Gori: «Fiero di una città che cresce, corsa per le opere dei fondi Pnrr»

Il sindaco di Bergamo a tutto campo alla conferenza stampa di fine anno: «Interlocuzione col Viminale per cambiare le linee guida sull’immigrazione».

Giorgio Gori a tutto campo, per gli auguri natalizi alla stampa. In Aula consiliare, per il distanziamento, sceglie lo «stile Draghi», domanda-risposta. Fiero di «essere l’espressione istituzionale di una comunità così fantastica che ha saputo resistere e rimettersi in cammino» e con gli unici rimpianti legati all’Atalanta (Coppa Italia e Champions League), il sindaco, accompagnato dalla Giunta quasi al completo e dal presidente del Consiglio comunale Ferruccio Rota, fa il bilancio di un anno ancora segnato dal Covid. Con tanto di Capodanno annullato all’ultimo: «È stata una decisione di buonsenso, frutto di una riflessione», difende i tempi della scelta. «È stato un 2021 comunque diverso dal 2020 dal punto di vista sanitario, seppur a fasi alterne. La dimostrazione che la fiducia nei vaccini è ben riposta e che i bergamaschi sono un esempio di responsabilità», dice, invitando a non arretrare nell’immunizzazione, anche dei bambini. Il clima psicologico è comunque ancora all’insegna dell’incertezza, e questo toglie un po’ di smalto al fatto «che Bergamo, da città più colpita dalla pandemia, sia diventata il territorio che più è cresciuto».

I rincari di energia e materie prime si faranno sentire e anche Palafrizzoni dovrà tirare la cinghia: «Chiudere il Bilancio a gennaio non sarà una passeggiata, trovare l’equilibrio sarà complicato – anticipa –, anche per i mutui accesi». L’obiettivo, infatti, è non rallentare gli investimenti («40 milioni nel 2021, molti di più i prossimi anni»), facendosi trovare pronti per i bandi del Pnrr. «Il criterio della cantierabilità – spiega – verrà premiato nell’assegnazione dei finanziamenti dei ministeri. Per questo tutti i settori stanno dando una grande spinta nei progetti che potranno intercettare i fondi». Oltre alle risorse già riclassificate (treno per Orio e T2) e quelle dirette (stazione ferroviaria e linea leggera dei bus elettrici) si punta a «scuole, digitalizzazione dei servizi, ambiente e cultura». Un tema caldo, quest’ultimo, in vista della Capitale 2023 (col logo luminoso proiettato sulla facciata di Palafrizzoni). «Va benissimo il milione da Roma – commenta Gori –, ma i 500 progetti arrivati (il 70% dei quali condivisi con Brescia, ndr) richiedono oltre 150 milioni di euro». L’augurio è quindi che si attirino altri fondi privati («Il comitato è all’opera per il fundraising»), con Fondazione Cariplo e Fondazione della Comunità bergamasca che si sono già impegnate a metterci del loro: «Per bandi più piccoli e diffusi, perché non ci saranno solo grandi eventi», ricorda l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti. L’orizzonte è comunque corto, Gori e i suoi non vogliono ancora pensare (o almeno non lo dicono) alla scadenza di mandato e al progetto politico futuro. «Abbiamo davanti ancora due anni e mezzo. In una situazione del genere, dove ogni giorno guardiamo i numeri per capire l’evoluzione del virus, più in là del 2023-2024 non possiamo guardare», interviene il vicesindaco Sergio Gandi. Niente voli pindarici, quindi, e sogno nel cassetto molto concreto: «Vedere realizzati, o quantomeno avviati, i cantieri materiali e immateriali previsti». Le questioni sul tavolo, però, hanno anche portata nazionale, come quella dell’immigrazione, tema caro al sindaco. «Il bando della Prefettura per l’accoglienza è andato deserto – fa il punto Gori – segno di un malessere diffuso, e non solo dei servizi che si occupano dei richiedenti asilo. Una situazione identica anche in altre città, come Brescia: il passaggio di Matteo Salvini al ministero dell’Interno ha lasciato il segno nelle linee guida». Il sindaco si è fatto carico quindi di una interlocuzione diretta col ministero «per rendere più appetibili i bandi e riprendere a parlare di integrazione». L’arrivo di Francesca Ferrandino a capo del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale fa ben sperare. «Quando era prefetto a Bergamo – ricorda il sindaco – abbiamo sempre collaborato in modo positivo, sono sicuro che favorirà una svolta». Il polverone sui cartelli anti-bivacchi, criticati anche da Isrec e sinistra come discriminanti, viene liquidato: «La scelta dell’icona non è stata felice – ammette Gori – e verrà sostituita. Evitare i bivacchi all’ingresso della città resta comunque un obiettivo». Panettone (rigorosamente con i canditi) e un viaggio in Andalusia per Capodanno sono i regali che il sindaco si concederà.

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