Nuova ondata Covid, il virus corre tra i bambini

L’andamento dei contagi La diffusione tra i 6-10 anni è del 60% più alta rispetto agli adulti maggiorenni. È la fascia più colpita: tra il 14 e il 20 marzo incidenza a quota a 797 casi settimanali, 6 mesi fa era sotto i 50.

Sotto la lente, settimana dopo settimana, c’è sempre quella fascia d’età. I bambini tra i 6 e i 10 anni si confermano i più colpiti dal virus, anche in questa «ondina» che ora sembra però attenuarsi. Guardando tuttavia ancora all’ultimo miglio della crescita, è proprio lì che si individua il serbatoio maggiore: nella settimana tra il 14 e il 20 marzo, l’ultima analizzata dal consueto monitoraggio della Regione (da oggi si elaboreranno i dati relativi al periodo 21-27 marzo), emerge infatti che l’incidenza del contagio nei bimbi tra i 6 e i 10 anni s’è attestata a 797 nuovi casi settimanali ogni 100mila persone di quell’età. È la fascia più colpita.

La diffusione del virus tra i 6-10 anni è del 60% più alta rispetto agli adulti maggiorenni. I dati sono computati su scala regionale, ma è stato recentemente confermato che anche in provincia di Bergamo è la fascia dei 6-10 anni quella dove si riscontra il maggior numero di nuovi positivi

I dati del contagio

Più nel dettaglio, sempre tra il 14 e il 20 marzo l’incidenza del contagio – cioè l’indicatore che esprime in numeri la circolazione virale – è stata di 456 casi ogni 100mila bimbi tra gli 0 e i 2 anni, di 528 casi ogni 100mila bimbi tra i 3 e i 5 anni, appunto di 797 casi ogni 100mila bimbi tra i 6 e i 10 anni, di 730 casi ogni 100mila adolescenti tra gli 11 e i 13 anni e di 454 casi ogni 100mila ragazzi tra i 14 e i 18 anni. La diversa «distribuzione» del contagio è evidente, ancor di più se si mette a confronto esclusivamente la fascia dei 6-10 anni – gli studenti delle elementari, per intendersi – con la popolazione adulta: nella stessa settimana, infatti, il valore «globale» dell’incidenza lombarda (cioè calcolata sui cittadini di ogni età) è stata di 519 nuovi casi ogni 100mila abitanti, ben più bassa, mentre se si restringe il campo ai soli maggiorenni l’incidenza scende ancora fino ad attestarsi a 499 nuovi casi ogni 100mila abitanti. In altri termini: la diffusione del virus tra i 6-10 anni è del 60% più alta rispetto agli adulti maggiorenni. I dati sono computati su scala regionale, ma è stato recentemente confermato che anche in provincia di Bergamo è la fascia dei 6-10 anni quella dove si riscontra il maggior numero di nuovi positivi.

L’analisi dall’inizio dell’anno

Non certo una novità. Rielaborando lo «storico» dei contagi registrati dalla Regione per le diverse classi d’età, in otto delle ultime dieci settimane – dal 10 gennaio al 20 marzo, in pratica dal ritorno a scuola post Natale – la fascia anagrafica con l’incidenza più alta è stata proprio quella dei 6-10 anni. Omicron, è evidente, ha attecchito soprattutto sui bambini. La recrudescenza delle ultime settimane, trainata da Omicron 2, ha comunque fatto registrare valori ben più contenuti rispetto al picco della quarta ondata: tra il 10 e il 16 gennaio l’incidenza del contagio tra i 6 e i 10 anni era attorno a quota 3.900, la settimana successiva balzò addirittura oltre i 4.800 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti di quell’età. Sei mesi fa, a inizio anno scolastico, l’incidenza si manteneva sotto i 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti.

L’ultimo report della Regione sulle adesioni alla campagna in provincia di Bergamo, aggiornato alla sera del 21 marzo, rimarca infatti che tra i 5 e gli 11 anni ha ricevuto almeno una dose solo il 35,99% della platea, mentre in tutti gli scaglioni anagrafici successivi l’adesione oscilla tra l’88,76% (per i 30-39enni) e il 94,69% (70-79enni)

Vaccinazioni (quasi) ferme

D’altra parte, questo – al netto di chi non è vaccinabile perché al di sotto dei 5 anni d’età – è lo spicchio di popolazione meno vaccinato. L’ultimo report della Regione sulle adesioni alla campagna in provincia di Bergamo, aggiornato alla sera del 21 marzo, rimarca infatti che tra i 5 e gli 11 anni ha ricevuto almeno una dose solo il 35,99% della platea, mentre in tutti gli scaglioni anagrafici successivi l’adesione oscilla tra l’88,76% (per i 30-39enni) e il 94,69% (70-79enni). Su 73.943 piccoli bergamaschi tra i 5 e gli 11 anni, infatti, solo 26.612 sono stati vaccinati, mentre 47.331 non sono stati raggiunti dall’iniezione. Al 30 gennaio i bambini bergamaschi vaccinati erano invece 24.179: in 50 giorni, cioè da allora e sino al 21 marzo, se ne sono aggiunti appena 2.433, una cinquantina al giorno.

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