Omicidio di via Novelli, il 19enne al gip: «Ho agito per paura». Arresto convalidato, resta in cella

È durato oltre due ore e mezzo l’interrogatorio di convalida del 19enne Alessandro Patelli: il giovane ha riconfermato la sua versione, avrebbe agito per paura. In ospedale eseguita anche l’autopsia sul corpo di Marwen Tayari, ucciso con sei coltellate domenica 8 agosto in via Novelli.

Convalidato l’arresto di Alessandro Patelli, che resta in carcere per l’omicidio di domenica scorsa in via Novelli. Questa la decisione del gip dopo l’interrogatorio di convalida tenutosi nella mattinata di mercoledì 11 agosto. Il giovane ha deciso di parlare e di rispondere al gip Beatrice Parati, durante l’interrogatorio durato oltre 2 ore e mezza. Il 19enne, accusato di aver ucciso a coltellate il 34enne tunisino Marwen Tayari, ha confermato la sua prima versione: si sarebbe sentito minacciato, e avrebbe agito per paura. Il giovane ha anche confermato che era già in possesso del coltello e che non sarebbe quindi salito in casa per prenderlo . All’interrogatorio, che si è tenuto in tribunale a Bergamo, era presente anche il pm Paolo Mandurino. Il legale di Patelli, l’avvocato Enrico Pelillo, aveva chiesto gli arresti domiciliari. In serata è arrivata la decisione del giudice che ha convalidato l’arresto e confermato la misura della custodia in carcere.

Nella mattinata anche l’autopsia sul corpo di Marwen Tayari: ad eseguirla il medico legale Matteo Marchesi . Gli avvocati della famiglia del tunisino, Gino Salvatori e Bahija Afouzar del Foro di Roma, e quello della compagna Eleonora Turco, Sofia Pedrinelli del Foro di Bergamo, non hanno nominato consulenti di parte, mentre l’avvocato Pelillo ha incaricato Giancarlo Borra come esperto per partecipare all’esame. Non si prevedono grosse sorprese dall’esame sul corpo del corpo, durato dalle 11.30 alle 13 circa di mercoledì 11 agosto.

Domenica pomeriggio il medico legale, nell’esame esterno della salma, aveva individuato sei coltellate inferte «in sedi anatomiche plurime e distanti tra loro» che denotano un’«azione lesiva articolata in più fasi». Secondo l’analisi di domenica Tayari è stato colpito da tre coltellate potenzialmente letali: una alla giugulare, una al torace all’altezza del cuore, una alla coscia sinistra che ha reciso un’arteria. Le altre non hanno raggiunto organi vitali, due sono a una spalla. Il coltello a farfalla utilizzato per colpirlo, con lama lunga una decina di centimetri, è stato sequestrato nell’immediatezza dell’arresto del ragazzo. Il tunisino è stato accoltellato nel momento in cui è caduto a terra, trascinato da Patelli, a cui il tunisino aveva fatto lo sgambetto.

Le testimonianze raccolte dalla moglie del pregiudicato, dalla figlia e dal senzatetto che ha assistito alla scena vanno tutte nella stessa direzione: dicono che Tayari si è alzato barcollando, ha raccolto da terra la bottiglia di birra che aveva posato prima dell’aggressione e ha fatto qualche passo prima di stramazzare a terra, rompendola, sui gradini del palazzo al civico 4B.

Nella sua richiesta di custodia cautelare in carcere, il pm parla della morte sopraggiunta in un brevissimo lasso di tempo. È morto tra le braccia della moglie e sotto gli occhi della figlia di 12 anni, mentre il senzatetto ha tentato di tamponargli le ferite e un ragazzo di passaggio gli ha praticato il massaggio cardiaco. Tutto inutile, per Tayari non c’è stato nulla da fare. Patelli invece non aveva ferite, a parte qualche escoriazione dovuta alla caduta sull’asfalto.

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