
(Foto di Colleoni)
GIORNATA CONTRO LA POVERTÀ . Presentato il nuovo sportello di aiuto «Spes». Il Vescovo: «Questione non solo finanziaria». Le risorse del Fondo Milani.
«Quando un debito è “troppo”? Quando la possibilità del suo rimborso è minata. Ma questo è un criterio basato sul creditore. La nostra visione mette al centro la persona. Il debito è “troppo” quando mette a rischio la condizione e la dignità del debitore. Quando la persona vede minata la possibilità di soddisfare i suoi bisogni primari. Non è una questione puramente finanziaria, ma sociale». Le parole del Vescovo Francesco Beschi hanno dato il via al convegno su «Il debito come fragilità sociale: capire, aiutare, agire insieme» che venerdì 17 ottobre, al Seminario Giovanni XXIII, nella Giornata internazionale di contrasto alla povertà, non solo gettava luce su un fenomeno in gran parte sommerso e perciò tanto più preoccupante, il sovraindebitamento, ma esaltava uno strumento ora attivo sul territorio bergamasco: lo sportello Spes di contrasto al sovraindebitamento aperto dalla Fondazione Diakonia (lo strumento operativo della Caritas diocesana) in collaborazione con l’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Bergamo. Uno strumento che si avvale delle risorse vitali del Fondo Angelo Milani creato in seno alla Fondazione della Comunità Bergamasca. Già 18 famiglie, rivoltesi al servizio di via Conventino 8, sono seguite nel loro faticoso percorso.
Lo spunto è venuto dal lascito di Angelo Milani, scomparso nel 2023. Brianzolo di Merate, laureato in Psicologia, per lunghi anni dirigente delle risorse umane alla Shell, «era un uomo ricco di interessi, di letture, pilotava l’elicottero, era un vorace lettore. E voleva aiutare gli altri», come ha raccontato l’esecutrice testamentaria Simona Angelini. A Milani si deve così un Trust, dotato per ora di un milione di euro destinati ad aiutare famiglie in difficoltà, divenuto un Fondo grazie alla Fondazione della Comunità Bergamasca, di cui la segretaria generale Federica Bruletti ha ricordato la vocazione alla «intermediazione filantropica», mentre il presidente Osvaldo Ranica ha posto l’accento su «una scommessa sulle persone, sulla loro capacità di rialzarsi e di riscrivere la propria storia».
«Ho visto persone costrette a vendere l’auto per duemila euro: una cifra davvero esigua a fronte della perdita di un mezzo che può essere di vitale importanza per il lavoro»
Il sovraindebitamento, del resto, si attesta nella Bergamasca su valori dichiarati di 44 milioni per il 2024 e già di 31,8 fino ad oggi (per 75,8 in totale nel biennio), secondo i dati dell’Ordine dei commercialisti. Ma è solo la punta dell’iceberg. Carlo Scalvedi, trustee del Fondo (grazie alla segnalazione che l’avvocato bergamasco Walter Gentili fece ad Angelo Milani) e referente dell’Organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento dell’Ordine, affonda le parole nella carne viva di una piaga: «Ogni giovedì incontro persone che abbassano lo sguardo per la vergogna e si nascondono. Persone dalla dignità ferita, eppure hanno spesso un lavoro. Ma non basta». Le risorse del Fondo Milani servono ad accendere speranze, rendendo plausibile «il passaggio dalla liquidazione controllata a soluzioni più morbide come il concordato minore o la ristrutturazione dei debiti, che non comportano necessariamente la perdita di beni preziosi. Ho visto persone costrette a vendere l’auto per duemila euro: una cifra davvero esigua a fronte della perdita di un mezzo che può essere di vitale importanza per il lavoro». Ora però «abbiamo le risorse del Fondo, l’accompagnamento umano dei volontari della Caritas e l’accompagnamento tecnico di noi commercialisti».
L’evento ha visto il patrocinio di istituzioni, sindacati, associazioni di categoria. Bisogna fare rete. Il sovraindebitamento riguarda tutti. Pasquale Gandolfi, presidente della Provincia, ha garantito il supporto informativo dei centri per l’impiego «per intercettare le fragilità prima che divengano criticità». La sindaca Elena Carnevali ha lamentato la riduzione della platea dei beneficiari del reddito di inclusione come segno di una generale difficoltà e sottolineato «l’attenzione di Servizi sociali e Ambiti territoriali». Per Giovanni Zambonelli, presidente della Camera di Commercio, «difendere le persone fragili colpite da sovraindebitamento vuol dire difendere la vitalità economica del territorio: daremo al Fondo un aiuto dedicato». Per la parte scientifica, Manuela Geranio, docente di UniBg, ha rimarcato la necessità di «“igiene finanziaria”: le crisi sono alimentate anche da mancanza di cultura specifica», mentre il sociologo Maurizio Fiasco, della Consulta nazionale Antiusura «Giovanni Paolo II», ha ricordato che in Italia «il sovraindebitamento era un lemma inesistente fino a pochi decenni fa», segno, questo, di fatiche crescenti del tessuto economico e sociale e delle famiglie, sempre più esposte al rischio di «incertezze, instabilità, povertà relativa e assoluta». Anche la Regione fa la sua parte, come ha spiegato, illustrando la legge sperimentale dello scorso aprile, la consigliera Chiara Valcepina (FdI). Per Luciano Gualzetti, presidente della Fondazione San Bernardino (riunisce le Caritas diocesane lombarde) «dobbiamo educare non solo al risparmio, ma anche all’indebitamento responsabile, perché oggi non è possibile non indebitarsi»;
Francesco Geneletti, presidente dell’Ordine bergamasco dei commercialisti, ha lamentato come i sovraindebitati «continuino ad avere difficoltà nell’accesso al credito anche dopo l’esdebitamento». La conclusione di don Roberto Trussardi, direttore della Fondazione Diakonia e della Caritas: «Attenzione ai lavoratori poveri: rischiano di essere meno visibili dei “poveracci” che vediamo in strada».
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