Patronato, una festa speciale: inaugurato il nuovo laboratorio

L’EVENTO. Da 5 a 10 le postazioni per assemblaggio. «Venite a conoscerci». Don Davide Rota: «Una storia di accoglienza che continua, ed è bellissima».

Si è aperta con un evento speciale la tradizionale Festa del Patronato, l’iniziativa che ogni anno apre le porte del Patronato San Vincenzo ad allievi, ex allievi e a tutta la comunità bergamasca. Venerdì sera, 22 settembre, è stato inaugurato il nuovo laboratorio di assemblaggio della cooperativa sociale Il Mosaico, nata nel 1990 per iniziativa di don Fausto Resmini. Profonda gratitudine è stata espressa a don Fausto e a tutta la Fondazione a lui intitolata, da don Davide Rota, superiore del Patronato, al momento del taglio del nastro. «Per don Fausto – commenta Oliveto Salvatore, storico collaboratore di don Resmini – il tema del lavoro è sempre stato centrale per offrire opportunità di riscatto ai ragazzi e adulti fragili ospitati a Sorisole». «Il laboratorio è un’opportunità per il territorio e per le persone, a completamento di quello che il Patronato offre oltre all’accoglienza», sottolinea il presidente della cooperativa Luca Ronzoni.

La struttura presentata venerdì, grazie alla riorganizzazione degli spazi del Patronato, rappresenta un ampliamento di un piccolo laboratorio attivo da circa un anno. «Le postazioni sono state incrementate da 5 a 10, ma il nostro obiettivo è di arrivare a 16. Qui le persone lavorano da lunedì a venerdì, qualcuno per 8 ore, altri part time» spiega Andrea Maj, responsabile del laboratorio. Il lavoro che viene eseguito è di assemblaggio di componenti non meccanici, operazioni semplici, ma importanti per chi ha deciso di rimettersi in gioco partendo dal lavoro o si sta sperimentando in un contesto che richiede ordine, rispetto degli orari, precisione. Le persone che frequentano il laboratorio sono adulti ospiti del Patronato o con disabilità; detenuti a cui sono state riconosciute pene alternative; giovani studenti della Afp del Patronato inseriti in percorsi di alternanza scuola/lavoro; ragazzi maggiorenni che sono stati accolti a Sorisole quando erano minori non accompagnati.

«Le commesse – continua Maj – arrivano da aziende della bergamasca, come la Pneumax di Lurano, o da altre cooperative con cui siamo in rete. Se qualche imprenditore volesse venire a conoscerci, siamo disponibili a mostrare come lavoriamo». All’inaugurazione del laboratorio è seguito l’incontro con Andrea Torre, direttore dal 2003 del Centro Studi Migrazioni nel Mediterraneo e condirettore di «Mondi Migranti», rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali. «Il Patronato ha alle spalle una lunga storia di accoglienza – ha detto don Davide Rota, introducendo l’intervento –. Dal 1980 grazie a don Berto Nicoli, che era ritornato in Italia, è un centro di riferimento per i migranti. Però nei suoi primi 50 anni di vita, dal 1927 al 1975, accoglieva bambini che non erano orfani; la maggior parte di loro aveva genitori che erano emigrati. In 100 anni, quindi, il Patronato ha vissuto l’emigrazione dei bergamaschi, poi quella di giovani stranieri che arrivano da lontano. È una storia di accoglienza che continua e vi assicuro che è una storia bellissima».

La festa continua oggi, sabato 23 settembre, alle 16 con laboratori per famiglie; alle 17 la lettura teatrale su don Bepo Vavassori «Ho promesso una casa a ciascuno», con Alberto Salvi e Luigi Suardi, cui seguirà la Messa e dalle 19 la cena. Domenica alle 9,30 verrà presentato da don Arturo Bellini il restauro del dipinto di Antonio Massari «Paternità di Don Vavassori»; alle 11 la celebrazione della Messa con la presenza degli ex allievi del Patronato, a seguire il pranzo.

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