Pandemia e tumori, due anni in trincea: «Ma le cure non sono mai state interrotte»

Venerdì L’incontro organizzato dal Dipo per fare il punto sull’oncologia bergamasca. Tondini: «Nonostante la flessione nello screening, la presa in carico del paziente sempre garantita».

Il Covid e i tumori. L’emergenza che da due anni e mezzo segna la quotidianità e la patologia che – pandemia o meno – condiziona le vite di tantissimi. Come ha reagito la «rete oncologica» in questi anni di emergenza? E qual è, più in generale, lo stato di salute dell’oncologia bergamasca? «Le difficoltà ci sono state, ma in questi anni non ci siamo mai fermati nelle cure. C’è stata una flessione degli screening, e per questo c’è il timore che qualche caso sia stato intercettato tardivamente, ma la presa del carico del paziente è sempre stata garantita». Carlo Tondini, direttore dell’Unità di Oncologia dell’Asst «Papa Giovanni», traccia così una prima sintesi. L’importanza del tema è ribadita dal convegno organizzato nella mattinata di venerdì – nella Sala Lombardia dell’Ats di Bergamo, in via Galliccioli, dalle 8,30 alle 13 – dal Dipo, il Dipartimento interaziendale provinciale oncologico (coordinato dallo stesso Tondini), la realtà che mette in rete tutti i soggetti che in terra orobica si occupano di patologia tumorale. La conferenza annuale 2022 del Dipo, si legge nella presentazione, «si pone come obiettivo quello di cercare di analizzare che cosa è successo alle nostre attività in ambito oncologico durante il difficile momento che tutto il Paese, ma soprattutto il nostro territorio, ha attraversato durante i due anni dell’ondata pandemica che ci ha colpito». Fondamentale sarà anche l’analisi dei dati su scala provinciale; al convegno interverranno specialisti e dirigenti delle Asst bergamasche, dell’Ats, delle realtà del privato accreditato, rappresentanti dell’Ordine dei medici e del volontariato.

Intervento dopo intervento, la conferenza metterà al centro la ricerca e l’esperienza quotidiana. «Daremo dei segnali di relativa tranquillizzazione al cittadino – spiega Tondini -, perché è questo che emerge dall’analisi dei dati». Ciò che si evince dalle prime indicazioni sull’incidenza epidemiologica dei tumori è che «si conferma una tendenza consolidata: Bergamo è complessivamente in linea con la media nazionale – prosegue Tondini -. Ci sono però alcuni specifici tumori in cui i dati sono leggermente sopra la media nazionale, già da prima del Covid: si tratta dei tumori a fegato, stomaco, pancreas. Il lavoro di ricerca e analisi è anche legato all’individuazione dei fattori che contribuiscono ad avere dati sopra la media». A chiudere la mattinata sarà il forum su «La collaborazione ospedale-territorio: quali prospettive?». Al tavolo si confronteranno Laura Mantegazza (direzione Ats Bergamo), Cristina Caldara (direzione Asst «Papa Giovanni»), Francesco Locati (direttore generale Asst Bergamo Est), Flavia Simonetta Pirola (direttore sanitario Asst Bergamo Ovest), Silvia Bignamini (direttore sanitario Clinica San Francesco), Paola Pedrini (segretaria Ordine dei medici di Bergamo), Lucia De Ponti (in rappresentanza del volontariato oncologico bergamasco), Simeone Liguori (Dipartimento provinciale cure palliative) e Anna Falanga (Dipartimento di medicina trasfusionale ed Ematologia, Asst «Papa Giovanni»). «Oltre a fare il punto sulla situazione oncologica da un punto di vista epidemiologico e organizzativo – conclude Tondini -, ci focalizzeremo anche sulle sfide poste dalla recente riforma sanitaria, in particolare quelle che si possono proporre nell’ambito della gestione del paziente oncologico, e riflettendo sul rapporto tra strutture ospedaliere, medicina del territorio e volontariato».

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