un maxi-risparmio che però, sui conti, non si vedrà: a fronte dei 2 milioni di 270mila euro spesi nel 2021, per quest’anno la stima è di arrivare a fine anno a 2,3 milioni. Praticamente la stessa cifra, per effetto appunto dell’aumento dei costi.

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Gli impianti innovati hanno però anche il vantaggio di permettere la ricerca di qualche ulteriore margine di risparmio: «Laddove abbiamo i led – spiega il presidente della Provincia – stiamo sperimentando una politica di riduzione del 10% della potenza delle luci. Il risultato visivo, per l’utente della strada, cambia poco, perché i led hanno un impatto luminoso molto maggiore, e nel contempo si riesce a ottenere un risparmio energetico ed economico». Di spegnimenti selettivi, invece, non se ne parla: «È una questione di sicurezza, non ci penso proprio. Ho provato quei 15 giorni nell’autunno del 2014, mi è bastato». Il riferimento è a quando otto anni fa la Provincia, a causa della crisi nei conti, arrivò alla decisione di spegnere le luci sui tratti rettilinei di alcune strade di sua competenza, tra cui l’Asse interurbano.

Spostandoci dalle strade alle scuole, si conferma l’impennata delle bollette per gli edifici degli istituti superiori: per l’energia elettrica si prevede di passare dai 2.270.000 euro del 2021, a circa 3,5 milioni sul 2022, mentre per il metano si andrà dai 3,3 milioni dell’anno scorso ai 5,9 di quest’anno. In tutto, circa 4 milioni in più. «E per fortuna, grazie alla convenzione stipulata con Consip, abbiamo i prezzi bloccati a giugno 2022 – aggiunge Gandolfi – e quindi, se non altro, non dovremmo subire gli ulteriori aumenti previsti per la parte finale dell’anno».

Tra rincari in bolletta e minori entrate da Ipt e Rc Auto, comunque, il nodo dei conti da chiudere rimane, eccome. Proprio nei giorni scorsi, in Consiglio provinciale, Gandolfi ha ricordato come anche applicando l’intero avanzo di amministrazione, il possibile «passivo» oggi si attesta sui due milioni di euro.

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