Giubileo dei giovani, il Vescovo: «La speranza abita nel perdono»

IL PELLEGRINAGGIO. Per i partecipanti il Sacramento della Riconciliazione. Il Vescovo Beschi: «Dobbiamo imparare a lasciarci amare: un impegno che ci coinvolge e ci espone in tutto, compresi i nostri difetti e le nostre debolezze».

Non solo un evento, ma un’opportunità per rileggere e dare nuovi significati alla propria quotidianità: anche se il Giubileo cade ogni venticinque anni ed è un appuntamento straordinario, consumando le suole per Roma i giovani stanno scoprendo come tutto questo possa parlare alla propria vita nel quotidiano. Una scoperta vissuta passo dopo passo con pazienza ed entusiasmo, perché i pellegrini bergamaschi, nei giorni scorsi, hanno avuto la possibilità di vivere il pellegrinaggio alla Porta Santa con il Vescovo Francesco Beschi e di compiere la professione di fede insieme a tutti gli italiani in piazza San Pietro. Ieri nella parrocchia di Val Melaina è toccato al passo della Riconciliazione e, come pellegrini, dopo aver aperto il cuore alla speranza, sono stati chiamati alla concessione più ardua: lasciarsi amare.

«Diceva papa Francesco: io credo che il Paradiso sia pieno di peccatori perdonati, cioè di gente come me e come voi»

Prima di calarsi nella liturgia penitenziale, però, monsignor Beschi durante la Messa ha aggiunto nuove coordinate per comprendere al meglio l’essenza dell’Anno Santo. «Il Giubileo è segnato come una festa nel nostro calendario - ha detto -. È il Signore che ci comanda di far festa, ricordandoci che non siamo delle macchine. Occorre fermarsi, non solo per riposare e tornare alla massima efficienza: fare festa significa ritrovare il senso, il gusto e la speranza della vita». La festa si fa sempre più intensa per le strade di Roma e anche il Vangelo di introduzione alla liturgia penitenziale la richiama. Nel brano di Giovanni emerge un versetto in particolare: «Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena», che sembra quasi suonare come un traguardo.

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«L’amore è la potenza più grande»

Il Vescovo Francesco prende parola con l’obiettivo di accompagnare i giovani al Sacramento della Riconciliazione abbattendo ogni pregiudizio, muro e paura. Esordisce esclamando che «Dio è amore» e da quella frase prende per mano i pellegrini bergamaschi. «Chi è innamorato sa quanto bello e potente sia l’amore - prosegue -. Anche se a volte sembra che non ci sia spazio per questo e la forza sembra sovrastare tutto, ricordatevi sempre che l’amore è la potenza più grande. Gesù è venuto per dirci che Dio è amore e ogni piccola briciola d’amore è il modo che Dio ha per comunicare con noi».

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«Lasciatevi amare»

Briciole da cogliere e accogliere con coraggio, perché il passo più impegnativo nella riconciliazione, ha ribadito più volte monsignor Beschi nel suo intervento, è lasciarsi amare. «Desiderare di essere amati è diverso dal lasciarsi amare. Il desiderio lascia amare la nostra facciata e il bello di noi, ma lasciarsi amare è un impegno che ci coinvolge e ci espone in tutto, compresi i nostri difetti e le nostre debolezze. Facciamo un passo in più, facciamo che la nostra vita sia l’accoglienza di Dio. Lasciatevi amare, perdonare e riconciliare. Non fatevi bloccare dal giudizio: il perdono e il pentimento ci sembrano delle debolezze e delle ingiustizie, ma aiutano a fare verità in noi. La gioia del perdono è ciò di cui l’umanità ha un immenso bisogno».

In mezzo alle notizie violente che si rincorrono nel mondo, il perdono raccontato dal Vescovo Francesco è disarmante e riesce a dare nuovo slancio al cammino di ciascuno. Non si tratta di un traguardo, ma di un nuovo punto di partenza che riscatta l’uomo. «Il perdono di Dio guarda avanti, è una ricreazione che apre i sentieri e ti fa respirare. Non è un colpo di spugna sugli errori del passato, ma è un colpo d’ala verso il futuro, un colpo di vento nelle vele delle navi della nostra vita. Il perdono libera il futuro ed è anche qui che abita la speranza. Dio sa che uomini e donne liberi e liberati, perdonati, possono portare al mondo libertà e pace. Diceva papa Francesco: io credo che il Paradiso sia pieno di peccatori perdonati, cioè di gente come me e come voi». Spinti dalle parole del Vescovo e dal raccoglimento dell’adorazione eucaristica, i giovani si sono messi in gioco con coraggio nel Sacramento della Riconciliazione: un nuovo passo che arricchisce ancor di più il bagaglio dei pellegrini prossimi alla veglia di Tor Vergata e che, camminando per Roma, stanno sperimentando tutta la bellezza di una festa come quella del Giubileo.

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