Lallio, operaio travolto e ucciso da un Tir. «Andrea era gentile e sorridente, tutti gli volevano bene»

INCIDENTE MORTALE. Andrea Menegoi, invalido di 49 anni di Bergamo, stava attraversando sul camminamento pedonale all’interno del cortile della Zanetti Formaggi. Trascinato per qualche metro. Autista sotto choc: non l’ho visto.

Stava attraversando il camminamento pedonale all’interno della ditta per andare da un capannone a un altro, quando è stato investito da un Tir che stava uscendo dal cancello carraio. Per Andrea Menegoi, 49 anni di Bergamo, invalido, da quasi 30 anni operaio nel reparto confezionamento della ditta di formaggi Zanetti, non c’è stato nulla da fare. Il camion lo ha trascinato per qualche metro prima che l’autista si accorgesse e si fermasse. L’infortunio è avvenuto ieri alle 10,20 a Lallio, in via Madonna, sede dell’azienda leader nella produzione di formaggi. I sindacati avevano già denunciato lo scorso gennaio la pericolosità di quell’area, dove altri dipendenti avevano rischiato di essere investiti dai mezzi in entrata e uscita.

Autista sotto choc

Cosa sia accaduto con esattezza ieri mattina lo stabiliranno i tecnici di Ats intervenuti per i rilievi: secondo i primi accertamenti, Andrea Menegoi era andato a bere il caffè alle macchinette nell’altro capannone e stava tornando nel suo. Dopo essere sceso dalle scale ha attraversato il camminamento pedonale ed è stato travolto dal Tir Volvo della ditta di trasporti Torello di Avellino, guidato da un autista 25enne di origini africane, che stava uscendo dal cancello. Parte del camminamento, avevano denunciato i sindacati, non è visibile dall’abitacolo dei mezzi e le strisce pedonali spesso sono coperte dai camion che per riuscire a chiudere i portelloni si fermano più avanti di quanto dovrebbero. Ma secondo l’azienda non ci sarebbe alcuna correlazione tra quanto segnalato dai sindacati e l’incidente di ieri. Sta di fatto che Menegoi sarebbe passato dal lato sinistro a quello destro del Tir e l’autista non l’ha visto: ha detto di aver sentito urlare qualcuno e di essersi fermato dopo qualche metro. Quando ha visto l’uomo sotto il camion, ha avuto uno choc.

Vani i soccorsi

La chiamata al 112 è arrivata alle 10.20 di martedì 8 agosto e sono subito intervenute l’automedica da Seriate, l’auto infermierizzata e un’ambulanza della Croce Rossa, i vigili del fuoco di Bergamo con due squadre, la Polizia Stradale di Bergamo con due pattuglie, i tecnici del Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro di Ats per i rilievi. Per estrarre il corpo dell’operaio i pompieri hanno sollevato il semiasse sinistro con i cuscini idraulici. Il medico del 118 ha soltanto potuto constatare il decesso di Menegoi, e la salma, ottenuto il nullaosta del magistrato, è stata composta alla «Casa del commiato» di Azzano San Paolo. Disperato il giovane camionista, che non riusciva a darsi pace ed è rimasto a lungo seduto per terra con le mani tra i capelli durante i rilievi delle forze dell’ordine.

Il dolore dell’azienda

«Siamo affranti e distrutti per la perdita di Andrea e per l’immenso dolore dei suoi familiari, a cui siamo umanamente vicini con grande commozione - fanno sapere dalla Zanetti - . Andrea lavorava con noi da quasi 30 anni ed era un ragazzo eccezionale, benvoluto da noi e da tutti i colleghi, che ne apprezzavano anche le doti professionali sempre dimostrate».

La vicinanza della «Torello»

«La Torello Trasporti Srl desidera esprimere la propria vicinanza alla famiglia della vittima e alla ditta con cui collaborava – scrive l’azienda in un comunicato – . In riferimento all’accaduto, le autorità stanno procedendo a svolgere le dovute indagini con l’obiettivo principale di determinare l’esatta dinamica dell’episodio. Al fine di stabilire, prima possibile e con precisione, le dinamiche dell’avvenimento, la Torello Trasporti Srl esprime massima disponibilità al dialogo con le autorità competenti coinvolte».

Il ricordo dei colleghi

«L’avevo salutato lunedì sera – racconta un collega del reparto salatura – perché poi andavo in ferie e gli avevo detto: ci vediamo mercoledì sera. Lui mi aveva risposto “tutto ok”, come diceva sempre. Era appena tornato dal mare, veniva a lavorare in autobus ed era restio a uscire di casa per non lasciare da sola la mamma anziana. Mi piace dire che era invalido ma molto valido, si occupava di preparare le scatole per i vari prodotti e si faceva voler bene da tutti».

«Andrea era gentile e sorridente, tutti gli volevano bene» conferma mamma Emidia, dal gennaio 2016 vedova di Adriano, stimato professore del liceo scientifico Lussana, morto per un improvviso malore alla stazione di Bergamo. Il 49enne viveva con lei in via Curie a Loreto. «L’altro figlio, Luca, è a Manchester per lavoro e tornerà stasera – spiega la mamma – non so ancora dove e quando celebreremo i funerali, sto molto male, in questo momento non riesco neanche a parlare».

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