Infortuni sul lavoro in Bergamasca: uno ogni 37 minuti

I dati Nei primi quattro mesi di quest’anno, secondo l’Inail, le denunce per infortunio sul lavoro nella Bergamasca sono cresciute del 31% rispetto allo stesso periodo del 2021: da 3.531 si sale a 4.621. Da inizio anno in pratica si contano una media di 38,5 infortuni al giorno: uno ogni 37 minuti.

Il lavoro insicuro – il lavoro che ferisce o uccide – è un dramma che intreccia numeri e biografie. Nei primi quattro mesi di quest’anno, le denunce per infortunio sul lavoro in provincia di Bergamo sono cresciute del 31% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: dalle 3.531 di gennaio-aprile 2021 si è balzati alle 4.621 di gennaio-aprile 2022. Dall’inizio dell’anno, in pratica, il territorio bergamasco ha contato una media di 38,5 infortuni al giorno: uno ogni poco più di 37 minuti in media (notti comprese). È un quadro aspro, quello contenuto nell’ultimo monitoraggio dell’Inail, e lo è ancor di più se si guarda al complesso delle denunce presentate nell’intera Lombardia: 49.531 le pratiche avviate nei primi quattro mesi del 2022, con un incremento addirittura del 54% rispetto alle 32.114 presentate negli stessi mesi dello scorso anno. La geografia del rischio mostra numeri ovunque forti: 7.484 denunce in provincia di Brescia (+73% rispetto allo stesso quadrimestre dello scorso anno), 1.723 a Como (+1%), 1.870 a Cremona (+27%), 1.709 a Lecco (+47%), 1.006 a Lodi (+33%), 2.034 a Mantova (+35%), 18.730 a Milano (+79%), 3.785 a Monza (+64%), 2.224 a Pavia (+46%), 870 a Sondrio (+34%), 3.565 a Varese (+31%).

La Lombardia supera – e anche di parecchio – i livelli pre-Covid: tra gennaio-aprile 2019 erano state 40.099 le denunce per infortunio sul lavoro, quest’anno ne sono state presentate circa 9mila in più (un aumento non solo legato alle denunce per infortunio da Covid). Bergamo «contiene» l’emergenza, perché nel primo quadrimestre del 2019 le denunce erano state 4.752 e quest’anno se ne sono contate un centinaio in meno.

La geografia del rischio mostra numeri ovunque forti: 7.484 denunce in provincia di Brescia (+73% rispetto allo stesso quadrimestre dello scorso anno), 1.723 a Como (+1%), 1.870 a Cremona (+27%), 1.709 a Lecco (+47%), 1.006 a Lodi (+33%), 2.034 a Mantova (+35%), 18.730 a Milano (+79%), 3.785 a Monza (+64%), 2.224 a Pavia (+46%), 870 a Sondrio (+34%), 3.565 a Varese (+31%)

Aumentano anche le denunce d’infortunio mortale: a gennaio-aprile 2022 in Bergamasca sono stati 5 gli eventi fatali, contro i 2 dello stesso periodo del 2021; la Lombardia passa dai 44 del 2021 ai 47 del 2022. Nello stesso periodo del 2019, l’anno pre-Covid di riferimento, gli infortuni mortali erano stati 6 in Bergamasca e 48 in tutta la Lombardia.

La prevenzione

Tema cruciale è quello della prevenzione, partendo da formazione e cultura della sicurezza. Proprio nei giorni scorsi sul tema l’Inail, i ministeri del Lavoro e dell’Istruzione e l’Ispettorato nazionale del lavoro hanno sottoscritto un nuovo protocollo per realizzare azioni congiunte «per aumentare la consapevolezza del rischio»: «Il protocollo – ha spiegato il presidente nazionale dell’Inail, il bergamasco Franco Bettoni – contribuisce in maniera significativa al rafforzamento del legame tra il contesto scolastico e quello lavorativo, per favorire la diffusione della cultura della sicurezza anche nel mondo della scuola, mediante progetti, metodologie didattiche e percorsi formativi diversificati in relazione ai destinatari e avvalendosi di strumenti di comunicazione innovativi». È in tutta Italia, tra l’altro, che si osserva un aumento fortissimo delle denunce: tra gennaio e aprile nel Paese sono stati segnalati 254.493 infortuni sul lavoro, in aumento del 48,1% rispetto allo stesso periodo del 2021; 261 di questi infortuni hanno avuto esito mortale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA