Fumo, allarme giovanissimi: «Si inizia sempre prima»

Il convegno Fronte comune di associazioni, istituzioni e strutture sanitarie per affrontare il problema: prevenire ed educare alla salute fin da scuola.

Fare rete contro il fumo. L’impegno del territorio bergamasco si concentra anche su questo fronte e aumenta gli sforzi in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, che cadrà martedì 31 maggio. Un problema sempre attuale, con nuovi segnali di rischio. «Si sta abbassando sempre più l’età in cui gli adolescenti iniziano a fumare», ha spiegato ieri la psicologa Valeria Perego in apertura del convegno «Il fumo uccide. Arrestalo» promosso da «Insieme si può. Insieme funziona», coordinamento di associazioni di volontariato (Lilt, Ailar, Aistom, Anvolt, Fincopp, Insieme con il Sole dentro contro il melanoma), e da Politerapica, centro medico di Seriate, con il supporto di istituzioni e strutture sanitarie bergamasche. Moderato da Pasquale Intini, direttore di Politerapica, l’incontro – tenuto nella Sala Lombardia dell’Ats di Bergamo – ha affiancato diverse prospettive.

«Sarebbe importante introdurre lo screening per il tumore polmonare: la mortalità si abbasserebbe del 20-25%»

A partire dai numeri: «Ogni anno in Italia – ha spiegato Lucia De Ponti, presidente della Lega italiana per la lotta contro i tumori di Bergamo – muoiono circa 90mila persone per danni correlati a patologie polmonari riconducibili al fumo. Ci spaventa la quantità di giovani che fumano». Giuseppe Chiesa, chirurgo toracico di Humanitas, si è focalizzato sulla principale patologia legata al fumo: «Nel mondo ogni anno 1,5 milioni di persone si ammalano di tumore del polmone: è il tumore con la più alta mortalità tra le patologie oncologiche, la sopravvivenza è del 16% tra gli uomini e del 23% tra le donne. Sarebbe importante introdurre lo screening per il tumore polmonare: la mortalità si abbasserebbe del 20-25%». Il fumo, ha ricordato l’oncologo Roberto Labianca, «è tra le cause anche dei tumori al cavo orale o alla vescica».

«Serve un’educazione alla salute che parli il linguaggio dei giovani e cerchi di lavorare in modo capillare con le scuole»

Altro tema, il fumo in gravidanza: «Un comportamento da combattere con vigore – ha ribadito Giuliana Rocca, direttore dell’Unità di Promozione della salute dell’Ats –, e per questo negli ultimi anni abbiamo avviato una specifica campagna». «Serve un’educazione alla salute che parli il linguaggio dei giovani – ha ricordato Marcella Messina, presidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci – e cerchi di lavorare in modo capillare con le scuole». Luminita Andreescu, presidente di Anvolt, ha sottolineato anche la necessità di «proteggere le persone, soprattutto le più piccole, dai rischi del fumo passivo». «Smettere di fumare si può – ha testimoniato l’infermiere Giuseppe Pietrobelli –: vuol dire volersi bene».

Le iniziative per la Giornata

Martedì, inoltre, torneranno gli appuntamenti informativi dell’Asst «Papa Giovanni». Nell’ospedale cittadino sarà allestito uno stand nell’Hospital street tra le 10 e le 12,30: i volontari della Lilt Bergamo e gli studenti dei corsi di Laurea dell’Università di Milano Bicocca con sede a Bergamo saranno a disposizione per dare informazioni sui danni provocati dal tabacco e consigli utili per smettere. Iniziativa analoga, sempre martedì, anche nell’atrio dell’ospedale di San Giovanni Bianco, con la presenza di uno pneumologo. «Tornare a organizzare in ospedale queste iniziative è significativo di un graduale ritorno alla normalità – sottolinea Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst “Papa Giovanni” -. Lo facciamo su un tema a noi caro sul fronte della prevenzione e per ricordare, in particolare a chi frequenta l’ospedale, che il fumo è un fattore di rischio per numerose patologie».

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