La scuola piange Di Maria, il «mitico» prof di francese

IL LUTTO. Giovedì pomeriggio 16 ottobre alle 14.30 i funerali a Colognola. Aveva insegnato l’amore per la letteratura ma anche i valori della vita.

Bergamo piange la scomparsa di Agostino Di Maria, storico docente di lingua francese del «Belotti», mancato martedì 14 ottobre. Aveva 81 anni. Una vita dedicata all’insegnamento, la sua, e alla città che aveva scelto come «casa». Nato in Sicilia, Agostino arrivò a Bergamo vincendo un concorso per insegnanti e, da subito, si sentì accolto da una città che riteneva onesta, laboriosa e legata ai valori della famiglia e della terra. «Questa è la mia città», ripeteva spesso, pur mantenendo il suo inconfondibile accento siciliano e l’amore per la cucina della sua terra, come ricorda la figlia Ilaria: «Diceva che i bergamaschi erano buoni come Papa Giovanni, il Papa buono».

Ha insegnato in tutta l Bergamasca

Molti suoi studenti hanno continuato a cercarlo, anni dopo, per chiedere consigli e condividere esperienze. «Papà diceva sempre: “Quando esco da un’aula mi sento soddisfatto, perché ho trasmesso l’amore per la conoscenza e per il prossimo”», continua la figlia, molto commossa

La sua carriera nell’insegnamento si è sviluppata per quarant’anni in tutta la Bergamasca, tra le scuole medie dei paesi delle valli e, più tardi, nelle superiori, dove ha lasciato il segno come docente di francese. Al Belotti, dove ha insegnato per vent’anni, era considerato un’istituzione: rigoroso ma giusto, capace di appassionare gli studenti non solo alla lingua francese, ma anche alla letteratura e ai valori della vita. Molti suoi studenti hanno continuato a cercarlo, anni dopo, per chiedere consigli e condividere esperienze. «Papà diceva sempre: “Quando esco da un’aula mi sento soddisfatto, perché ho trasmesso l’amore per la conoscenza e per il prossimo”», continua la figlia, molto commossa.

Appassionato di letteratura francese, Di Maria aveva approfondito la sua formazione alla Sorbonne, con una tesi dedicata a Jean-Paul Sartre, e non nascondeva l’orgoglio di aver incontrato di persona il filosofo che tanto amava. Accanto a lui, sempre, c’era Elisabetta, sua moglie, conosciuta a 14 anni e sposata nel 1973. «Una vita insieme, una squadra perfetta che ha condiviso gioie, difficoltà e passioni. È stato un padre sempre attento e presente che ho amato molto, in grado di trasmettere sempre amore e saggezza non solo a me, ma anche ai suoi studenti e in chi ha avuto la fortuna di conoscerlo», afferma la figlia. Un professore che, in definitiva, con rigore, passione e gentilezza, ha saputo insegnare non solo il francese, ma il valore della vita. I funerali si terranno giovedì 16 ottobre alle 14,30 nella chiesa di Colognola.

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