
Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 03 Ottobre 2025
In cammino per promuovere speranza: «Uniamo i luoghi della cura e del cuore»
L’ INIZIATIVA. Domenica 5 ottobre alle 15 la manifestazione cittadina promossa dalle trenta parrocchie della Cet 1. Don Angelo Domenghini: «La fiducia resiste nonostante tutto, unisce età, culture e religioni diverse».
In vista della Manifestazione della Speranza - che domenica 5 ottobre alle 15 si svolgerà in città coinvolgendo le circa trenta parrocchie che compongono la Comunità ecclesiale territoriale 1 - il Vicario territoriale don Angelo Domenghini presenta le tappe previste lungo il cammino, al quale prenderà parte anche il Vescovo, monsignor Francesco Beschi, e spiega il senso dell’iniziativa.
Don Angelo, dopo le dodici Manifestazioni della speranza vissute in provincia, si raggiunge ora la città. Quali caratteristiche avrà quest’ultimo cammino?
«Si attraversa il cuore della città, dalla sua parte periferica a sud, fino al centro, attraversando concretamente alcuni luoghi strettamente connessi alle quattro Terre esistenziali, cioè agli ambiti di vita delle persone e delle comunità. Lo slogan scelto è “Parole di speranza per la città” e vuole indicare la condivisione di un cammino che unisce tutti, nella differenza di età, di provenienza, di cultura, di religione. Si cammina unendo idealmente i punti cittadini di costruzione della speranza: le scuole, le zone di azione delle associazioni, i luoghi delle istituzioni. Non si tratta di una “speranza dei miracoli”, ma di una speranza anche sofferta che resiste nonostante tutto».
Quale significato riveste la scelta di partire da Casa Amoris Laetitia?
«Partiamo toccando la Terra esistenziale della Prossimità e della Cura. Qui si compie qualcosa di delicato e importante che dà speranza anche nelle situazioni più difficili e vi si respira una forza incredibile. La struttura accoglie minori con patologie complesse e ha visto proprio quest’anno un ampliamento dell’area e dei servizi per essere ancora più vicini ai bisogni delle famiglie».
La seconda tappa al piazzale degli Alpini cosa rappresenta nel cammino?
«Si incontra la Terra esistenziale della Vita sociale e della Mondialità. È un luogo che accoglie spesso situazioni di disagio e che è al centro del dibattito pubblico. È un crocevia del mondo che vede viaggiatori e migranti e che accoglie il Servizio Esodo, nato grazie a don Fausto Resmini, che offre vicinanza e assistenza alle persone senza fissa dimora. La testimonianza che ascolteremo rappresenterà la voce di tutti coloro che in città si occupano dei poveri che vivono ai margini della società».
Il Vescovo Francesco Beschi ricorda spesso che «l’oratorio è la casa della speranza». Come prenderà vita questa frase nella tappa all’oratorio di Sant’Anna?
«La speranza avrà il volto della gioia nei balli e nell’entusiasmo dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti che hanno vissuto l’esperienza del Cre e che abitano l’oratorio durante l’anno. La speranza sarà anche quella disegnata da chi ha vissuto la perdita tragica di un figlio. Tre famiglie offriranno la loro testimonianza raccontando i semi di speranza nati da questo buio».
La Terra esistenziale della Cultura come si collega al tema della speranza nell’ultima tappa del cammino?
« Saremo nel cuore della città, davanti alla chiesa di San Bartolomeo, a pochi passi dal Teatro Donizetti e dal Sentierone. La speranza si racconta anche con l’espressione dell’arte e con la bellezza. Ascolteremo testi e racconti scritti dai detenuti del carcere di Bergamo, voci di speranza che non possono lasciarci indifferenti. Le quattro tappe vedranno anche brevi momenti musicali di diverso genere. Anche questo diventa canto collettivo di speranza».
Qual è oggi la speranza per la nostra città?
«Quelle che ascolteremo domenica, nei diversi luoghi e contesti, saranno parole di speranza per la città e della città. La manifestazione ci conferma che non siamo da soli a sperare. La speranza per la nostra Bergamo è che si sappiano guardare in faccia i problemi e che con realismo, buona volontà e collaborazione si trovino le strade per provare ad affrontarli. E in questo serve coesione, partecipazione e stima reciproca. In poche parole occorre camminare insieme, proprio come faremo domenica».
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