Né studio né lavoro, sono 28mila i «neet»: nasce l’osservatorio sulla dispersione

Il report. Questo il numero dei giovani tra i 15 e 29 anni che risultano inattivi in Bergamasca. L’assessore Poli illustra le azioni in campo: «Un Patto di comunità per affrontare il fenomeno».

Si chiamano «Neet» e sono i giovani, tra i 15 e 29 anni, che non studiano né lavorano. Un report del 2021 testimoniava la presenza, in provincia, di circa 28mila giovani inattivi.

Un fenomeno attenzionato dalle istituzioni e realtà territoriali, che si sono messe in rete per affrontare il fenomeno. «Nascerà un osservatorio provinciale sulla dispersione scolastica – ha annunciato Loredana Poli, assessore alle Politiche giovanili –. Si tratta dell’azione 2023 del Patto di comunità per i giovani e il lavoro, che vede 23 soggetti aderenti. Comune e Provveditorato agli Studi sono i promotori, in collaborazione soprattutto con Provincia, università, rete degli enti di formazione professionale e Camera di Commercio». Intervenuta nella quarta commissione consiliare, nell’ambito di un’informativa a tema politiche giovanili (richiesta dalla consigliera Luisa Pecce, Lega), l’assessore Poli ha tracciato il quadro delle azioni messe in campo da Palazzo Frizzoni per le nuove generazioni. «Abbiamo fatto la gara per l’affidamento della gestione (ottobre 2022-settembre 2025) degli spazi e degli interventi per adolescenti e giovani del Comune di Bergamo. Il budget stanziato è di un milione e 200mila euro.

A gestire il servizio è un’Ati (Associazione temporanea di imprese) composta da Sol.co Città aperta, HG80 impresa sociale, consorzio Ribes e Doc servizi». Tra le aree di intervento, quella sulla territorialità. «I quattro spazi di quartiere vengono tematizzati (come Boccaleone, incentrato sulla fotografia, o Monterosso, su musica e creatività) e aperti ad utilizzi autonomi da parte di gruppi giovanili che qui potranno costruire relazioni. In più ci sono i due spazi di somministrazione, ovvero Edonè e Polaresco, teatro di inserimenti lavorativi e tirocini». Capitolo creatività e partecipazione. «Nell’anno della Capitale della Cultura alcuni giovani artisti saranno protagonisti di un percorso di formazione, con l’Accademia Carrara, alla Ca’ Matta». Mentre contro il problema delle baby gang l’assessore ha citato «Giovani Onde, il progetto di educativa di strada che ha previsto l’incontro di educatori e ragazzi in luoghi informali, ascoltando bisogni, linguaggi ed esigenze dei giovani». Non solo. Il Comune è in campo con Scuole Aperte, «un’esperienza voluta per estendere gli spazi degli istituti anche agli orari extracurriculari, attraverso un ricco palinsesto di attività e proposte pensato insieme alle scuole e agli enti del terzo settore. Al momento sono coinvolte nel progetto cinque medie della città (su 15). Il nostro obiettivo è accompagnare i giovani verso l’acquisizione di nuove competenze, lavorando in rete e utilizzando linguaggi plurali e trasversali».

Punto cardine dell’attività dell’assessorato è l’Informagiovani (in piazzale Alpini), luogo d’incontro, supporto e orientamento per i ragazzi bergamaschi. Un vero e proprio Hub di ambito delle politiche giovanili, dove uno staff di professionisti è in prima linea per lo sviluppo di progettualità rivolte a coltivare le potenzialità e le competenze di ciascuno, favorendo l’empowerment individuale e l’utilizzo della Peer education. Alessandra Ciccia, coordinatrice del servizio, ha ricordato «l’importanza della partecipazione a bandi locali, regionali e nazionali per la realizzazione di progetti che agganciano i classici ambiti di intervento dell’Informagiovani, in particolare lavoro e sviluppo di soft skills, con particolare attenzione alle fasce deboli».

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