Nuova stretta su stazione e Malpensata. Ma sulla sicurezza a Bergamo sono ancora scintille

Palafrizzoni rafforza la presenza, Gandi: «Sei agenti per disperdere lo stazionamento di gruppi sfacciati». Le opposizioni all’attacco: «Misure insufficienti».

Nuova stretta su Malpensata e zona stazione. Ieri in Prefettura si è riunito il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Tra i punti all’ordine del giorno si è discusso della petizione di residenti e commercianti (circa 150) che - rivolgendosi anche al presidente della Repubblica - sono tornati a chiedere azioni più forti e incisive per restituire vivibilità ai quartieri esposti ai fenomeni di degrado e ai traffici sospetti. Un appello che ha innescato una scia di interventi delle opposizioni di Palafrizzoni, in particolare Lega e Forza Italia, tornate alla carica contro l’amministrazione Gori, tacciata di «immobilismo e buonismo».

L’assessore alla Sicurezza Sergio Gandi, presente al vertice in via Tasso, si dice un po’ spiazzato dalla raccolta firme, arrivata a stretto giro dall’incontro con un gruppo di cittadini della Malpensata. «Proprio in seguito a quel confronto de visu, col comando della polizia locale abbiamo modulato una nuova linea operativa, applicata da martedì scorso», annuncia il vicesindaco. In pratica l’unità di quartiere, affiancata dal Nisu, tutti i giorni sarà presente o nella zona della Malpensata o in piazzale Marconi e dintorni (secondo un calendario stabilito da via Coghetti). «I sei agenti in campo – precisa Gandi –non solo presidiano le vie ma hanno il preciso mandato di contrastare lo stazionamento di gruppi di persone, che spesso sfocia in atteggiamenti aggressivi, comportamenti incivili e reati, come spaccio, risse e rapine. Un’azione continuativa da cui scaturiscono verbali, denunce e arresti. Rafforziamo le forze in questi due ambiti, consapevoli della particolare situazione, chiedendo un sacrificio agli altri quartieri».

L’obiettivo è «disperdere quelle presenze sfacciate che fanno montare la rabbia di residenti e commercianti, che si sentono spodestati dal loro quartiere», sostiene Gandi. Con il Comitato della Prefettura si sta anche ragionando sul divieto di vendere alcolici (oltre allo stop al consumo di alcol già in vigore) nelle zone interessate. «Stiamo facendo una verifica attenta per non penalizzare anche il “commercio buono”», spiega il vicesindaco. Intanto, però, l’amministrazione Gori sul tema sicurezza è di nuovo finita nel mirino delle opposizioni.

Per i parlamentari della Lega Simona Pergreffi, Rebecca Frassini e Daniele Belotti , infatti, «spaccio e degrado nella zona della stazione e delle vie limitrofe, da via Novelli fino a via Paglia, sono ormai una vergogna per Bergamo. Con un aumento esponenziale di immigrati nella zona ormai diventata un ghetto in pieno centro». Sollecitano quindi «provvedimenti drastici come il divieto di vendita degli alcolici». Anche il deputato leghista Alberto Ribolla, che è anche consigliere comunale, parla «di soluzioni insufficienti finora messe in campo. La situazione peggiora anche grazie al buonismo nei confronti degli immigrati, da sempre vanto del centrosinistra». Anche la coordinatrice cittadina del lumbard, Serena Fassi, torna a chiedere di dispiegare «più agenti, dotandoli di taser». Intervengono anche i rappresentanti di Forza Italia (i parlamentari Alessandra Gallone e Gregorio Fontana e il capogruppo in Consiglio comunale Gianfranco Ceci), sollecitando più attenzione «per un’area che è il biglietto da visita per chi arriva a Bergamo. Serve un presidio costante e strutturale, un’illuminazione adeguata, regole certe e applicate. Al contrario da parte dell’amministrazione rileviamo tante promesse e interventi spot».

Per Gandi, invece, la ricerca di soluzioni deve coinvolgere tutti: «Il Comune fa il suo pezzo, con le risorse che ha a disposizione: con 150 agenti di polizia locale non possiamo ribaltare da soli la stazione». E in particolare ai parlamentari ribatte: «Facciano il loro mestiere a Roma, per riempire quel vuoto normativo assoluto in cui si muovono i Comuni. E visto che sono al governo, si uniscano al sindaco Gori, nel chiedere al ministro dell’Interno un piano nazionale sull’immigrazione e sull’integrazione, che non scarichi la gestione dei migranti sui territori».

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