Fuga dalle grandi città, la riscossa dei piccoli centri della Bergamasca

IL FENOMENO. Le «Terre alte» perdono residenti, ma ci sono le eccezioni. Roncola +22,3% in 10 anni, Piazzolo +4,8%. Tanti scelgono di cambiare vita.

Oltre i luoghi comuni ci sono i numeri. E, scavando tra le cifre e le prospettive, anche le valli consegnano uno squarcio d’ottimismo, legato in molti casi al fenomeno «fuga dalla città». Lo racconta il «Rapporto Montagna 2025» dell’Uncem, l’Unione nazionale comuni comunità enti montane: le aree interne hanno ancora un «richiamo». Tra il 2019 e il 2023, il saldo migratorio – inteso come la differenza tra chi ha preso lì residenza e chi invece s’è trasferito altrove – è stato positivo in tutte le aree interne bergamasche: la Valle Imagna ha maturato un saldo migratorio positivo pari a 32,18 residenti ogni mille abitanti, la Val Cavallina di 21,42 residenti ogni mille abitanti, l’Alto Sebino di 21,07, la Valle di Scalve di 21,01, l’alta Valle Seriana di 16,82, il comprensorio della Presolana di 14,27, la bassa-media Val Seriana di 13,89, la Val Brembana di 7,01.

Saldo migratorio positivo

«Il saldo migratorio – precisa Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem – va letto al netto del saldo naturale, cioè la differenza tra nuovi nati e decessi, che è invece negativo in tutta Italia, non solo nelle aree interne. E da questa prospettiva i dati sono interessanti: raccontano, soprattutto in Lombardia, di istituzioni solide come le Comunità montane». È questa la dimensione su cui ragionare: «I campanilismi sono un problema – riflette Bussone -: qualcuno dice di risolverli attraverso le fusioni, noi diciamo che si superano lavorando insieme all’interno di questi enti. Manteniamo le identità dei singoli comuni, ma sviluppiamo le sinergie delle Comunità montane».

Il tema della natalità

Il nodo di fondo, se si allarga lo sguardo agli ultimi dati Istat, è appunto quello della natalità. È così che il «bilancio» diventa spesso negativo: facendo di conto sul totale dei residenti, tra 2020 e 2025 la Val Brembana ha perso il 3,1% della popolazione, la Val di Scalve il 2,9%, la Val Seriana il 2%, mentre in controtendenza c’è la sola Valle Imagna col +1,1%; nel decennio è sempre la Valle Imagna a sorridere (+0,6% di residenti tra 2015 e 2025), mentre il deficit maggiore è tra Val Brembana (-6,5%) e Val di Scalve (-6,2%).

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