Patronato San Vincenzo, riapre la Casa centrale: «Una storia che continua» - Foto

L’INAUGURAZIONE. L’accoglienza di chi ha bisogno negli spazi rinnovati del Patronato San Vincenzo. L’opera di don Bepo pronta a celebrare i 100 anni di vita.

Dopo quattordici mesi di lavori, nella mattinata di sabato 20 dicembre è stata inaugurata la casa centrale del Patronato San Vincenzo di Bergamo , al termine di un profondo intervento di ristrutturazione che restituisce alla città il suo luogo simbolo dell’accoglienza. Tornano così a disposizione degli «ultimi» 46 stanze doppie che, a partire da febbraio, ospiteranno nuovamente le persone accolte dal Patronato, oggi temporaneamente sistemate nel villaggio di 20 container – otto posti ciascuno – allestito durante i cantieri.

Nel 2027 il centenario

Un passaggio importante nella storia di un’opera che nel 2027 celebrerà i cento anni dalla fondazione, nata dall’intuizione di don Bepo Vavassori. I lavori hanno riguardato non solo gli spazi abitativi, ma anche la realizzazione di una nuova cucina centralizzata, destinata a diventare il cuore della preparazione dei pasti per tutte le sedi del Patronato. Una struttura che permetterà di superare ampiamente gli attuali 700 pasti giornalieri offerti gratuitamente, arrivando fino a mille. Proprio oggi è stata lanciata una raccolta fondi, aperta per i prossimi sei mesi, per completare l’arredo della cucina.

«Questa è una storia che continua e che supera le previsioni e le immaginazioni; non è magia, ma il frutto di una grazia accolta, di una fede che diventa fiducia e speranza concreta» ha ricordato il Vescovo di Bergamo

Nel suo intervento il Vescovo, monsignor Francesco Beschi, ha sintetizzato il senso profondo di quanto inaugurato parlando di «miracolo»: «Questa è una storia che continua e che supera le previsioni e le immaginazioni; non è magia, ma il frutto di una grazia accolta, di una fede che diventa fiducia e speranza concreta». E ha aggiunto: «Non bastano le risorse economiche perché avvenga un miracolo: servono relazioni, dignità, lo sguardo che riconosce l’altro e genera gioia, un pane che nutre tutta l’umanità».

«Luogo che accoglie senza chiedere»

La sindaca Elena Carnevali ha sottolineato il valore civico del Patronato: «Questo è un luogo dove ci si può sentire a casa, un segno fondamentale per la comunità, capace di accogliere senza chiedere da dove vieni e di accompagnare le persone a crescere e a realizzare il proprio progetto di vita». Un’esperienza definita un unicum per la città, perché non si limita a offrire un tetto, ma costruisce percorsi di uscita dalla povertà.

Sulla stessa linea il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi, che ha ricordato come la casa centrale sia «molto più di una struttura: è un punto di riferimento per l’intero territorio, un modello di accoglienza che non risponde solo ai bisogni primari, ma accompagna le persone nella ripartenza, contribuendo al benessere e alla speranza della comunità».

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