Incidenti, sono l’Asse e via Borgo Palazzo le strade più pericolose in città

LA MAPPA. Negli ultimi 5 anni lungo le due arterie gli scontri sono stati rispettivamente 201 e 162. In centro viale Vittorio Emanuele tra i punti più «caldi». L’approfondimento su L’Eco di Bergamo di domenica 10 marzo.

Le «zone rosse» rimangono sempre quelle: le arterie più trafficate, quelle che quotidianamente sono attraversate da migliaia di veicoli in entrata e in uscita dalla città. Ma lo sguardo complessivo su Bergamo racconta negli ultimi anni una traiettoria sostanzialmente lineare di diminuzione degli incidenti stradali. Da tutti i punti di vista: ne accadono di meno e con meno persone coinvolte, dunque con meno feriti o vite spezzate. Anche se, purtroppo, l’obiettivo «zero vittime» non è ancora raggiunto.

La fotografia dettagliata è contenuta nell’aggiornamento di «Bergamo in Chiaro», il portale del Comune dedicato ai dati che permettono di analizzare la città, con l’andamento dei sinistri dal 2002 al 2023. Guardando agli estremi della serie storica, si passa dai 2.143 incidenti del 2002 ai 1.594 del 2023 (-25,6% in 21 anni). Le persone coinvolte passano invece da 5.313 a 3.694 (-30,5%), e nel dettaglio i feriti da 1.271 a 972 (-23,5%). Quanto ai morti sulla strada, l’andamento ha più la traiettoria del saliscendi: 5 nel 2022 e 4 nel 2023, ma in mezzo ci sono stati anni tragici in doppia cifra (14 vittime nel 2006, 12 nel 2007).

Quando e dove

I dati del Comune permettono di tratteggiare una classifica del rischio. Dal 2022 al 2023 il 52,9% degli incidenti – più della metà – è avvenuto tra le ore 9 e le 17, cioè quando soprattutto i pendolari entrano in città o iniziano a uscirvi. Un altro 26,9% è accaduto invece tra le 17 e le 21 (fascia in parte caratterizzata ancora dal rientro), un altro 10,7% tra le 6 e le 9 del mattino (i primi pendolari), mentre nella fascia serale-notturna dalle 21 alle 6 si conta il 9,5% dei sinistri.

Ma dove si concentrano i rischi? La mappa elaborata dal Comune restituisce i nodi più critici e li individua giocoforza sugli assi stradali più trafficati. Per comprendere cosa accada in tempi recenti, è possibile poi «isolare» i soli incidenti con feriti avvenuti in città tra 2019 e 2023: le arterie più interessate sono la 671 (il tratto dell’Asse interurbano in territorio di Bergamo) con 201 incidenti, via Borgo Palazzo (nei suoi diversi punti) con 162 incidenti, via San Bernardino con 96, poi l’elenco comprende via Grumello (95), via Corridoni (94), via Broseta (93), via Moroni (82), via Zanica (75) e le circonvallazioni. Più dentro il cuore della città, è invece viale Vittorio Emanuele uno dei punti più «caldi» con 62 incidenti.

La diminuzione

L’anno peggiore per la viabilità è stato il 2007, con 2.249 incidenti: rispetto a quel picco, il calo del 2023 diventa allora del 29,1%. Nel mezzo di tutti questi anni, comunque, l’incidentalità ha conosciuto un’erosione progressiva. I dati – il database del Comune è legato ai rilievi effettuati dalla polizia locale, tra l’altro geolocalizzati – raccontano ad esempio che tra 2002 e 2008 si viaggiava costantemente oltre i 2mila sinistri all’anno, 5-6 al giorno in media. Poi la riduzione è stata costante, in qualche maniera trasversale alle amministrazioni: nel 2011 si scende sotto quota 1.900, dal 2012 sotto quota 1.800 (salvo ri-toccarla esattamente nel 2016). Il 2020 scombussola i numeri perché gli incidenti si riducono a 1.128, ma negli anni recentissimi si resta comunque al di sotto della soglia pre-pandemica: se nel 2019 la città aveva contato 1.725 sinistri, nel 2021 sono stati registrati 1.567 incidenti, nel 2022 altri 1.587 e nel 2023 appunto 1.594. In sostanza, non c’è stato un rimbalzo.

Tra l’altro, in tempi recenti il numero di veicoli che potenzialmente circolano sul territorio è peraltro aumentato: secondo il database dell’Aci, nel 2015 in Bergamasca erano registrati 844.333 veicoli tra auto, moto e camion (di cui 93.301 nel capoluogo, dove converge un’utenza consistente dalla provincia), mentre a fine 2022 si è saliti a 924.353 veicoli (di cui 100.088 nel capoluogo). Incrociando i numeri, insomma, emerge come l’incidentalità sia diminuita nonostante vi siano in circolazione più mezzi privati.

Il costo umano

C’è però anche un costo umano, il più pesante. Tra 2003 e 2008, ad esempio, la città contava in media oltre 1.300 feriti l’anno, di cui una quindicina di feriti gravi l’anno («feriti gravi» è una classificazione adottata anche dall’Istat, sulla base della degenza ospedaliera). La diminuzione è stata poi lenta – solo tra 2016 e 2019 si è scesi sotto i 1.100 feriti l’anno – ma con un punto d’arrivo simbolico, oltre che concreto: al di là dell’anno particolare del 2020, sia nel 2021 sia 2023 si sono contati meno di mille feriti l’anno (con, rispettivamente, 10 e 7 «feriti gravi»). Negli ultimi 22 anni però sulle strade della città si sono spezzate 110 vite, tra automobilisti e motociclisti, pedoni e ciclisti. Non si è ancora arrivati a un anno senza vittime della strada, i minimi si sono registrati nel 2005, 2018, 2020 e 2021 con due morti per anno.

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