Gli angeli di Leopoli in Carrara. «Messaggeri di pace per dire grazie a Bergamo»

IL PROGETTO. Esposte nella pinacoteca le due sculture del museo ucraino. Il direttore Voznyak: «Simboli della vittoria sulla distruzione». Il sindaco Gori: «La pandemia ci ha insegnato a essere solidali con chi è in condizioni di bisogno».

«Perdonate l’emotività e le riflessioni personali, ma non posso evitare di parlarvi di quello che sta avvenendo oggi in Ucraina» esordisce Taras Voznyak, direttore della Galleria nazionale d’arte di Leopoli. Il suo museo – in virtù di un gemellaggio avviato pochi mesi dopo l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia – ha prestato all’Accademia Carrara due imponenti angeli lignei scolpiti nella seconda metà del Settecento da Franciszek Olenski. Messaggeri di pace e di resilienza, rappresentano il grazie della città di Leopoli a Bergamo per il suo sostegno. Voznyak si dice commosso. Descrive il suo Paese come «un mondo che assomiglia a una montagna di macerie in un campo», ma avverte: «Non ci arrendiamo, andremo avanti fino alla fine: i due angeli arrivati da Leopoli rappresentano la vittoria sulla distruzione».

Una tragica contabilità

Il direttore aggiorna la tragica contabilità di un Paese sotto attacco da oltre un anno: «Ad oggi, 250mila persone hanno dato la vita per i nostri ideali; 22 musei e gallerie d’arte, 155 biblioteche e 9 teatri sono stati distrutti dagli occupanti russi. I musei vengono depredati o abbattuti a colpi di mortaio. In questo modo vogliono annientare la nostra identità, ma non ci piegheranno». La scelta di portare in Italia le due sculture di Olenski non è casuale. Scampati a guerre e distruzioni, rimasti esposti alle intemperie che li hanno privati dei brillanti colori originari, sono arrivati ai giorni nostri, mutilati eppure bellissimi, a vista il legno di tiglio nel quale sono stati scolpiti. Resteranno esposti sino al 4 giugno al piano terra dello spazio Vitali.

Il filosofo Morin: «È fondamentale che la cultura superi le guerre fra nazioni, la peggior cosa che possa accadere è che la cultura dell’altro venga proibita. E Bergamo fa bene ad aprire le braccia alla cultura, tutta»

Ad affiancarli una video-testimonianza del filosofo e sociologo Edgar Morin, raccolta da Mauro Ceruti: «È fondamentale che la cultura superi le guerre fra nazioni, la peggior cosa che possa accadere è che la cultura dell’altro venga proibita. E Bergamo fa bene ad aprire le braccia alla cultura, tutta». Il sindaco Giorgio Gori sottolinea che la vicinanza di Bergamo al popolo ucraino ha basi solide. «Con la pandemia abbiamo imparato quanto sia importante essere aiutati quando si è in condizione di bisogno», dice. Prima il gemellaggio e la ricostruzione degli asili di Bucha, poi i rapporti sempre più stretti con Leopoli e la Galleria nazionale, sostenuta dalla Carrara nella conservazione e messa in sicurezza delle opere in tempo di guerra, ora l’arrivo delle due sculture alate.

La raccolta fondi

Il progetto «Leopoli qui» ha ricevuto il patrocinio dei Ministeri degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, dell’Università e della Ricerca, e delle Ambasciate d’Italia e d’Ucraina. La consigliera del ministro Bernini, Alessandra Gallone, ha ribadito la vicinanza del nostro governo al popolo ucraino («Non siete soli») e il ruolo della cultura come strumento di conoscenza, solidarietà e cooperazione internazionale. «Ospitare queste opere – e Bergamo è la prima a farlo in Italia – è un gesto di solidarietà tra musei e un modo per ricordare i danni immensi causati al patrimonio artistico dalla guerra in Ucraina» dice l’assessore alla Cultura del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti.

L’esposizione degli angeli in Carrara è affiancata da una raccolta fondi del Cesvi che ha avviato iniziative di sostegno al popolo ucraino sin dall’inizio del conflitto

«In occasione della pandemia i direttori dei musei internazionali ci chiamavano chiedendo notizie ed esprimendoci solidarietà, ci è sembrato normale dare il nostro aiuto al museo di Leopoli in questi mesi» racconta la direttrice di Accademia Carrara Maria Cristina Rodeschini, che annuncia nuovi scambi di opere e progetti comuni appena sarà possibile. L’esposizione degli angeli nella pinacoteca bergamasca è affiancata da una raccolta fondi del Cesvi che ha avviato iniziative di sostegno al popolo ucraino sin dall’inizio del conflitto. Le offerte raccolte saranno impiegate per dare assistenza ad adulti e bambini vittime della guerra, come ha ricordato il presidente onorario di Cesvi Maurizio Carrara. L’invito alla donazione è libero: basterà inquadrare un Qr code per fare la propria offerta.

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