Delitto Colleoni, si apre il processo: chiesta perizia per il figlio Francesco

Giovedì 3 giugno in Corte d’Assise la prima udienza per l’omicidio di Franco Colleoni, ristoratore ed ex segretario bergamasco della Lega, ucciso il 2 gennaio scorso nel cortile del suo ristorante a Brembo di Dalmine. A processo il secondogenito, 34 anni: accusa e difesa hanno chiesto la perizia psichiatrica per valutare se al momento del fatto era capace di intendere e di volere. Il Tribunale si è riservato.

Si è aperto nella mattinata di giovedì 3 giugno, davanti alla Corte d’assise di Bergamo, il processo che vede imputato per omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela Francesco Colleoni, 34 anni, secondogenito di Franco Colleoni, ucciso il 2 gennaio nel cortile del suo ristorante «Il Carroccio» in via Sertorio a Brembo. Francesco, cuoco del ristorante, secondo l’accusa, al culmine di una lite con il padre gli avrebbe sbattuto la testa contro un cordolo di pietra. Il gip a metà maggio aveva disposto il giudizio immediato e oggi si è aperto il dibattimento. Nella prima udienza davanti alla Corte presieduta dal giudice Giovanni Petillo, sia l’accusa che la difesa hanno chiesto una perizia psichiatrica per verificare se il 34enne – presente in aula – fosse capace di intendere e di volere al momento del fatto. Il Tribunale si è riservato di valutare, all’esito del dibattimento, se questo accertamento sarà necessario. La prossima udienza si terrà il 17 giugno.

Franco Colleoni, ristoratore ed ex segretario della sezione bergamasca della Lega Nord (fu anche assessore provinciale tra il 1995 e il 1999), aveva 68 anni. Il delitto si è consumato la mattina del 2 gennaio nel cortile della cascina che ospita il ristorante e le abitazioni della famiglia Colleoni. Un omicidio che, per quanto ricostruito dai carabinieri di Treviglio e Bergamo, è maturato al termine di una lite fra padre e figlio. Franco Colleoni, in vista della riapertura del locale, stava controllando che tutto fosse a posto. Notando alcuni lampioncini rotti nel cortile, il 68enne si era lamentato con il figlio. Ne era scaturito un litigio. Il giovane ricorda che il padre gli si era avvicinato minaccioso e gli aveva rifilato una manata sul volto. Da quel momento in poi nella sua mente è subentrato un blackout che gli impedisce di ricordare.

Dalla ricostruzione di medico legale e carabinieri del Ris, il 34enne avrebbe reagito scatenando la sua furia. Secondo l’accusa, avrebbe gettato a terra il padre e ne avrebbe ripetutamente sbattuto il capo sul cordolo del vialetto del ristorante. La stanza dell’ex esponente leghista era a soqquadro: gli inquirenti pensano che si sia trattato di una messinscena del figlio per simulare un furto da parte di estranei che, scoperti a rubare da Franco Colleoni, l’avrebbero ucciso. Francesco era però stato tradito da una foto. Ai carabinieri che gli chiedevano conto di un’abrasione sulla guancia, aveva detto che se l’era procurata tagliando legna nei giorni precedenti. Ma in un’immagine scattata col cellulare dalla madre la mattina stessa, la ferita sul volto del 34enne non compariva. Sicché Francesco aveva ammesso di aver litigato col padre. Il 34enne si è sempre detto dispiaciuto per quello che è accaduto.

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