Ex Principe di Napoli, c’è il via libera della Soprintendenza al recupero

L’INTERVENTO . Entro un mese i permessi di costruire, i lavori previsti all’inizio del 2024. Ferretti Casa realizzerà alloggi in housing sociale, uffici, negozi e spazi per il quartiere.

È arrivato lunedì sui tavoli di Palazzo Frizzoni il parere favorevole della Soprintendenza all’intervento di riqualificazione dell’ex Principe di Napoli, palazzo storico nel cuore del borgo Pignolo. Come atteso rispetto ad un edificio con una tale stratificazione storico architettonica, qualche prescrizione è stata fornita da chi sovraintende la gestione dei beni culturali della città, ma il senso del progetto redatto dal Comune di Bergamo per far rivivere lo stabile non muterà. Da ex asilo (questa l’ultima destinazione, fino al 1983), il Principe di Napoli diventerà un contenitore per più di una funzione: alloggi in housing sociale «innovativo», uffici, botteghe, spazi per il quartiere. E con il placet della commissione paesaggio della Soprintendenza, ora si va spediti.

Gli uffici dovranno ora rilasciare i permessi di costruire, ci vorrà circa un mese. Poi il via al cantiere che dovrebbe partire nei primi mesi del 2024 e chiudersi tra un paio d’anni. Il Comune di Bergamo, proprietario dello stabile, non dovrà bandire alcuna gara per affidare i lavori perché ad eseguirli sarà la società Ferretti Casa (l’intervento si aggira intorno ai 3 milioni di euro). La riqualificazione del Principe di Napoli è stata tecnicamente definita «extra standard», un «plus» generato dall’operazione edilizia al Parco Ovest 2, avviata proprio dalla Ferretti.

Dopo anni di abbandono (con qualche uso transitorio e sperimentale al piano terra) si avvicina la rinascita di un edificio che è stato al centro del dibattito pubblico per lungo tempo. In sua difesa è sorto anche un Comitato che chiedeva alla Giunta Gori di salvarlo dalla vendita. L’ex asilo era stato infatti inserito nella lista delle alienazioni, poi depennato e salvato dall’operazione legata al Parco Ovest 2, nel 2020. Cercando di garantire una sostenibilità economica, l’amministrazione comunale ha previsto diverse destinazioni dalla vocazione sociale e pubblica, rispettando così il vincolo richiesto dal lascito del 1998 (quando veniva donato al Comune dall’«Asilo Principe di Napoli», ente equiparabile alle Ipab). Il contesto è delicato, non a caso le indagini storico archeologiche hanno prodotto un documento corposo, con 1.200 pagine di rilievi. Il nucleo più antico del Principe di Napoli risale al Seicento a cui si aggiunge un corpo di fabbrica ottocentesco e una piccola costruzione degli anni Sessanta che sarà demolita.

Il progetto ispirato a Cascina Cuccagna a Milano

La Giunta Gori si è ispirata alla cascina Cuccagna di Milano, struttura del XVII secolo, restaurata e riaperta al pubblico una decina di anni fa, oggi centro di cultura e partecipazione. Nel rinnovato Principe di Napoli sono previsti, al piano terra, spazi commerciali, a cui si aggiunge la possibilità di servizi comunali e un bar-ristorante. Al primo piano, appartamenti in housing sociale innovativo (il 10% di questa destinazione generata dal piano Parco Ovest 2 sarà realizzata in via Pignolo), oltre che a spazi per associazioni e realtà culturali. Il progetto prevede anche spazi di lettura e ristorazione nelle due corti che si collegano al Parco Marenzi dove è prevista l’apertura di un passaggio (su vicolo San Giovanni) così da creare un continuum con la pista ciclabile che collegherà il parco Suardi, i futuri orti di San Tomaso e ancora più in alto, l’attuale sede Gamec. Un progetto che inizia a prendere forma: il Comune di Bergamo sta selezionando le imprese che realizzeranno, entro la primavera il primo tratto di ciclabile nel parco, negli Orti (ceduti al Comune con l’operazione ex Canossiane) e la Gamec. Poi il secondo tratto, che include l’ex caserma Colleoni-Montelungo e il parco Marenzi.

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