Effetto Olimpiadi in città: «Prenotazioni in crescita e indotto di 3,3 milioni»

L’EVENTO. Si riempiranno 8 camere su 10 nelle due settimane di competizioni. Sanchez: «Benefici sulla ricettività». Federalberghi: volano per il territorio.

La marcia di avvicinamento segna ormai soltanto 75 giorni al via. Anche Bergamo si prepara alle Olimpiadi di Milano e Cortina 2026. Due settimane di competizioni, dal 6 febbraio, in cui è previsto l’arrivo di circa 2 milioni di visitatori tra Lombardia, Veneto e Trentino. La febbre olimpica inizia a salire anche fuori dagli impianti: ad oggi negli alberghi le prenotazioni delle camere – secondo Visit Bergamo – stanno registrando una crescita del 30-40% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Lo scorso febbraio gli hotel arrivarono a riempirsi per circa il 75%, quest’anno le richieste sono iniziate in anticipo e secondo Confcommercio si riempiranno in media fino all’80% con tante strutture, soprattutto in città, che registreranno il tutto esaurito.

Il settore dell’accoglienza si avvia verso un picco di richieste in un periodo, quello successivo alle festività, che fino a qualche anno fa segnava il minimo storico della stagione. Il 2026 andrà ancora meglio proprio grazie alla spinta dei Giochi: la stima di Confcommercio parla di un maggiore indotto per il settore del turismo e del commercio intorno ai 3,3 milioni di euro.

A confermare le previsioni è l’amministratore delegato di Visit Bergamo, Christophe Sanchez, che osserva come il trend sia già evidente ben prima dell’accensione del braciere olimpico. «Dal punto di vista dell’occupazione delle camere – spiega – registriamo un aumento delle prenotazioni tra il 30 e il 40% rispetto al 2024. L’effetto Olimpiadi esiste e lo vedremo riflettersi soprattutto sulla ricettività».

Ricadute anche sul commercio

Una crescita che, secondo Sanchez, non si fermerà alle camere d’albergo ma che potrebbe allargarsi ad altri comparti: «Probabilmente i benefici si estenderanno anche alla ristorazione e ci auguriamo che coinvolgano anche il commercio». La prospettiva, quindi, è quella di un impatto diffuso, anche se con differenze territoriali. In città l’ondata di richieste si farà sentire con maggiore intensità, complice la vicinanza con Milano e i collegamenti con l’aeroporto, mentre nel resto della provincia l’effetto potrebbe essere più graduale ma comunque significativo». Nonostante l’entusiasmo, Sanchez mantiene un approccio piuttosto realistico: «Non saremo protagonisti dell’evento - chiarisce - ma un territorio di supporto. Il nostro sarà un ruolo di servizio, e lo faremo al meglio». Un modo per ricordare che Bergamo non ospiterà gare né villaggi olimpici, ma potrà comunque intercettare flussi, soprattutto di chi preferirà alloggiare fuori dal cuore degli eventi per ragioni di praticità o di costi.

L’esperienza dell’anno di Capitale della Cultura

In questo senso, la capacità di accoglienza maturata negli ultimi anni, insieme alla visibilità internazionale conquistata con la Capitale della Cultura, rappresenta un vantaggio non trascurabile. Su una linea simile si inserisce la riflessione di Alessandro Capozzi, presidente di Federalberghi Bergamo. «La nostra provincia non rientra tra quelle che ospiteranno le Olimpiadi, previste a Verona, Milano e in Valtellina - dice -. Tuttavia la posizione strategica lungo l’asse Verona–Milano e la presenza dell’aeroporto ci rendono una destinazione naturale di transito per i turisti diretti verso i poli olimpici». Un ruolo che Bergamo ha già dimostrato di saper interpretare in occasione di fiere, concerti e grandi manifestazioni sportive, quando la combinazione tra tariffe meno elevate e saturazione delle strutture milanesi spinge parte dei visitatori a cercare soluzioni alternative.

In vista del 2026 lo schema potrebbe ripetersi, anche se con numeri ancora da consolidare. «Dal nostro osservatorio - dice Capozzi - le prenotazioni legate alle Olimpiadi sono ora ancora timide». Una prudenza comprensibile, vista la tendenza dei grandi eventi a concentrare le richieste anche nelle settimane immediatamente precedenti. L’orizzonte resta comunque quello di un indotto stimato in circa 3,3 milioni di euro, generato dai flussi che si sommeranno al turismo tradizionale nei settori dell’ospitalità, della ristorazione e del commercio. Un’attenzione particolare è rivolta alle valli. Se il movimento olimpico dovesse allargarsi oltre la città, l’effetto potrebbe trasformarsi in un’occasione preziosa per gli alberghi e i rifugi dell’entroterra, spingendo nuovi visitatori alla scoperta di borghi, piste e sentieri meno battuti.

«Pronti a fare la nostra parte»

Capozzi guarda avanti con fiducia: «Siamo certi che le nostre strutture sapranno distinguersi per accoglienza e tariffe competitive, trasformando questo appuntamento in un volano turistico anche per gli anni successivi». Una scommessa che non si esaurisce con il passaggio della fiamma olimpica, ma che punta a consolidare Bergamo come destinazione capace di intercettare non solo flussi straordinari ma anche un turismo più consapevole, desideroso di fermarsi oltre una notte e vivere il territorio, oltre l’evento.

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