Pedrengo, la mamma non risponde al gip. «Pericolo di reiterazione del reato», resta piantonata in ospedale

IL DRAMMA. La donna accusata di aver ucciso i suoi due bambini si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Resta nella camera di sicurezza del «Papa Giovanni», respinta la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla difesa.

Una visita lampo quella del giudice per le indagini preliminari Federica Gaudino accompagnata dal pm Maria Esposito titolare del caso all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo dove Monia Bortolotti è ricoverata e guardata a vista da lunedì 6 settembre dopo che in carcere ha minacciato gesti autolesionistici. La 27enne, assistita dall’avvocato Luca Bosisio, si è avvalsa della facoltà di non rispondere e quindi il gip ha lasciato l’ospedale pochi minuti dopo il suo arrivo. Il giudice ha respinto le richieste della difesa della donna, che aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare e gli arresti domiciliari. Per il gip sussiste il pericolo di reiterazione del reato.

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La donna di Pedrengo si è sempre difesa, parlando di eventi accidentali all’origine della morte dei suoi due figli e facendo riferimento al suo burrascoso legame con la madre adottiva. Secondo gli inquirenti il movente dei due infanticidi, contenuto nella corposa ordinanza di 200 pagine che ha portato all’arresto, sarebbe da ricondurre «all’incapacità della madre di reggere alla frustrazione del pianto prolungato dei bambini». Non una patologia psichica, secondo l’accusa, ma un sentirsi inadeguata nella gestione dei figli, aspetto che – è emerso – era noto a tutta la famiglia.

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