Oltre 200 alberi caduti a Bergamo. «Ci vorranno settimane per ripulire tutto»

IL POST NUBIFRAGIO. Venerdì riaprono quattro parchi e nuove verifiche al Suardi. Ruzzini: «Altre due piante di pregio da controllare». Procedono i lavori in città.

Poco alla volta la città si riappropria di parchi e spazi verdi. Continua il lavoro incessante di mappatura, sistemazione e pulizia nei giardini e nelle aree pubbliche chiuse dopo il violento nubifragio che si è abbattuto sulla città lo scorso 7 luglio.

Ancora 4 i parchi inaccessibili

Sono ancora 4 - secondo l’ultimo bollettino fornito dal Comune aggiornato giovedì - i parchi inaccessibili e sottoposti a interventi di messa in sicurezza sul totale dei 62 parchi comunali.

Osservato speciale: il parco Suardi

L’osservato speciale tra quelli ancora chiusi resta il Parco Suardi, specialmente a seguito del crollo avvenuto domenica 13 luglio di una quercia di 26 metri che ha sfiorato alcuni passanti nel parco, per fortuna illesi, e che ha provocato un effetto domino su diverse piante circostanti. La maggior parte è stata messa in sicurezza, ma rimangono altri due alberi, segnalati dai Vigili del fuoco per un’inclinazione «sospetta», sui quali venerdì è previsto un ulteriore intervento di verifica.

«Sono due piante di grandi dimensioni e di particolare pregio, per le quali abbiamo richiesto un esame da parte di alcuni agronomi specialisti di Varese - spiega l’assessore all’Ambiente, Oriana Ruzzini -. Se dall’indagine sarà avvalorata la preoccupazione espressa in questi giorni dai Vigili del fuoco rispetto all’inclinazione delle piante, di cui come assessorato avevamo comunque già contezza e che abbiamo regolarmente monitorato con i controlli periodici negli scorsi mesi, saranno necessari altri giorni di chiusura del parco. Diversamente potremmo pensare di riaprire».

Gli altri parchi chiusi

All’appello, tra i parchi con ancora il lucchetto sui cancelli, ci sono il giardino Del Filatoio nel quartiere Finardi, il parco 8 Marzo di via Leopardi e il parco Pissarol in via Lolmo in centro, a cui si aggiunge il parco Marenzi, che non rientra nel conteggio dei parchi chiusi per via dei danni provocati dal temporale perché sotto cantiere (almeno fino al 28 luglio) per i lavori di realizzazione del pozzo.

I parchi che riaprono in queste ore

Ha riaperto invece giovedì il parco Gasparini nell’omonima via a Boccaleone, mentre venerdì verranno rimessi a disposizione della cittadinanza altri quattro parchi: il parco Mira di via Corridoni a Redona, il giardino di via Pizzo Redorta a Celadina, il Parco degli Scout in via Solari a Valtesse («Era quello messo peggio - specifica Ruzzini -, sono state danneggiate tante alberature»), e infine in Città Alta il parco La Crotta. Qui, a causa della tempesta, sono stati abbattuti due grandi olmi. «Erano totalmente sbrancati», commenta Ruzzini.

Perdita delle piante: ferita importante

Quella della perdita delle grandi piante a causa del maltempo «è una ferita importante», dice Ruzzini. Sono oltre 200 complessivamente le piante abbattute dal 7 luglio, tra quelle sradicate dalla forza del vento e della pioggia e quelle che è stato necessario eliminare perché pericolanti o in via precauzionale. «Non sono tutte di grandi dimensioni», precisa l’assessore; ma piccole o grandi che siano forse fa poca differenza, il computo parla sempre di 200 alberi in meno in città rispetto a dieci giorni fa. E sono ancora tanti quelli a terra e da portare via: almeno un paio sia sul Viale delle Mura in Città Alta sia al Parco Ovest (mentre è conclusa la rimozione di fusti e rami al Cimitero Monumentale), più diverse ramaglie accatastate in altri parchi, come al parco Caprotti, o all’interno dei giardini di pertinenza scolastica, ad esempio all’Istituto Belotti a Colognola (in molte scuole l’urgenza di interventi è legata allo svolgimento dei Cre).

Piante cadute: lavoro di settimane per rimuoverle

Un calcolo preciso di quante siano ancora i tronchi da rimuovere è difficile farlo, ma quello che è certo è che per terminare il lavoro servirà tempo. «Ci vorranno settimane», puntualizza Ruzzini. Nel frattempo in assessorato si sta ragionando anche sulle enormi quantità di legno tagliate in questi giorni e da smaltire. «Stiamo immaginando che il legno degli alberi caduti o tagliati possa trasformarsi in alcune aree in corridoi ecologici per la microfauna o in arredi naturali come sedute. Vogliamo riconsiderare il materiale come un’opportunità - conclude Ruzzini - in un’ottica di circolarità delle risorse naturali».

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