Convento ex Celestini a Bergamo, c’è il via libera all’acquisto del Politecnico delle Arti

LA DECISIONE. Dai ministeri è arrivato il sì per la compravendita del complesso che sarà sede dei corsi. Confermati dal Mur i 9,5 milioni per la ristrutturazione. Il presidente Berta: «Entro fine anno l’atto definitivo».

«Inizio a vedere l’azzurro». Giorgio Berta non si riferisce alla luce che inonda il suo studio ma al cielo sopra il Politecnico delle Arti che si schiarisce. E anche se la prudenza è d’obbligo in vicende tanto complesse, il presidente dell’istituto di alta formazione Afam (che accorpa Conservatorio e Accademia delle Belle Arti) è finalmente incline all’ottimismo.

Il via libera dei ministeri

L’operazione per l’acquisto degli ex Celestini si è sbloccata e il convento (ora delle suore Sacramentine) potrebbe cambiare proprietà entro l’anno, per diventare, dopo gli opportuni lavori, la nuova sede dei corsi musicali e artistici. «Il contributo del Mur di 9,5 milioni di euro per la ristrutturazione è stato confermato e il Mef ha dato l’autorizzazione per procedere all’acquisto del complesso», Berta aggiorna la situazione. L’impasse romano - che vedeva anche un rimpallo tra i ministeri su scadenze e procedure - è stato quindi superato e ora la strada per portare a casa la nuova sede non dovrebbe incontrare altri ostacoli. «È un’operazione che abbiamo seguito moltissimo e in cui abbiamo sempre creduto nonostante la complessità – commenta Berta –. Per la buona riuscita devo ringraziare anche il mondo politico, dall’onorevole Alessandra Gallone alla sindaca Elena Carnevali, che si è impegnato in modo bipartisan e non ha mai fatto mancare il suo appoggio».

Ora si entra nella fase operativa. «Stiamo definendo gli ultimi aspetti economico-finanziari con Cassa depositi e prestiti – spiega il presidente del Politecnico –, la nostra intenzione è chiudere l’operazione entro fine anno». I passaggi sono già tracciati: da qui a fine mese la sottoscrizione del primo contratto e dopo i 60 giorni stabiliti per legge per consentire allo Stato di esercitare l’eventuale diritto di prelazione si arriverà al secondo contratto, che oltre all’acquisto stabilirà anche il trasferimento della proprietà. A quel punto si arriverebbe all’atto definitivo entro il 2025.. Le interlocuzioni per individuare la stazione appaltante (cioè l’ente che dovrà gestire il cantiere) sono in corso. Si sta tastando il terreno con Comune, Provincia, Provveditorato regionale e anche Università, per verificare chi potrebbe giocare la palla.

I conti dell’operazione tornano

Anche sotto il profilo dei conti, il quadro torna. L’acquisto degli ex Celestini si aggira sui 7 milioni di euro. «Cinque li metterà Cassa depositi e prestiti e due il Politecnico, fondi che abbiamo già. I revisori, proprio in questi giorni, hanno dato via libera al Bilancio non rilevando alcuna criticità», osserva Berta. I 9,5 milioni del Mur sono invece vincolati alla parte di ristrutturazione del complesso, «e verranno erogati a uno stato avanzato dei lavori». Il costo complessivo e la durata non sono ancora stati messi nero su bianco, anche se una scadenza incombe: «Entro il 2028 gli spazi dovranno essere pronti, perché scade il contratto d’affitto dell’attuale sede del Conservatorio, in via Palazzolo», fa presente Berta.

Le destinazioni

Fin qui, infatti, si era parlato di trasferire agli ex Celestini solo il Conservatorio, ma la destinazione pare essere non ancora così univoca. «In fase di progettazione esecutiva capiremo meglio come organizzare gli spazi e quali saranno le destinazioni – precisa Berta –. Ci sarà anche un confronto interno con gli insegnanti per capire meglio quali saranno le necessità. Resta il fatto che i Celestini saranno una sede bella, non banale».

Per l’Accademia delle Belle Arti, invece, attualmente insediata in una proprietà del Comune, lascito del conte Carrara e data in comodato al Politecnico, si ventilava un possibile trasferimento negli spazi dell’attuale Gamec (che dal 2026 traslocherà a sua volta nell’ex Palazzetto dello sport di via Pitentino). «Ma non se n’è mai parlato ufficialmente – precisa il presidente –. Se ci dovesse essere qualche disponibilità da parte del Comune, potremmo prendere in considerazione la possibilità anche di un utilizzo solo parziale degli spazi Gamec».

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