
(Foto di Foto Agazzi)
IL PROGETTO. Tramonta l’ipotesi del supermarket Conad. La proprietà: «Vincoli urbanistici e troppa burocrazia». L’assessore Valesini: «Non è così, le norme sono state semplificate».
L’intonaco scrostato della facciata sembra scoprire lo scheletro sempre più fragile di un edificio che per cent’anni ha contribuito a fare la storia culturale della città. Nelle vetrine che un tempo ospitavano le locandine di film e spettacoli si intravede ancora, sbiadito ma riconoscibile, il vecchio logo di BergamoScienza, che qui ha tenuto i suoi incontri nelle prime edizioni. Poco più in là, anche le lettere della targa di largo Belotti sono ormai quasi illeggibili. Frammenti di un passato che si sta dissolvendo, testimonianze di una memoria che il tempo sta offuscando.
Vent’anni di abbandono ha trasformato uno dei centri culturali più vivaci del Novecento orobico in un triste buco nero in centro città. Dopo i fasti del passato l'edificio attende ancora di conoscere il suo destino, che ad oggi appare fortemente incerto.
Sono passati 20 anni da quel maggio del 2005 quando, dopo un secolo di spettacoli e proiezioni, lo schermo del cinema teatro Nuovo si spense per l’ultima volta. Da allora, un lungo periodo di abbandono - ma anche di idee, progetti, ipotesi mai concretizzate - ha trasformato uno dei centri culturali più vivaci del ’900 orobico in un triste buco nero in centro città. L’edificio attende ancora di conoscere il suo destino. Un futuro che resta più che mai incerto, soprattutto dopo che è tramontata anche la trattativa con Conad, arrivata qualche anno fa a un passo dalla realizzazione.
Una cosa è certa: qualunque sia la nuova destinazione, non potrà ricalcare quella di un tempo. Negli anni si è parlato anche di farne un teatro alternativo al Donizetti, capace di ospitare anche gli uffici dell’assessorato alla Cultura. Un progetto naufragato come tanti altri. La matassa è intricata; da una parte c’è la proprietà, una variegata compagine composta da molti soci, dall’altra il Comune e l’operatore commerciale che più di tutti è stato vicino a chiudere l’accordo per il rilancio della struttura. Posizioni contrapposte, che non lasciano intravvedere il minimo spiraglio di luce in fondo al tunnel. «Non ci sono novità – spiega l’avvocato Giorgio Nosari, a nome della proprietà –. Qualsiasi ipotesi richiede un parere preventivo da parte del Comune, ma l’iter è complesso: ogni richiesta deve essere accompagnata da un progetto e da una valutazione economica. Parliamo di passaggi burocratici che complicano la ristrutturazione e rendono difficile ogni intervento di sistemazione».
La proprietà: «Qualsiasi ipotesi richiede un parere preventivo da parte del Comune, ma l’iter è complesso: ogni richiesta deve essere accompagnata da un progetto e da una valutazione economica». Il Comune: « Il Comune ha fatto un importante lavoro di semplificazione delle norme e dei vincoli che esistevano in passato».
L’immobile, ricorda Nosari, non è mai stato in vendita: «Si è sempre parlato di ipotesi di locazione – puntualizza –. Tuttavia, tutte le trattative si sono interrotte a causa di ostacoli urbanistici e oneri troppo elevati. Non intendiamo rinunciare a un immobile centrale e di valore, ma è necessario pensare a una soluzione attuale e attrattiva». Di tutt’altra opinione Palafrizzoni: «Il Comune ha fatto un importante lavoro di semplificazione delle norme e dei vincoli che esistevano in passato e lo dimostrano le diverse trasformazioni edilizie che hanno riguardato il centro cittadino, come quella di Banca Intesa in via XX Settembre – chiarisce l’assessore alla Rigenerazione urbana Francesco Valesini –. La vicenda del cinema Nuovo riguarda la compagine proprietaria che coinvolge diversi gruppi familiari che, arrivati al dunque, non riescono mai a trovare un accordo sul da farsi. Lo dimostrano anche i titoli che nel tempo sono stati rilasciati e che dovevano portare all’avvio dei lavori».
L’impressione è che dopo il tramonto dell’accordo trovato con Conad, la situazione sia tornata al punto di partenza: «Avevamo sottoscritto un contratto preliminare di locazione con la proprietà ricevendo la massima collaborazione da parte del Comune, che ci ha agevolato anche nella questione del carico e scarico – spiega Daniel Pezzini, che ha seguito la vicenda per conto di Conad –. La proprietà ha più volte cambiato idea. Il contratto preliminare è stato rinnovato tre volte, ma gli impegni sono sempre stati disattesi. Ora non c’è più alcun tipo di interessamento. Per noi l’operazione è accantonata».
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