L’Ats: «Cerchiamo Covid hotel per accogliere i profughi positivi»

L’appello «La Muratella» non è più disponibile. Avviso urgente per trovare altre strutture alberghiere interessate.

L’Ats di Bergamo cerca Covid hotel per ospitare i profughi ucraini che risultino positivi al tampone, con relativo periodo di isolamento. L’emergenza umanitaria scatenata dall’invasione russa nel Paese ucraino ha anche un pesante risvolto sanitario, in un momento in cui il virus arretra ma non molla. L’Agenzia di tutela della salute, con le Asst Papa Giovanni XXIII, Est e Ovest, ha attivato una cabina di regia che sta mettendo a punto il piano operativo per affrontare la parte sociosanitaria dell’accoglienza. Tra i problemi da risolvere, la necessità di trovare strutture alberghiere disponibili a ospitare le persone ucraine che una volta arrivate sul nostro territorio e sottoposte al tampone risultino positive al Covid. «La Muratella», l’hotel di Cologno al Serio che in altre fasi della pandemia aveva collaborato con Ats proprio per rispondere a questa esigenza, non è più disponibile.

Tra i problemi da risolvere, la necessità di trovare strutture alberghiere disponibili a ospitare le persone ucraine che una volta arrivate sul nostro territorio e sottoposte al tampone risultino positive al Covid

Le caratteristiche

L’Agenzia ha quindi pubblicato un avviso urgente (a scadenza aperta) con cui si raccolgono «le manifestazioni di interesse finalizzate all’attivazione di Covid hotel», con particolare riferimento ai rifugiati provenienti dall’Ucraina. «Cerchiamo una, due, tre, quattro strutture alberghiere sul territorio – entra nel dettaglio Giuseppe Matozzo, direttore sociosanitario di Ats – che mettano a disposizione anche solo un’ala, un piano o alcune camere isolate per l’accoglienza dei profughi positivi. Non chiediamo l’”esclusività” per questa finalità, i gestori potranno anche continuare la loro attività commerciale». Al gestore alberghiero (come stabilito dalla Regione) verrà dato un contributo giornaliero di 120 euro per ogni ospite positivo; la metà (60 euro) per l’eventuale minore che dovrà stare in camera con l’adulto. «Nella maggior parte dei casi le famiglie che arrivano sono mamme con bambini, il nostro obiettivo è non separarli, anche nel caso del necessario “ricovero” nei Covid hotel», assicura Matozzo. Difficile fare la stima di quanti posti potrebbero servire. «La Muratella», ad esempio, aveva una cinquantina di camere doppie. Martedì la Prefettura ha segnalato ad Ats la presenza di 248 cittadini ucraini, arrivati attraverso la loro rete di contatti e parenti. Una decina, in due giorni, sono risultati positivi ai test e sono stati inviati ai Covid hotel di Milano per l’isolamento, visto che al momento in Bergamasca non ce ne sono. «È impossibile fare delle previsioni sui numeri – conferma Matozzo –, tutto dipenderà da come si evolve la situazione internazionale. Protezione Civile e Prefettura, con cui siamo in stretto e costante contatto, ci avvisano però di afflussi massicci di profughi nelle prossime settimane, con l’apertura dei corridoi umanitari ancora più persone scapperanno dal conflitto e dovremo essere pronti a fare la nostra parte».

Martedì la Prefettura ha segnalato ad Ats la presenza di 248 cittadini ucraini, arrivati attraverso la loro rete di contatti e parenti. Una decina, in due giorni, sono risultati positivi ai test e sono stati inviati ai Covid hotel di Milano per l’isolamento, visto che al momento in Bergamasca non ce ne sono

Il piano

Ats sta attivando un percorso strutturato per garantire l’assistenza sociosanitaria ai profughi ucraini. «Il nostro compito – spiega Matozzo – è una prima visita di medicina generale per rilevare la presenza di eventuali sintomi o patologie all’inizio del percorso di accoglienza. Dopodiché il paziente viene sottoposto a un primo tampone. Se risulta positivo, scatta l’isolamento, anche per i contatti stretti. La percentuale di ucraini vaccinati è molto bassa, tra il 25-30%, tantissimi sono no vax, altri hanno fatto lo Sputnik che da noi non è riconosciuto». Attraverso gli elenchi della Prefettura, le persone vengono inviate ai centri tamponi delle Asst. Tra le diverse ipotesi in campo, si sta valutando anche la riattivazione dell’hub tamponi di piazzale Alpini, in città, ma il piano per coordinare il lavoro delle diverse strutture è in fieri (il piano dovrebbe essere presentato entro la settimana), e quindi al momento non è ancora stata presa una decisione definitiva. Non essendoci l’obbligo vaccinale, i profughi possono decidere o mero di farsi immunizzare, «ma in ogni caso anche per questo ci si sta attrezzando, aumentando le scorte», fa notare Matozzo.

«Stiamo cercando interpreti, traduttori, mediatori, che si rendano disponibili per aiutarci nella comunicazione con chi arriva. Lavoratori di origine ucraina che già abitano qui, studenti che magari sanno l’ucraino, che possano rendersi disponibili anche come volontari, per raccogliere le esigenze di chi verrà ospitato nei Covid hotel fino alla negativizzazione del tampone»

L’appello

Il direttore sociosanitario di Ats lancia anche un altro appello: «Stiamo cercando interpreti, traduttori, mediatori, che si rendano disponibili per aiutarci nella comunicazione con chi arriva. Lavoratori di origine ucraina che già abitano qui, studenti che magari sanno l’ucraino, che possano rendersi disponibili anche come volontari, per raccogliere le esigenze di chi verrà ospitato nei Covid hotel fino alla negativizzazione del tampone. È importante superare l’ostacolo della lingua, per spiegare a chi arriva le regole e le procedure sanitarie da seguire».

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