
Cronaca / Bergamo Città
Sabato 12 Luglio 2025
Reati ambientali in calo: «Ma preoccupa il ciclo illegale del cemento»
RAPPORTO ECOMAFIA . In Bergamasca 87 segnalazioni. Nel 2023 erano state 144. Meno denunce e sequestri. «Edilizia, vigilare sulle opere di Milano Cortina e Pnrr».
Smaltimenti illeciti di rifiuti, abusi edilizi, incendi boschivi, violenze sugli animali. È una costellazione ampia e composita, quella della criminalità ambientale, e con numeri sempre consistenti, benché a Bergamo la traiettoria sia in discesa.
I numeri a Bergamo
Nel 2024 in tutta la provincia sono stati segnalati 87 reati (contro i 144 del 2023), più di uno a settimana, con un totale di 72 persone denunciate (107 nel 2023) e 30 sequestri (44 nel 2023). A mettere in fila le cifre di tutto il Paese, sulla base dell’attività delle forze dell’ordine, è la nuova edizione del dossier «Ecomafia» di Legambiente, pubblicazione ormai tradizionale che tiene accesa la luce sulle illegalità contro flora e fauna.
Il dettaglio orobico racconta di un fenomeno articolato: gli illeciti nel ciclo dei rifiuti – smaltimenti irregolari, discariche abusive, combustione di rifiuti sono le situazioni più comuni – costituiscono la parte più consistente, con 39 reati segnalati, 42 persone denunciate e 8 sequestri nel 2024. Ci sono poi gli illeciti che hanno come vittime gli animali, dalla violenza al bracconaggio, con 26 reati segnalati, 17 persone denunciate e 18 sequestri (ad esempio attrezzature vietate).
Gli abusi edilizi
Il ciclo del cemento, e dunque gli abusi edilizi in primis, ha racchiuso 9 reati nel 2024, con 11 persone denunciate e 2 aree sequestrate, mentre gli incendi boschivi hanno portato a identificare 13 reati ma solo 2 persone denunciate, oltre a 2 aree sotto sequestro.
Il totale lombardo – più pesante rispetto alla somma delle singole province, perché in questa voce convergono anche i dati regionali dei comandi Carabinieri per la tutela dell’ambiente, del Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale e del Comando Carabinieri per la tutela del lavoro – ha messo in fila lo scorso anno 2.324 reati, più di 6 al giorno, e 2.273 persone denunciate (di cui 8 arrestate, le altre indagate a piede libero), con 427 sequestri. Per numero di reati, Bergamo è stata la settima provincia lombarda. Legambiente ribadisce che «la Lombardia si conferma come una delle regioni dove si consumano le attività illegali con il maggior impatto sul territorio, nelle comunità e negli ecosistemi».
«La fotografia che Ecomafie 2025 dà della Lombardia – interviene Barbara Meggetto, presidente regionale dell’associazione – deve suonare come un forte campanello di allarme». Lo sguardo si allarga sino a posarsi sulla criminalità organizzata e sull’interesse dei clan per una specifica sfaccettatura dei reati ambientali: «I massicci investimenti pubblici per la realizzazione di opere pubbliche, grazie ai fondi del Pnrr e in vista delle Olimpiadi Milano Cortina – prosegue Meggetto -, preoccupano soprattutto nel ciclo illegale del cemento, ma è in generale tutta l’attività di vigilanza e controllo a dover essere potenziata. Il nostro appello è anche ai cittadini, affinché vigilino sui loro territori rinforzando il loro senso di appartenenza e il rispetto per la natura».
È un appello raccolto dalle istituzioni
«Si conferma un dato allarmante: in Italia la criminalità ambientale e la corruzione legata al ciclo dei rifiuti, agli appalti e al consumo di suolo continuano a diffondersi», rileva Paola Pollini, presidente della Commissione speciale Antimafia del Consiglio regionale lombardo. Se da un lato «è encomiabile l’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura», prosegue Pollini, al tempo stesso «non possiamo continuare a delegare tutto alla sola azione investigativa e giudiziaria: la politica deve fare molto di più. Continueremo a monitorare, proporre audizioni e iniziative concrete per contrastare la penetrazione dell’ecomafia anche in Lombardia. Ogni reato ambientale, dietro la sua apparente dimensione tecnica, nasconde interessi criminali che si nutrono di complicità, omissioni e corruzione. E questo non possiamo più permettercelo».
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