Morì in moto colpito da pioppo: il direttore del Crea patteggia

Via per Stezzano . L’albero era nel terreno del Centro di cerealicoltura, crollò in strada: nove mesi al dirigente, finisce a processo la responsabile della sede.

Un patteggiamento e un rinvio a giudizio per la morte di Ferruccio Paolo Carminati, il 53enne di Osio Sotto che il 17 aprile dello scorso anno era stato colpito dal ramo di un pioppo del Crea (Centro di ricerca cerealicoltura e colture industriali) mentre percorreva via Stezzano in sella a una moto.

Il patteggiamento

Davanti al gup Maria Beatrice Parati, Nicola Pecchioni, direttore del Crea, assistito dall’avvocato Stefania Poggi, ha patteggiato per omicidio colposo una pena a 9 mesi con la sospensione condizionale. La posizione di Sabrina Monica Locatelli, biologa responsabile della sede di Bergamo, per il giudice merita invece un approfondimento processuale. Così, come da richiesta del pm Letizia Ruggeri, è stata rinviata a giudizio. Di diverso avviso era il difensore, l’avvocato Emilio Gueli, che ha invocato il non luogo a procedere sostenendo che la sua assistita non avrebbe avuto il potere di prendere la decisione necessaria ad abbattere il pioppo pericolante. Servivano fondi e una gara d’appalto, ha argomentato il legale della difesa; se avesse disposto l’abbattimento avrebbe violato il protocollo e commesso un abuso.

L’incidente

Nell’udienza di mercoledì 2 luglio si è costituito come responsabile civile il Crea, così come invocato nell’udienza del 19 febbraio scorso dall’avvocato Federico Merelli, legale di parte civile per conto della moglie della vittima. Carminati, impiegato in un’azienda di Levate, stava viaggiando in sella alla sua Yamaha MT-07 in direzione di Bergamo. Poco prima del distributore Q8, all’improvviso il fusto secondario di un pioppo era crollato sulla strada, abbattendosi sul cofano di una Toyota Yaris. L’auto si era fermata di colpo, dietro c’era il motociclista, che aveva sterzato a sinistra per evitare l’auto ed era stato colpito da un pesante ramo proprio sul casco. Il colpo lo aveva mandato fuori strada, sulla carreggiata in direzione di Stezzano; per qualche metro era rimasto in sella, poi la moto si era piegata su un fianco e lui era finito contro un albero, mentre la Yamaha aveva proseguito la corsa fino alla recinzione.

Le condizioni dei pioppi

Secondo le indagini della Procura, Locatelli un anno prima aveva ravvisato le precarie condizioni dei pioppi all’interno dell’area del Crea, alcuni dei quali con grossi problemi di stabilità, e aveva ragguagliato Pecchioni chiedendo - pare in via informale - il permesso di intervenire. Il direttore, prima di dare corso al taglio, aveva consigliato di svolgere un’indagine preventiva sullo stato degli alberi. Indagine che era stata commissionata allo studio Gpt di Bergamo. Quest’ultimo a ottobre aveva presentato una relazione in cui si parlava di problemi di stabilità per alcuni alberi, tra i quali c’era anche il pioppo poi caduto in seguito alle raffiche di vento. A questo punto il Crea di Bergamo a febbraio aveva chiesto al Comune di Bergamo, allegando la relazione, l’okay per abbattere i pioppi pericolosi. Da Palafrizzoni il consenso era arrivato a stretto giro.

La mancanza di fondi

Locatelli aveva così richiesto - sempre tramite mail informali - a Pecchioni la possibilità di predisporre l’intervento, ma il direttore del Crea aveva fatto presente che nell’immediato non sarebbe stato possibile. La pratica si era così arenata per motivi burocratici. Secondo le prime ricostruzioni, pare che il motivo sia da addebitare alla carenza di fondi in un sistema di procedure che - essendo il Crea un ente di diritto pubblico vigilato dal ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste - prevede autorizzazioni, capitoli di bilancio da cui attingere e coperture finanziarie da deliberare.

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