Evasione a Bergamo, scovati altri 139mila euro: «Ma al Comune va solo la metà»

NEL 2024. Continua l’attività di recupero. Bergamo negli ultimi 15 anni quarta per miglior risultato. L’assessore Gandi: «Incomprensibile la scelta del governo di riconoscere il 50% e non più il 100%».

L’attività ormai è consolidata: nel 2023 il Comune di Bergamo ha scovato altri 139.454 euro frutto di evasione fiscale, incassando nel 2024 una cifra pari a 69.727 euro come contributo per il contrasto a questi illeciti. Perché questa forbice? Perché da un paio di anni, per via di un cambio della normativa nazionale, agli enti locali viene riconosciuto solo il 50% di quanto è stato individuato l’anno precedente, con conseguente sforbiciata alle entrate.

Bergamo tra le città che incamera di più

Al di là di questi cavilli, Bergamo resta tra le città che incamerano di più da queste attività di controllo: stando all’analisi nazionale condotta dalla Uil sulla base dei dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, Bergamo nel 2024 si è piazzata al nono posto tra i capoluoghi italiani col maggior gettito, e al terzo in Lombardia dopo Milano con 398mila euro e Brescia con 94mila. Sul lungo periodo ha fatto ancora meglio: stando alle elaborazioni di Palazzo Frizzoni sulla base dei dati di settore, nel periodo 2009-2024 Bergamo è stato infatti il quarto Comune d’Italia con il miglior risultato (circa 5,4 milioni), superato solo da Milano (14,1 milioni di euro), Genova (10,1 milioni di euro) e Torino (7,3 milioni di euro).

In anni recenti, però, le entrate da questa voce di bilancio sono diminuite. L’anno record è stato il 2015, quando Bergamo ha incamerato quasi 1,2 milioni di euro, prima di una progressiva discesa: nel 2022 si è scesi sotto i 100mila euro (il contributo incamerato fu di 98.766 euro), nel 2023 la flessione è stata ancora maggiore (52.483 euro a bilancio), fino al piccolo rimbalzo del 2024 (appunto quasi 70mila euro).

La traiettoria di calo ha una prima spiegazione, apparentemente paradossale ma in realtà concreta: più si fa lotta all’evasione fiscale e più diventa fisiologico che negli anni successivi questo tipo di entrate diminuiscano. Perché? Una volta scovati i «furbetti», tendenzialmente, la posizione di queste persone diventa regolare e dunque ci sono meno evasori (e quindi la «pesca» diventa meno ricca).

Il «taglio» del governo

Ma c’è anche un motivo normativo varato in questa legislatura. Tra il 2013 e il 2022 ai Comuni è stato trasferito il 100% dell’evasione accertata. In altri termini, facendo un esempio pratico: se un Comune nell’anno X ha scoperto un’evasione fiscale pari a 100mila euro, l’anno seguente lo Stato gli trasferiva quei 100mila euro, l’intero gruzzolo individuato grazie a queste procedure. Da un paio di anni, invece, viene riconosciuto solo il 50% di quanto recuperato (l’altra metà resta allo Stato), e di conseguenza le entrate dei municipi si assottigliano.

Un tema su cui interviene Sergio Gandi, vicesindaco e assessore al Bilancio, che lancia una stoccata a Roma: «Sarebbe opportuno che l’importo recuperato andasse integralmente ai Comuni, come è stato in altri anni, e non al 50%, una scelta incomprensibile di questo governo». Per poi allargare lo sguardo ai numeri: «Il Comune di Bergamo si conferma virtuoso nel recupero dell’evasione e negli ultimi 15 anni è risultato quarto per importo complessivo e primo per importo pro capite». Se infatti si divide il gettito maturato tra il 2009 e il 2024 per il numero di abitanti, a Bergamo è stato introitato l’equivalente di 42,77 euro per ogni residente: per fare un paragone, Prato – seconda località in questa graduatoria – ha incassato 24,26 euro (e 4,7 milioni di euro in valori assoluti).

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