L’inflazione in frenata torna al 9,7%, giù le spese per gas e casa

In Bergamasca. Questo il dato su base annua per Istat. Anche quello mensile in discesa: dallo 0,6% allo 0,1%. Resta l’incognita per l’aumento dei carburanti nel 2023.

L’ultimo miglio dell’inflazione segna una perdita di velocità, anche se l’anno è iniziato con una cattiva notizia. La fotografia dell’Istat riferita a dicembre 2022 indica infatti che la variazione tendenziale dei prezzi – cioè l’inflazione su base annua – in provincia di Bergamo si è attestata al 9,7%, dopo che a novembre aveva invece raggiunto la doppia cifra (al 10% esatto), e tornando esattamente in linea col valore di ottobre (9,7% anche quel mese). Quanto alla variazione congiunturale, ossia la variazione su base mensile, dicembre si è chiuso allo 0,1%, in frenata rispetto allo 0,6% di novembre e al 3% di ottobre.

Nonostante l’anno si sia aperto con una notizia amara per i consumatori, cioè l’aumento dei prezzi dei carburanti per via della fine dello sconto sulle accise, le proiezioni per il 2023 indicherebbero una possibile diminuzione dell’inflazione. «La componente dei carburanti sicuramente incide sulla spesa – premette il professor Gianmaria Martini, direttore del Dipartimento di Scienze economiche dell’Università degli Studi di Bergamo -, ma tutte le altre voci non dovrebbero essere in aumento: i prezzi del gas e dell’energia elettrica dovrebbero diminuire. Poiché gas ed energia elettrica sono materie “trasversali”, l’effetto complessivo dovrebbe essere quello di una discesa dell’indice dell’inflazione nel corso dell’anno». «Possiamo pensare che possa proseguire la tendenza di frenata dell’inflazione», approfondisce Martini, allargando lo sguardo al resto del mondo: «In altri Paesi questa frenata c’è già stata, e in misura più consistente rispetto all’Italia. Perché in Italia frena meno? L’Italia si conferma un Paese dove le dinamiche dei prezzi sono meno flessibili, anche per via di diversi settori in cui la concorrenza tra imprese è meno agile rispetto al resto d’Europa. Secondo i dati europei infatti l’inflazione nel 2022 è stata in media del 9% in Italia, la più alta dagli anni Ottanta, mentre in altri Paesi abbiamo osservato dati più bassi». In che modo l’inflazione può però ancora scendere? «La Banca centrale europea da diversi mesi ha avviato un processo di disinflazione con l’aumento dei costi del denaro – ricorda Martini -: questo processo è solitamente abbastanza lungo, può durare anche dodici mesi. Per questo comunque le previsioni sono per una lenta riduzione dell’inflazione, a patto che non ci siano nuovi sviluppi negativi sulla guerra»

Le «voci»

Scavando nelle singole categorie, l’inflazione su base annua dei prodotti alimentari in provincia di Bergamo viaggia al 10,7%, le spese per l’abitazione sono cresciute del 53,9%, energia elettrica e gas segnano un aumento del 133,5% in dodici mesi, i trasporti del 6,2%; se si restringe lo sguardo solo all’ultimo mese, c’è però un arretramento dei prezzi di alimentari (-0,2%), spese per l’abitazione (-1,7%), energia elettrica e gas (-2,9%), mentre i trasporti crescono dello 0,3%. Bergamo rimane comunque una delle zone d’Italia dove i prezzi corrono relativamente meno veloci: a livello nazionale, infatti a dicembre l’inflazione si è attestata all’11,6% su base annua e allo 0,3% su base mensile. «Il combinato tra inflazione e aumento dei carburanti crea un effetto a 360° su famiglie e consumatori, considerato che abbiamo stipendi e salari fermi da tempo e i rinnovi contrattuali tardano ad arrivare – ragiona Carlo Piarulli, presidente di Adiconsum Lombardia -. L’aumento dei carburanti può riflettersi sull’intera filiera dei consumi, considerando che in Italia la gran parte delle merci viaggia su gomma». La risultante, vista da un’altra prospettiva, è anche che «la rivalutazione delle pensioni non produce mediamente grandi effetti sui bergamaschi e sui lombardi, considerando che qui c’è una più bassa incidenza delle minime e una più alta quota di pensioni oltre i 2.100 euro (l’asticella oltre cui la rivalutazione non è piena, ndr). Intanto, l’inflazione svaluta i risparmi: tenendo fermi i risparmi sui conti corrente mentre i prezzi salgono, c’è una perdita virtuale del potere d’acquisto». In più conclude Piarulli, «subiamo un effetto di carattere psicologico: nelle nostre zone si fa fatica a chiedere aiuto se si è in difficoltà, c’è quasi vergogna, ma così le famiglie soffrono ulteriormente».

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