«Non si costruisce più». I falsi cartelli al Parco Ovest

Il caso Giallo al Villaggio degli Sposi. Lunedì mattina 9 maggio i residenti hanno trovato numerosi cartelli che annunciavano lo stop al cantiere del Parco Ovest.

Ignoti hanno appeso comunicazioni che, a un primo sguardo, apparivano come veritiere, visto che riportavano il logo e i contatti dell’impresa proprietaria dell’area. Il documento annunciava la rinuncia ai permessi edificatori in favore di una riforestazione urbana e per tutta la giornata nel quartiere non si è parlato d’altro.

Ferretticasa Spa , dopo qualche ora, ha comunicato che i cartelli legati nella notte agli alberi e alla recinzione dell’area relativa al Parco Ovest 2 sono stati apposti illegalmente. E che le dichiarazioni contenute risultano non veritiere e falsamente riferite alla società. «Visto il grave episodio, non possiamo soprassedere e in queste ore si sta già lavorando per identificare gli autori del gesto, che hanno utilizzato senza alcun permesso loghi e contatti aziendali per mettere in scena la loro opera. Valuteremo come procedere– si spiega in una nota dell’azienda - . La famiglia Ferretti è amareggiata per l’ennesimo attacco contro un progetto che è stato modificato grazie ad un lungo lavoro di squadra, proprio per andare incontro alle richieste dei cittadini e in accordo con l’amministrazione comunale di Bergamo. Riteniamo che, come dimostrato nell’iter portato avanti nei mesi scorsi, siano altre le sedi dove discutere e confrontarsi in maniera costruttiva e rispettosa».

«Quanto avvenuto la notte scorsa non rappresenta certo il modo corretto, né tantomeno rispecchia il modus operandi della nostra azienda, che ha sempre avuto a cuore la nostra città. Nel caso della nuova edificazione prevista al Villaggio degli Sposi, confermiamo la volontà di procedere con la migliore soluzione individuata e posta all’attenzione della pubblica amministrazione, volta a tutelare ciò che ci sta più a cuore, ovvero progetti verdi ed ecosostenibili. Tenuto conto di quanto accaduto, ci troviamo costretti, nostro malgrado, a tutelare la nostra immagine e il nostro buon nome, a seguito del grave episodio accaduto ad opera di soggetti ad oggi sconosciuti che, fuggendo da ogni responsabilità ed ad un civile confronto, operano con mezzi fraudolenti».

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