«Destiniamo ai profughi dell’Ucraina due appartamenti confiscati alle mafie»

L’idea Sono 11 gli immobili in città sottratti al crimine organizzato. A Palazzo Frizzoni ospite il sindaco di Casal di Principe: «Giovani, scegliete sempre la legalità».

La memoria e l’impegno. Il ricordo delle vittime innocenti di mafia, la cui Giornata nazionale si è celebrata ieri in tutta Italia e anche a Bergamo, si declina nel dare concretezza ai valori della legalità. E quindi col «riscatto»: così, per esempio, due appartamenti confiscati alla criminalità organizzata – e ubicati in città – potrebbero presto essere adibiti per dare accoglienza temporanea a profughi ucraini. «È un tema su cui stiamo lavorando, abbiamo già fatto un sopralluogo – spiega Marzia Marchesi, assessore alla Legalità del Comune di Bergamo -. Proprio nei mesi scorsi avevamo approvato un regolamento per la gestione dei beni confiscati, un lavoro che diventa prezioso anche in questa fase».

«Ci vuole coraggio e determinazione, una scelta di campo – sottolinea Natale -: serve una carica ideale e amore per la propria terra. Ma la mafia è un fenomeno nazionale, il radicamento c’è anche al Nord»

Undici gli immobili confiscati alla criminalità organizzata

Gli ultimi dati indicano che in città sono in totale 11 gli immobili confiscati alla criminalità organizzata (6 appartamenti, 4 box e un altro immobile non specificato), attualmente ancora in gestione all’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati. L’interlocuzione degli uffici di Palazzo Frizzoni è però costante, e rafforzata dalla possibilità di trasformare questi spazi in risorsa anche per l’emergenza dei profughi. In tutta la Bergamasca sono invece 162 gli immobili confiscati (50 già «destinati» a istituzioni ed enti locali, 112 ancora in capo all’Agenzia); proprio il Pnrr, tra l’altro, prevede dei fondi per il recupero di questi immobili: i Comuni possono presentare progetti e documentazione sino al 31 marzo, può essere un’occasione anche per il territorio orobico.

27 a Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Lunedì appunto anche Bergamo ha celebrato la 27 Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. In mattinata a Palazzo Frizzoni il «Consiglio comunale dei ragazzi» ha incontrato Renato Natale, sindaco di Casal di Principe da decenni impegnato per la legalità in una terra difficile. «Ci vuole coraggio e determinazione, una scelta di campo – sottolinea Natale -: serve una carica ideale e amore per la propria terra. Ma la mafia è un fenomeno nazionale, il radicamento c’è anche al Nord». Ferruccio Rota, presidente del Consiglio comunale di Bergamo, ha esortato i giovani a «essere cittadini che scelgano ogni giorno la legalità». Particolare attenzione è stata dedicata alla figura di don Giuseppe Diana, sacerdote di Casal di Principe assassinato dalla camorra il 19 marzo 1994: «È fondamentale raccontare queste vite e offrire le testimonianze di chi ha lottato contro le mafie», rimarca Sergio Gandi, vicesindaco di Bergamo. «Anche nel nostro territorio le mafie sono radicate – avverte Marzia Marchesi -: dobbiamo essere cittadini attenti, con la memoria come dovere sociale». All’iniziativa ha collaborato l’associazione Libera, che nel 1995 ha ideato la Giornata: «La mafia stragista sa essere anche mafia affarista, anche al Nord», spiega Carmen Cortinovis. Gli studenti delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado della città hanno poi presentato i propri lavori sul tema; alle 18, al Mutuo Soccorso, sono stati infine letti gli oltre mille nomi delle vittime innocenti delle mafie.

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