Nascite di nuovo in calo: 7.317 bimbi nel 2022, in dieci anni diminuzione del 28%

I dati. Dopo il «rimbalzo» del 2021 torna il segno negativo. L’inverno demografico di Bergamo: rispetto a un decennio fa sono 3.000 in meno.

Un anno fa si facevano i conti e s’innescava una domanda: il rimbalzo delle nascite osservato nel 2021 era un effettivo segno d’inversione di tendenza o solo un fuoco di paglia? La risposta giusta, oggi, pare la seconda. Niente «rivoluzione demografica», la flessione della natalità nella Bergamasca prosegue e consegna numeri importanti: il 2022, proiettando sugli interi dodici mesi i numeri ufficiali del periodo gennaio-settembre (arco temporale già «validato» dall’Istat), dovrebbe essersi chiuso con una contrazione di circa il 4% rispetto al 2021.

E il 2021, che aveva visto una ripresa della natalità dello 0,27% rispetto all’anno precedente (poco più che un pareggio), rimane così un caso isolato rispetto a una tendenza demografica che ormai dal 2010 sancisce il continuo calo dei nati. I numeri sono appunto importanti: nel 2022 dovrebbero essere nati circa 300 bimbi in Bergamasca (l’Istat si riferisce ai luoghi di residenza, cioè all’anagrafe di residenza dove vengono iscritti i nuovi nati, non agli ospedali di nascita); rispetto a un decennio fa, dunque, oggi nascono circa 3mila bambini in meno ogni anno. In altri termini, per rendere ancora più concreto il concetto: dieci anni fa, ogni giorno nascevano circa 10 bambini in più. In dieci anni un calo del 28%.

Gli anni Duemila si erano aperti tra l’altro con un colpo di coda delle nascite, che dalle poco più di 10mila del 2002 erano salite sino alle 12mila circa del 2009. Di lì in poi, ha invece cominciato a spirare un inverno demografico di cui ancora non si scorge la «primavera»: nel 2015 si è scesi sotto i 10mila nuovi nati, nel 2018 si è andati sotto quota 9mila, nel 2020 si è arrivati sotto quota 8mila.

I dati degli ospedali

Un’eccezione alla regola, non una vera e propria inversione di tendenza. L’anno scorso, di questi tempi, aveva fatto ben sperare l’aumento delle nascite registrato nel 2021 in Bergamasca, dopo anni di calo che sembrava inarrestabile. Ebbene, nel 2022 sono tornati a nascere anche nella nostra provincia meno bambini dell’anno precedente: lo confermano anche i dati degli ospedali. Segno negativo in tre dei 4 punti nascita (Bergamo, Seriate e Ponte San Pietro), e totale che si ferma a quota 7.317, vale a dire 107 in meno rispetto ai 7.424 del 2021. Unica eccezione l’ospedale di Treviglio, dove sono nati 886 bambini, vale a dire 17 in più dell’anno precedente. Se sul numero delle culle che si riempiono in un anno misurasse davvero il grado di fiducia dei bergamaschi, vien da dire che l’effetto del ritrovato slancio post pandemia abbia avuto durata molto breve e circoscritta nel tempo. Dopo un calo continuo dal 2017, nel 2021 il rimbalzo fatto registrare al «Papa Giovanni» aveva riportato le nascite a quota 4mila; nell’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle questo traguardo non è stato centrato, anche se per poco.

È comunque sempre nell’ospedale cittadino che nascono più bambini, 3.984 rispetto ai 4.002 del 2021 (i dati sono aggiornati al 30 dicembre; l’anno scorso, alla stessa data, i neonati erano 3.997). Una manciata in meno, che di fatto però fa segnare una nuova regressione del numero dei parti, che altrove in provincia – fatto salvo il dato in controtendenza di Treviglio – è ancora più marcata. I nati nel 2022 al «Papa Giovanni» restano comunque superiori rispetto a quelli che vennero alla luce nel 2020 (3.872, ma con il punto nascita di Alzano Lombardo ancora attivo fino a febbraio). Tornano però ad allontanarsi i numeri del 2016, quando solo in città nacquero 4.247 neonati. A ogni modo, nell’anno che si è appena concluso al «Papa Giovanni» sono nati il 52,1% di maschi (l’anno prima erano il 53%), mentre è rimasta di nuovo invariata l’età media delle mamme, tra i 31 e i 35 anni. Così come resta sostanzialmente stabile il dato che riguarda i tagli cesarei (21,5%, rispetto al 21,8% dell’anno precedente). I parti in analgesia sono stati il 41%, quelli in acqua 1%. Più che raddoppiate, dal 2,1% al 4,9%, le donne positive al Covid che hanno dato alla luce il loro bambino.

L’unico segno «più» in provincia si registra a Treviglio, dove – e forse non è un caso – si conferma anche la tendenza che a nascere sono in maggioranza bambini stranieri (il 55,8%); l’anno scorso i neonati sono stati 886 di cui 6 venuti alla luce con parto gemellare, più femmine (455) che maschi (431), contrariamente al Papa Giovanni. In linea la quantità di tagli cesarei (il 21%). All’ospedale Bolognini di Seriate (unica struttura rimasta per le nascite in capo all’Asst Bergamo Est, dopo la chiusura nel 2020 di Alzano Lombardo) sono nati 1.897 bambini, 64 in meno rispetto ai 1.961 dell’anno precedente. Lontani i dati del passato: nel 2019 tra Seriate e Alzano i neonati furono 2.385. Calo abbastanza netto anche al Policlinico di Ponte San Pietro, dove nel 2022 sono venuti alla luce 550 bambini, 42 in meno rispetto ai 592 del 2021 (e meno anche dei 562 del 2020).

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