Il dolore della zia del giovane ivoriano: «Non è morto in mare verso l’Europa ma in un incidente stradale»

Tragedia in A4 Si chiamava Adjei Koffi Foffie Romaric, il 24enne ivoriano residente a Seriate, morto la notte tra venerdì e sabato in A4. Dopo aver perso entrambi i genitori era venuto in Italia affrontando un rischiosissimo viaggio in mare.

Sono rimasti senza benzina, l’auto si è fermata tra la prima e la seconda corsia dell’autostrada e il conducente, Adjei Koffi Foffie Romaric, 24 anni, ivoriano che abitava a Seriate, è sceso dalla Fiat Bravo blu, con le due «P» dei neopatentati davanti e dietro, ed è stato travolto da un autotreno. Il tir, che viaggiava in prima corsia, ha colpito sia lui sia l’auto, su cui c’erano due amici di 25 anni: sul sedile anteriore H. S., nigeriana di Locate di Triulzi (Milano), e sul sedile posteriore G. S., indiano di Bagnolo Mella (Brescia), rimasti feriti e trasportati all’ospedale «Papa Giovanni» di Bergamo. Lei si è rotta una gamba ed è riuscita a dire poche parole agli agenti della polizia stradale di Seriate che hanno rilevato l’incidente, accaduto alle 3 della notte tra venerdì e ieri tra Capriate e Trezzo, in direzione Bergamo. Ha detto solo che erano rimasti senza benzina. L’amico ha riportato ferite più gravi e non è stato possibile sentirlo.

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La dinamica dello scontro

Gli accertamenti sono in corso: non è escluso che il ventiquattrenne volesse spingere l’auto. Alla guida dell’autotreno per trasporto di container c’era un moldavo, S. M., 24 anni, residente a Corbetta (Milano), illeso, così come i due occupanti di una Opel Mokka che sono rimasti coinvolti nell’incidente: M. Z., 47 anni, di Osio Sotto, e la passeggera D. N., 46 anni, di Lainate (Milano). Il conducente della Opel ha visto la Bravo ferma e ha rallentato, si è spostato sulla terza corsia per evitarla ed è rientrato in seconda, dove subito dopo è stato urtato dall’autotreno. La Opel e il mezzo pesante si sono fermati paralleli, il camion in corsia di emergenza e l’auto in prima corsia, mentre la Bravo si è girata verso sinistra, con le due portiere strappate, e si è fermata in terza corsia.

Subito sono scattati i soccorsi e sono intervenute due auto medicalizzate e tre ambulanze del 118, oltre alle pattuglie della Stradale di Seriate per i rilievi. Per il giovane ivoriano non c’è stato nulla da fare. I conducenti dell’autotreno e della Opel sono stati sottoposti agli accertamenti per la presenza di alcol o droghe nel sangue e il moldavo alla guida del mezzo pesante è stato indagato, come atto dovuto, per omicidio stradale. «Era molto legato a me e ogni volta che mi vedeva diceva sempre che gli ricordavo la sua mamma», racconta, provata, la zia della giovane vittima. La donna, che abita a Bergamo, alla Malpensata, ricorda il nipote con affetto. Gli occhi son gonfi e la voce spezzata, ma ci tiene a evidenziare la bontà del giovane. «Era così bravo», sospira con tenerezza. Lei ha saputo del decesso di Adjei dalle forze dell’ordine ieri mattina e ora è in attesa di conoscere l’esatta dinamica dell’incidente. Adjei era originario della Costa d’Avorio, precisamente di Bondoukou, un villaggio a qualche ora dalla città di Abidjan.

La storia di Adjei Koffi Foffie Romaric

Ancora piccolo, ha perso entrambi i genitori durante la guerra civile in Costa d’Avorio. Da quel momento, ha vissuto solo con la sorella minore (che è rimasta in Costa d’Avorio) e poi, nel 2016, ha deciso di intraprendere il lungo e faticoso viaggio verso l’Europa, arrivando prima in Libia per poi salire su un barcone e raggiungere l’Italia. «Non è morto in mare durante un viaggio così duro e rischioso – dice con amarezza la zia – ed è morto in un incidente stradale». Una volta arrivato in Italia, Adjei ha chiesto asilo politico e ha frequentato la terza media, iniziando anche una scuola di sartoria. Tre anni fa, poi, ha trovato lavoro in una fonderia a Brescia, con contratto a tempo indeterminato. «Aveva un buon impiego – conclude la zia – ed era amato anche dal suo datore di lavoro». La salma di Adjei ora si trova all’obitorio di Milano.

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