Furti d’identità online, Internet aiuta a evitare brutte sorprese

Utile anche consultare blog e recensioni degli altri utenti Busi (Adiconsum): prima di condividere dati, verificare se il sito è affidabile.

I bergamaschi si scoprono sempre più navigatori nel web. Una traversata che, se da un lato consente con un pc o uno smartphone di «viaggiare» da un continente all’altro in pochi secondi, dall’altro può nascondere, in particolare quando si vuole acquistare online un prodotto o un servizio, numerose insidie.

«Le truffe e i furti d’identità online sono all’ordine del giorno - sottolinea Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo, l’associazione della Cisl a difesa dei consumatori e dell’ambiente -, ed è per questo che invitiamo i consumatori a informarsi molto bene quando usano internet prima di fare shopping o condividere le proprie informazioni, iniziando dal verificare se il sito che si sta consultando è affidabile o meno».

Mina Busi, citando anche il blog di register.it (da 20 anni leader in Italia nei servizi digitali per la presenza in Rete, con sede anche a Bergamo), elenca i consigli utili per verificare l’affidabilità e la sicurezza di qualsiasi sito web, in modo da poter fare acquisti (ma non solo) in assoluta sicurezza.

«Fondamentale osservare l’Url (Uniform Resource Locator - spiega Mina Busi -, una stringa alfanumerica che rappresenta l’indirizzo del sito web. Se l’indirizzo inizia con “http” (acronimo di HyperText Transfer Protocol), attenzione perché il sito non è sicuro, in quanto trasmette i dati in chiaro e non garantisce una connessione certa a chi lo visita. Nel caso in cui invece l’indirizzo si apre con “https” (Hypertext Transfer Protocol Secure), il sito è sicuro, perché ha il certificato Ssl (Secure Sockets Layer), ovvero, un protocollo che consente la trasmissione di informazioni in modo criptato, rendendolo così inutilizzabile per un potenziale uso fraudolento». Fondamentale quindi verificare bene l’Url, in tutte le sue componenti, per essere sicuri che quello che si sta utilizzando sia un sito ufficiale. Sono infatti in costante aumento le truffe tramite siti abusivi che replicano format e immagini del tutto simili a quelli autorizzati, ma dietro ai quali ci sono delle vere e proprie attività criminali. L’ultimo oscuramento di siti illegali è di pochi giorni fa, quando il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (Nas) dei carabinieri ha bloccato quarantadue siti attivi sul cybercrime farmaceutico (con farmaci anche anti covid messi in vendita ma autorizzati dall’agenzia italiana del farmaco solo ad uso sperimentale), portando a 283 i siti oscurati quest’anno dai Nas, di cui 244 legati all’emergenza Covid. Dati che si sommano ai circa 500 siti di intermediari finanziari abusivi oscurati negli ultimi da anni dalla Commissiona nazionale per le società e la borsa (Consob).

Occhio agli errori di ortografia
Davanti a tale proliferare di attività illecite digitali, Mina Busi cita altri consigli fondamentali per navigare tranquilli nel web: consultare le recensioni online lasciate dagli utenti; verificare l’attendibilità del sito, utilizzando la sezione “contatti”; utilizzare il servizio “Whois” (Chi è) per capire a chi è intestato il sito web; verificare infine la bontà del sito utilizzando programmi online spesso gratuiti. «Consultare i commenti lasciati dagli altri utenti del web - osserva Mina Busi - è molto importante e utile. Abbiamo due possibilità. Nel primo caso, utilizzare un motore di ricerca (es: Google, Bing, Yahoo), digitando nella barra di ricerca il nome del sito web; se si tratta di una pagina pericolosa, le recensioni negative saranno ben evidenti. Nel secondo caso, verificare l’affidabilità del sito su TrustPilot, considerata la piattaforma (gratuita) più famosa e influente al mondo per recensire prodotti e servizi. Basta andare sul sito (https://it.trustpilot.com/) e digitare il nome dell’azienda o il sito web». Altri segnali che devono far scattare agli utenti l’allarme sulla sicurezza del sito sono i numerosi trattini o simboli nel dominio (nome alfanumerico del sito), i testi scritti in un italiano a dir poco pessimo (con evidenti errori di ortografia e sintassi), e gli annunci pubblicitari (banner) troppo invadenti che (soprattutto) obbligano l’utente a rispondere a un questionario o a svolgere altre azioni per continuare la navigazione.

«Un altro servizio molto importante è WHOIS - spiega ancora Busi -, che permette di verificare il dominio e capire a chi è intestato un sito web. In questo caso, sono tre gli elementi che devono insospettire i consumatori: il dominio è stato registrato in forma anonima e non presenta i dati di registrazione; è presente il nome dell’intestatario ma l’indirizzo email non corrisponde e ha caratteri strani; il dominio è stato registrato o trasferito di recente.

Altri aiuti importanti - prosegue il presidente di Adiconsum Bergamo - arrivano dalla sezione “contatti” del sito, da cui è possibile reperire il numero di telefono, l’indirizzo e poter inviare domande al proprietario. Nel caso manchi tale sezione, meglio diffidare e andare oltre.

Infine - conclude Mina Busi - online sono presenti diversi programmi di servizio (tool) molto semplici da utilizzare che consentono di verificare la sicurezza e l’affidabilità degli Url». Il più noto è probabilmente «Google safe browsing» (https://transparencyreport.google.com/safe-browsing/search), servizio di Google che esamina miliardi di Url al giorno cercando siti Web non sicuri. Per verificare un sito basta copiare e incollare qualsiasi Url nella casella di ricerca, e dare il via.

© RIPRODUZIONE RISERVATA