
Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 28 Luglio 2025
Internet, alto rischio dipendenza tra i giovani: «Tanti i casi sommersi»
IL FENOMENO. L’11,7% degli adolescenti gioca online oltre 5 ore al giorno. Al SerD non ci sono ragazzi in carico. La psicologa avverte: «Accesso alla rete troppo precoce».
Ufficialmente, di utenti in carico non ce ne sono. Ma lo «zero» non è un dato positivo, perché l’esperienza sul campo porta a un’altra conclusione: la dipendenza legata all’uso di internet è diffusa anche a Bergamo, e colpisce soprattutto i giovani. Il SerD (Servizio Dipendenze) del «Papa Giovanni» è impegnato a offrire aiuto anche in questo campo: «Da un punto di vista scientifico, si parla di “dipendenza su internet”, e non di “dipendenza da internet”, perché le persone non sono dipendenti da internet in generale, ma usano la rete, anche col cellulare, come mezzo per alimentare dipendenze specifiche: gioco d’azzardo online, social network, shopping compulsivo online, pornografia - premette Silvia Brandino, psicologa del SerD del “Papa Giovanni” -. Il problema non è il cellulare in sé: il problema è legato a quello che si fa col cellulare, e in particolare alle possibilità di internet».
Fino a 5 ore al giorno
Tra i più esposti ci sono i giovanissimi. L’ultima indagine «Hbsc» in Lombardia (una ricerca periodica internazionale, che in Bergamasca ha coinvolto una trentina di scuole tra medie e superiori), diffusa lo scorso anno, segnalava che l’11% degli adolescenti maschi e il 21% delle adolescenti femmine trascorre oltre 5 ore al giorno sui social network, mentre l’11,7% degli adolescenti – facendo la media tra entrambi i generi – passa altrettanto tempo con i videogiochi.
«Giovani a rischio»
«Le persone più a rischio sono i giovani, cresciuti con questi dispositivi e che hanno un accesso troppo precoce – conferma la psicologa -. Un’altra categoria a rischio è rappresentata da chi ha sviluppato altre dipendenze e dagli adulti di 45-50 anni, specie se con sintomi depressivi o ansiosi o problemi di socializzazione». Eppure, è difficile intercettarli: «Nonostante il problema esista, attualmente non abbiamo persone prese in carico specificamente per questa dipendenza, se non alcuni casi sporadici legati a utenti già in carico per altre dipendenze – prosegue Brandino -. Il nodo è rappresentato da due motivi: uno è dovuto al fatto che il SerD viene visto ancora come un servizio dedicato alle tossicodipendenze, quando in realtà ha un respiro molto più ampio; l’altro è connesso alla difficoltà nel distinguere quando si è in una situazione di dipendenza o non ancora».
«Conseguenze economiche e sociali»
Già, e quando lo è? «A differenza delle sostanze illegali o dell’alcol che hanno effetti fisici, o dell’azzardo che ha conseguenze economiche e sociali gravi – ragiona Brandino -, la dipendenza da uso di internet è molto più sommersa, perché nascosta da una apparente normalità. Segue però princìpi simili alle sostanze illecite». Così si può tratteggiare una vera e propria «scala» che descrive tutti i passaggi tipici: Il primo punto è l’«importanza»: «L’attività che crea dipendenza, dall’uso dei social alla pornografia online, diventa sempre più predominante nella vita della persona – spiega Brandino – e occupa la maggior parte dei pensieri e delle emozioni, creando un comportamento deteriorato e fortemente finalizzato a quello. Lo si capisce anche nel momento in cui la persona è impossibilitata ad accedere al dispositivo, con una crescita dell’irritabilità e anche dell’aggressività».
L’astinenza
Poi, anche la dipendenza legata all’uso di internet porta a «modificazioni dell’umore» e, al tempo stesso, allo «sviluppo di una tolleranza: un processo – approfondisce la psicologa – per il quale c’è sempre più bisogno di fare quella cosa per stare bene». Quando si affronta un percorso terapeutico e si avvia il distacco dal dispositivo, anche per internet insorgono «sintomi di astinenza, psicologici o fisici, oppure la possibilità di una ricaduta al termine del percorso», prosegue Brandino. Altro elemento comune è «il conflitto, che si nota molto negli adolescenti – conclude l’esperta del SerD -: per seguire i social e per stare su internet si hanno ricadute negative nelle relazioni interpersonali, dalla famiglia alla scuola al posto di lavoro, oppure c’è un conflitto intrapsichico, cioè la situazione in cui si vorrebbe fare qualcosa di diverso ma si è perso il controllo»,
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