Fuori strada in moto, Matilda muore a 18 anni. Dolore all’Aeronautico: «Vuoto enorme»

INCIDENTE NEL BRESCIANO . Matilda Agnesi sabato sera è finita in un campo con un Benelli 125 ricevuto un mese fa come regalo di compleanno. Studiava al «Locatelli» e viveva in convitto a Madone. Martedì i funerali a Trenzano.

Era un regalo di compleanno, desideratissimo. Aveva ricevuto quella moto, una Benelli 125 dalla famiglia solo un mese fa, per i suoi 18 anni. Le piogge prolungate nelle ultime settimane avevano ridotto al minimo la possibilità di salire in sella alla due ruote, ma sabato sembrava finalmente il giorno giusto. Nel pomeriggio Matilda Agnesi, studentessa dell’Istituto Aeronautico «Locatelli» di Bergamo, parte da Cossirano, la frazione di Trenzano (Brescia) dove vive con la famiglia, alla volta di Comezzano-Cizzago. Va a trovare gli zii in una cascina, poi quando il sole inizia a calare riavvia la moto per rientrare a casa. E lì, dopo le 20, accade tutto. Perde il controllo della moto, finisce in un campo e muore sul colpo. Inutili i soccorsi.

Da Schilpario al Bresciano

«Sempre in quella curva», riflettono ad alta voce i residenti di Trenzano. Sguardo vuoto, capo chino. Parlano tra loro della ragazza, della famiglia, della loro storia, si tracciano legami. «Una tragedia immane per la nostra comunità – riflette amaramente il sindaco di Trenzano Italo Spalenza –, che ha coinvolto una famiglia semplice, unita, che partecipava alla vita pubblica».

Matilda era tornata nel piccolo paese della Bassa con la sua famiglia solo un anno fa. Qualche tempo fa i genitori avevano deciso di trasferirsi nella Bergamasca: avevano deciso di vivere tra le cime della Val di Scalve, a Schilpario, e dopo le scuole medie la ragazza si era iscritta all’Aeronautico. Il padre Alessandro, titolare della Trattoria Genuisì di Coccaglio, ha continuato a lavorare nel Bresciano mentre la sua famiglia viveva a qualche decina di chilometri oltreconfine. Poi, la decisione di tornare. Ogni mattina, comunque, la mamma di Matilda accompagnava la ragazza per seguire le lezioni nell’istituto di Bergamo. Quella scuola che stava ormai per finire, mentre davanti agli occhi di Matilda sembravano finalmente aprirsi settimane di estate da vivere in sella alla propria Benelli.

Vittime della strada, soprattutto giovani

Poco distante dal centro di Trenzano, mentre un gruppo di coetanei di Matilda non fa altro che parlare della tragedia di poche ore prima («alcuni di noi erano in classe con lei alle elementari», dicono), il sole della domenica mattina sbatte su un monumento in bronzo eretto davanti al centro sportivo. È dedicato alle vittime della strada ed è lì dal 2011 per volere di Maurizio Bregoli, papà di Mattia, morto nell’aprile 2010 in un incidente quando aveva 17 anni. Due genitori che tengono in braccio un bambino esanime: in un’immagine che spezza alla sola vista, l’opera di Giovanni Solci sembra raccontare tante storie dall’epilogo analogo. Quella di Matilda come quella di Mattia. «È una strage che continua giorno dopo giorno – spiega Spalenza –. Quasi tutti gli anni ricordiamo tante vittime dalle diverse età, ma spesso si tratta di giovani».

Il dolore dell’Istituto Aeronautico «Locatelli»

Più che una scuola è un’intera comunità educante ad essere incredula, senza parole, incapace di accettare quella terribile notizia che nella prima mattinata di ieri è corsa veloce sul filo dei social. Matilda non c’era più.

Una ragazza davvero speciale, sempre sorridente, pronta al confronto con una profondità di analisi e di pensiero davvero uniche vista la sua giovanissima età, 18 anni.

«Matilda era una ragazza di carattere con un viso d’angelo, ma dotata di forte determinazione – ricorda Giuseppe Di Giminiani, dirigente dell’Istituto Aeronautico Locatelli, subito informato dai genitori della studentessa –. Matilda era una di quelle ragazze che lasciano il segno e che se hai la fortuna di conoscere non te la scordi più».

Studentessa dell’ultimo anno del liceo quadriennale Matilda era brillante, intelligente e appassionata collaboratrice del giornale della scuola, il Corriere Aeronautico: «Proprio venerdì mi aveva intervistato per il giornale della scuola – prosegue Di Giminani – con una professionalità degna di una vera e propria giornalista. Era di una correttezza unica con i compagni di scuola e con quelli del convitto (Matilda durante la settimana alloggiava a Madone in una struttura della scuola destinata proprio ad ospitare gli alunni di fuori provincia, ndr). Ha lasciato un ricordo indelebile nelle maestre delle elementari dell’Istituto di Grottammare durante il suo percorso di alternanza scuola-lavoro. Si è sempre distinta per la sua dolcezza, la sua preparazione e la disponibilità nei confronti di tutti. Non la spaventavano né l’impegno né il sacrificio».

Il cordoglio degli insegnanti

Anche le insegnanti della scuola di Grottammare si sono unite al cordoglio della famiglia, dei compagni e dei docenti affidando i propri pensieri alla chat della scuola: «Quando la penso mi appare subito il suo sorriso», «la sua pazienza con i bambini era unica», e ancora «una ragazza speciale che ha da subito creato un legame profondo con tutti, docenti e alunni», «un dolcissimo sorriso e uno sguardo puro». Matilda era davvero apprezzata da tutti e in modo unico dal suo docente di Teoria e storia della comunicazione, di cui è stata il braccio destro nel giornale della scuola per quattro anni. «Ho lavorato con lei per quattro anni al giornale scolastico, per due anni è stata mia allieva – ricorda Tiziano Tista –. Di lei ricorderò tutti i grandi e profondi dibattiti insieme, gli scherzi, i testi sempre pungenti e attenti e il fatto che, nonostante gli impegni scolastici e familiari, non sapesse mai dire no a chi aveva bisogno di lei. A tutti credo mancherà la sua capacità di andare nel profondo delle cose e dare a tutto una chiave di lettura intelligente, acuta, originale».

«Un vuoto enorme»

Il pensiero che meglio raccoglie tutti quelli che hanno affollato la mente dei docenti è quello della sua professoressa di meccanica, Elena Radice: «Ciao stellina, tra mille pensieri confusi e un immenso dolore, ho deciso che ti voglio ricordare così, con la tua sottile e dolce ironia, la tua arguzia e capacità di prenderti sempre un po’ in giro, la tua sensibilità sempre troppo spesso mascherata dal tuo voler sempre dimostrare di essere “la più forte”, ma allo stesso tempo dolcemente fragile. Ti vogliamo bene e, mannaggia a te, ci lasci qui così all’improvviso con un vuoto enorme da colmare. Arrivederci tesoro, ci mancherai immensamente». «Il silenzio è la preghiera perfetta», così come ha invocato don Renzo Zambotti, insegnante di religione all’Aeronautico. L’ultimo saluto a Matilda sarà martedì alle 17 nella chiesa parrocchiale di Trenzano, poi si proseguirà per il tempio crematorio. La veglia di preghiera, invece, si terrà lunedì alle 19.30.

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