Porta Sant’Agostino, lavori dopo l’incidente: resta il divieto di transito per camion e pullman

Città Alta. Disagi per la chiusura del varco, riaperto alle 18 di sabato alle auto, ma resta vietato a mezzi pesanti e alla linea 1. Brembilla: più danni che nel 2017.

Al lavoro sulla Porta Sant’Agostino dopo che sabato mattina un camion ha urtato lo storico ingresso in Città Alta, causando danni importanti alla volta del manufatto con la conseguente caduta di calcinacci. Il mezzo pesante, incaricato di spostare materiale edile necessario per i lavori al chiostro piccolo di Sant’Agostino, non poteva transitare perché raggiungeva un’altezza di 3 metri e 98 centimetri, contro i 3,5 autorizzati.

In un primo momento, subito dopo l’urto, il camion pare si stesse allontanando senza fermarsi, ma la telefonata di un automobilista alla Polizia locale ha permesso a una pattuglia di fermare il mezzo incriminato in zona via Tasca. Sono state elevate due sanzioni: una per non aver rispettato i limiti di altezza per il transito e la seconda per non aver richiesto l’autorizzazione al passaggio. L’imperizia ha portato alla chiusura del varco d’accesso per approfondire e valutare le conseguenze dell’urto.

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L’incidente si è verificato mentre il camion stava scendendo verso viale Vittorio Emanuele II, dopo avere in precedenza oltrepassato la porta senza causare danni solo per un caso fortuito. L’altezza e la larghezza dei mezzi è finita da tempo sub judiceda parte dell’amministrazione comunale, che ha introdotto limiti proprio per evitare episodi come quello accaduto ieri. Sta di fatto che, ogni volta transita un mezzo pesante o un bus, si ha l’impressione che Porta Sant’Agostino rimanga per un attimo con il fiato sospeso, sperando nella bravura degli autisti.

Il precedente

Esattamente cinque anni e sette mesi fa un analogo incidente aveva costretto l’amministrazione ad intervenire con importanti lavori per salvaguardare l’accesso più suggestivo e utilizzato verso il centro storico. In quel frangente l’automezzo era stato autorizzato al passaggio, ma l’autista aveva stretto troppo la curva andando a danneggiare la porta.

Se sabato la Porta è rimasta chiusa fino alle 18, da domenica il transito verso Città Alta è permesso solo ad auto, moto e mezzi fino ai 2,5 metri di altezza; camion e bus non potranno accedere fino a nuova comunicazione

La situazione

Sabato 1° ottobre intorno alle 8, subito dopo l’urto del mezzo contro la Porta, sono stati subito allertati i vigili del fuoco e la Polizia locale, intervenuti con diversi mezzi per bloccare il transito ed effettuare tutte le minuziose verifiche grazie all’autoscala in dotazione al comando di via Codussi. Subito si è appurato che i danni erano importanti nella zona dell’arco superiore, e di conseguenza è stata allertata una ditta per montare i ponteggi che serviranno per sistemare nel migliore dei modi il manufatto.

Ai disagi del primo giorno di chiusura, estesi a residenti, fornitori, visitatori e turisti, si aggiungono quelli dei pendolari che dovranno utilizzare la linea 3 dell’Atb, che transita da Porta Garibaldi, oltre naturalmente alla funicolare. Rimarrà invece interrotta la 1, la più utilizzata del trasporto pubblico verso il centro storico

Se sabato la Porta è rimasta chiusa fino alle 18, da domenica il transito verso Città Alta è permesso solo ad auto, moto e mezzi fino ai 2,5 metri di altezza; camion e bus non potranno accedere fino a nuova comunicazione. Ai disagi del primo giorno di chiusura, estesi a residenti, fornitori, visitatori e turisti, si aggiungono quelli dei pendolari che dovranno utilizzare la linea 3 dell’Atb, che transita da Porta Garibaldi, oltre naturalmente alla funicolare. Rimarrà invece interrotta la 1, la più utilizzata del trasporto pubblico verso il centro storico.

«Meno male che la Porta ha un contro arco che protegge l’arco esterno – commenta l’assessore ai Lavori pubblici, Marco Brembilla –. L’incidente ha la stessa dinamica del 2017, ma stavolta i danni sono più gravi. Dovremo smontare le pietre per poterle sistemare prima di rimontarle: serviranno alcuni giorni di lavoro e dovrò anche avvisare la Soprintendenza».

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