«Reati di strada», tornano a crescere dopo la pausa Covid

I DATI. Dopo i picchi negativo (2013) e positivo (2020), rapine, scippi e violenze mostrano segnali preoccupanti.

La traiettoria indica un calo complessivo nel corso dell’ultimo decennio, anche al netto della variabile-Covid, ma in filigrana si scorgono i segnali dell’aumento della violenza. La «contabilità» dei reati in provincia di Bergamo, secondo la banca dati dell’Istat 2006-2022 (in cui sono messe in fila le denunce raccolte dalle forze dell’ordine, con conseguente apertura di un procedimento penale), consegna elementi capaci di legarsi alla cronaca più attuale, in attesa di numeri più freschi.

Se è vero che i reati diminuiscono nel medio periodo, quelli più violenti suggeriscono una controtendenza: diminuiscono di meno, e in alcuni specifici casi anzi aumentano. È successo nel post-Covid in particolare con i reati più «di strada», dai furti con strappo (+17,4%) alle rapine sulla pubblica via (+29,2%).

L’andamento dei reati

La chiave di lettura dei dati dell’Istat è doppia e parte dal volume complessivo delle denunce, con un trend in saliscendi. Negli ultimi 17 anni per cui sono disponibili valori consolidati, nell’intera provincia di Bergamo si passa dai 41.660 reati denunciati del 2006 ai 35.247 del 2022 (-15,4%). Il picco si era però raggiunto nel 2013, l’unico momento in cui la Bergamasca ha sfondato quota 50mila denunce in un anno (50.131, per la precisione: oltre 137 al giorno, nel 2022 si è scesi a circa 96 al giorno): e dunque, scollinando poi verso il 2022, negli ultimi dieci anni rendicontati il calo totale dei reati è stato addirittura del 29,7%. Già il 2022 ha in realtà visto terminare l’effetto-Covid che aveva giocoforza portato le denunce al ribasso, con un sostanziale riallineamento sui valori del 2019 (quando le denunce erano state 36.830). La specifica, naturalmente, è che i dati dell’Istat si riferiscono ai soli reati denunciati: resta poi una costante «cifra oscura», a Bergamo come ovunque, legata a quei fatti criminali che sono sì avvenuti, ma che non sono stati denunciati dalle vittime, vuoi per l’esiguità della «perdita» o per una certa sfiducia nella possibilità di rintracciare i colpevoli.

I reati più violenti

Se si restringe il campo al confronto tra il 2013 e il 2022, cioè all’ultimo decennio e allo stesso tempo in coincidenza col picco storico di denunce (appunto nel 2013), emerge una sorta di nuovo profilo dei reati. Le casistiche della «violenza quotidiana», spesso domestica, non diminuiscono, o diminuiscono solo di poco: le denunce per percosse passano da 386 a 403 (+4,4%), le denunce per lesioni dolose scendono solo da 1.150 a 1.089 (-5,3%, mentre il calo complessivo dei reati è stato, come detto, del 29,7%); le violenze sessuali vedono addirittura un incremento del 20% (da 85 a 102), le estorsioni – anche per via dell’incremento delle estorsioni legate alla sfera sessuale e al web – passano da 121 a 237 (+95,9%).

Nell’ampia mole di dati dell’Istat si coglie anche il cambiamento della criminalità più sentita sulla pelle dei cittadini. I furti – sempre tra 2013 e 2022 – crollano da 27.322 a 13.424 all’anno, in contrazione del 50,9% (più che dimezzati); mentre frenano sensibilmente quelli in appartamento (-57%), i furti con strappo calano invece «solo» del 29,9% e quelli con destrezza «solo» del 25,1%. Da un’altra prospettiva: fatto 100 il totale dei furti, il «peso» dei furti con strappo passa dallo 0,8% del 2013 all’1,2% del 2022, quello dei furti con destrezza dal 5,3% all’8,2%. La tendenza si legge in maniera analoga anche per le rapine. Che appunto complessivamente si fanno più desuete, in discesa dalle 553 del 2013 alle 342 del 2022 (-38,2%), ma a differenti velocità: le «rapine nella pubblica via», in sostanza quelle in strada, sono calate «solo» del 21% (da 252 a 199); il loro peso sul totale delle rapine passa invece dal 45,6% del 2013 al 58,2% del 2022.

Prediletti i luoghi isolati

Addio ai colpi in banca o in posta, ormai rari gli assalti nelle abitazioni, la geografia delle rapine vive ora di marciapiedi e luoghi più o meno isolati dove puntare un’arma verso la vittima – facendo leva su violenza e paura – e guadagnare un bottino in realtà più esiguo. Con uno «zoom» ancora più stretto, e dunque confrontando solo il 2019 (l’ultimo anno di normalità pre-pandemica) e il 2022 (il primo anno di regolarità post-Covid), la nuova dinamica si fa ancor più nitida. I furti con strappo sono infatti aumentati in valore assoluto (132 nel 2019, poi 155 nel 2022), e così pure i furti con destrezza (da 1.090 a 1.095); il balzo è ancor più netto per le rapine nella pubblica via, che salgono dalle 154 del 2019 alle 199 del 2022.

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