
(Foto di Foto Agazzi)
I CONTROLLI. Raffica di controlli sulla Corsarola, sei attività fuori norma. Scattate contravvenzioni da mille euro. Il Comune di Bergamo: «Sono regole a tutela del consumatore che vanno rispettate». I commercianti: «Soltanto vessazioni».
Una confezione da 250 grammi di caramelle a 4 euro, una bottiglietta d’acqua da mezzo litro a un euro e mezzo, una liquirizia (la famosa «Goleador», o il «Liquirone») a 20 centesimi. E l’elenco potrebbe continuare con le scatole di biscotti, le bottiglie di vino e le confezioni di cibo e di specialità artigianali che riempiono gli scaffali di tanti negozi al dettaglio. Tutti prodotti che qualche giorno fa sono finiti nel mirino di un controllo della polizia annonaria in Città Alta. Nessuna contestazione rispetto ai prezzi applicati: a far scattare le multe – sei contravvenzioni in una sola giornata, da mille euro l’una – è stato il fatto che, accanto al prezzo di vendita, i commercianti si erano «dimenticati» di esporre anche il costo al chilo (o al litro) dei singoli prodotti.
La normativa europea impone l’obbligo di indicare accanto al prezzo di vendita anche il costo per unità di misura - come il prezzo al chilo o al litro - per garantire trasparenza e permettere ai consumatori di confrontare i prodotti.
Una negligenza che si è però rivelata tutt’altro che trascurabile, almeno per il portafoglio: la normativa europea, recepita da tempo anche in Italia, impone infatti l’obbligo di indicare accanto al prezzo di vendita anche il costo per unità di misura - come il prezzo al chilo o al litro - per garantire trasparenza e permettere ai consumatori di confrontare facilmente i prodotti. Questo principio, introdotto a livello comunitario già alla fine degli anni ’90, è stato riaffermato e aggiornato nel 2019 con l’adeguamento del Codice del Consumo italiano alle più recenti disposizioni europee in materia di tutela del consumatore. La mancata esposizione di questo dato costituisce una violazione che comporta sanzioni automatiche, come le multe scattate in questi giorni. Una normativa in vigore da tempo, quindi, ma che raramente era già stata oggetto di controlli.
E i commercianti non ci stanno: «Vessati nel periodo in cui si lavora di più», dicono. Dal Mercato Equo e Solidale alla gastronomia di Angelo Mangili, dal negozio che vende prodotti a base di tartufo a quello di caramelle, in tanti sono stati «pizzicati» nei giorni scorsi sulla Corsasola. «Mi hanno contestato il fatto che, nonostante le confezioni fossero prezzate e ci fosse il peso sull’etichetta, non è indicato il prezzo del prodotto al chilo – spiega Leonardo Valente del negozio La Caramellaia di Città Alta –. E questo, mi hanno detto, vale anche per le bottigliette d’acqua, le lattine e il “Trinketto” (la bevanda zuccherata nelle mini bottiglie di plastica, ndr). Ma è possibile che debba calcolare il prezzo al litro anche di una bibita da 0,70 ml, il cui prezzo è chiaramente esposto? La trasparenza sta nel prezzo sulla confezione. Il resto ha dell’incredibile». Contravvenzione anche al Mercato Equo e Solidale: «Dispiace, perché cerchiamo di lavorare in regola e peraltro siamo tutti volontari», spiega uno dei ragazzi che si alterna nel punto vendita.
Sanzione doppia per Angelo Mangili, commerciante in Città Alta da 70 anni a cui – oltre ai prezzi al chilo o al litro non esposti – è stata contestata anche la vetrofania che 13 anni fa ha realizzato al posto dell’insegna che non ha mai installato. «Avevo fatto richiesta di autorizzazione per l’insegna – dice – ma non l’abbiamo mai messa. Abbiamo optato per quest’altra soluzione, senz’altro più discreta e meno chiassosa, ma non abbiamo pensato a chiedere ulteriori permessi. Certo che questi controlli ti demoralizzano, specialmente per la contestazione sui prezzi dei prodotti. Lavoriamo da decenni facendo attenzione a rispettare le regole e poi arrivano queste contestazioni che hanno dell’incomprensibile. Ero così abbattuto che non ho avuto nemmeno la forza di controbattere, ma non è giusto». Più «ragionevole» per i commercianti, sarebbe optare per un avvertimento, prima di passare ai verbale, dando del tempo a chi non lo è di mettersi in regola.
L’attività in Città Alta rientra in una più ampia pianificazione che coinvolge tutte le zone della città. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono state sanzionate 26 attività commerciali per l’omissione dei prezzi al chilo o al litro anche in via Paglia, via Quarenghi, via Zanica, e in Galleria Fanzago
Da Palazzo Frizzoni fanno sapere che l’attività dei giorni scorsi in Città Alta «rientra in una più ampia pianificazione che coinvolge tutte le zone della città. Non c’è un’attenzione particolare solo su Città Alta – spiegano dalla Polizia locale –. Dall’inizio dell’anno ad oggi abbiamo sanzionato 26 attività commerciali per l’omissione dei prezzi al chilo o al litro anche in via Paglia, via Quarenghi, via Zanica, e in Galleria Fanzago. E i negozi di Città Alta rientrano in questo numero. Parliamo del rispetto di una misura che è obbligatoria, a tutela del consumatore. Un commerciante professionista non può non conoscerla, né scegliere se rispettarla».
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