Lavorò a Urban Center e Astino, addio all’architetto Tomasi

IL RICORDO. Lascia moglie e due figli. I colleghi Simonetti e Gelmini: la città perde un professionista importante. Bombardieri (Mia): visione artistica e tecnica.

Lutto nel mondo dei paesaggisti e degli architetti. Venerdì 23 giugno è mancato Marco Tomasi, molto conosciuto per aver lavorato a numerosi progetti, tra i quali il recupero della cascina convento del complesso monastico di Astino. Tomasi, che aveva compiuto 68 anni lo scorso 7 giugno, si era laureato in architettura a Milano e dal 1979 era iscritto all’ordine. Il professionista ha collaborato con Giuseppe Gambirasio fino al 1986 e successivamente ha aperto lo studio associato in via Diaz. Tomasi è stato il curatore del convegno di architettura alpina contemporanea e ha ottenuto importanti riconoscimenti, vincendo il premio nazionale Luigi Cosenza nel 1992 e il «Marble Architectural Awards» due anni più tardi, oltre a numerose menzioni al premio d’architettura contemporanea alpina di Sesto (Bz) nel 1995, al premio «Domus IN/ARCH opera prima» nel 1998, così come alla prima edizione del «Premio Architettura Toscana» nel 2017.

Tra i progetti di Tomasi ricordiamo l’Urban Center e le Autolinee, così come la cascina del complesso monastico di Astino, la ristrutturazione di Palazzo Uffici, l’istituto alberghiero di Clusone, il pluripremiato cimitero di Sovere, il restauro della chiesa di San Rocco ad Adrara e la fontana di Bossico, l’ampliamento della sede universitaria nell’ex Collegio Baroni in città, così come le scuole elementari di Castione della Presolana e di Sabbio, frazione di Dalmine. Tomasi ha curato anche i lavori all’ex Colonia Dalmine di Castione e le opere in collegate al teleriscaldamento in città, come il termovalorizzatore Bas e la centrale A2A, oltre a diversi cimiteri, tra i quali il pluripremiato di Sovere.

L’impegno ha riguardato anche cantieri fuori provincia come il parco archeologico Ponterotto e il nuovo stabilimento della Laika Caravans Spa a San Casciano Val di Pesa (Fi), oltre al recupero urbano di via Flavia Ater a Trieste e all’ampliamento della fonderia di Adro nel bresciano. Marco Tomasi faceva parte anche della condotta di Slow Food Bergamo, che tramite il vicepresidente nazionale, Raoul Tiraboschi, lo ricorda come «un sognatore per una società buona pulita e giusta per tutti. Ci mancheranno il suo sguardo costruttivo e la sua amicizia: purtroppo è una perdita personale, comunitaria e associativa importante».

Il collega Filippo Simonetti ricorda come «Marco era un amico da 40 anni con il quale ho condiviso diverse esperienze professionali e per me è stato un riferimento. Ha prevalso il grande impegno civico, era sempre impegnato senza mai cercare i riflettori. Aiutava i giovani nell’avvio della professione e si è sempre comportato come un operatore culturale dove l’aspetto economico passava in secondo piano». Il collega Gelmini sottolinea come «Bergamo perde una figura importante, un punto di riferimento e un professionista molto preparato, un bravissimo architetto che teneva tantissimo alla cura del progetto e al lavoro dei colleghi. Marco ha promosso il convegno di architettura alpina a Castione della Presolana, era un precursore molto capace e preparato oltre che una persona squisita dal punto di vista caratteriale, molto garbato e corretto».

Anche il presidente dell’ordine degli architetti di Bergamo, Gianpaolo Gritti, testimonia come «Marco Tomasi ha interpretato in modo completo il ruolo dell’architetto. Nelle aule universitarie e negli studi dove ha collaborato ha appreso le pratiche del piano e del progetto, che poi ha messo in opera nei cantieri e nei piani che ha diretto e redatto. Ha animato con generosità e passione il dibattito culturale sui territori e sui paesaggi, concentrandosi sul tema, dell’architettura alpina, che è stato tra i primi a promuovere e valorizzare, in largo anticipo sui tempi».

Fabio Bombardieri, presidente della Mia, ricorda il lavoro portato avanti alla cascina del convento monastico di Astino. «Ricordo la grande passione, le idee molto chiare, una visione forte ma anche una grande capacità di ascolto, senza dimenticare la serenità positiva nel confronto. Aveva subito colto l’importanza della riqualificazione per la città e voleva esserne parte con una grandissima disponibilità fatta di visione artistica oltre che tecnica».

I funerali di Marco Tomasi, che lascia la moglie Anna Paganoni - direttrice del museo Caffi fino al 2018, quando ha deciso di stare vicino alla famiglia e al marito, già presidente del Soroptimist Bergamo - insieme ai figli Luca e Ana Maria, sono stati celebrati sabato pomeriggio, 24 giugno, nella chiesa di San Paolo Apostolo in città.

© RIPRODUZIONE RISERVATA