Reddito di cittadinanza sospeso, per l’Assegno unico le famiglie con figli tra i 18 e i 21 anni dovranno rifare la domanda

LA NOVITÀ. Sono tra coloro che non beneficeranno più del Reddito di cittadinanza. La richiesta andrà fatta all’Inps. La preoccupazione dei sindacati: non sarà facile informare tutti.

Tra i sospesi del Reddito di cittadinanza che hanno ricevuto l’sms dell’Inps con cui si comunica che da agosto non beneficeranno più del sussidio (i sindacati stimano siano 168mila famiglie in tutta Italia e almeno 800 nella Bergamasca), chi ha figli tra i 18 e i 21 anni dovrà ripresentare la domanda per continuare a percepire l’Assegno unico. Un ulteriore elemento di disagio per numerose famiglie (difficile stabilire quante), che dovranno sobbarcarsi l’onere di un’apposita domanda all’Inps per riscuotere l’Assegno, non più erogato con la quota mensile del Reddito di cittadinanza.

Le raccomandazioni dei sindacati

Le famiglie che percepiscono attualmente il Reddito di cittadinanza e che hanno al loro interno minori, disabili, persone con più di 60 anni continueranno a ricevere il Reddito fino a dicembre 2023, e con esso la quota di Assegno unico. «La domanda di Assegno unico va inoltrata all’Inps da tutti quelli che erano titolari di Reddito di cittadinanza e lo perdono da agosto e hanno figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni – spiega la segretaria Ust Cisl Bergamo, Candida Sonzogni –. La stessa cosa dovrà essere fatta da coloro che perdono il Reddito nell’arco dell’anno o che lo perderanno da gennaio con la nuova domanda dell’Assegno di inclusione, che partirà da gennaio 2024».

«Le famiglie si attivino»

La misura che, invece, coinvolge le persone ritenute in grado di lavorare (con età tra i 18 e i 59 anni, senza minori o disabili a carico) è il Supporto per la formazione e il lavoro, che entrerà in vigore da settembre 2023. È prevista un’indennità di 350 euro a chi partecipa a corsi di formazione o politiche attive per il lavoro. «Come Cisl ci siamo espressi più volte – aggiunge Sonzogni –, evidenziando la preoccupazione per i nuclei familiari che rimarranno senza alcuna forma di contributo, perché secondo la nuova declinazione vengono tipizzate le famiglie che, a determinate condizioni, possono inoltrare la richiesta. È importante che le famiglie con figli non più minori o non disabili ma a carico, che hanno comunque diritto all’assegno unico, si attivino per fare la richiesta autonoma di Assegno unico».

Chi dovrà presentare domanda

Si stima che nella Bergamasca siano più di 115mila i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità di Assegno unico, dei quali oltre 3mila nel 2022 e quasi 2mila nei primi 5 mesi del 2023 mediante accredito sul Reddito di cittadinanza. Per il responsabile Welfare Cgil Bergamo, Orazio Amboni, «non sarà semplice informare tutti e gestire le code presso Caf, Patronati, Servizi sociali e Centri per l’impiego, insieme alla necessità di ripresentare la domanda di Assegno unico nel caso della cessazione del Reddito di cittadinanza, cui l’Assegno unico era collegato. Tutti dovranno comunque presentare una nuova domanda per Assegno di inclusione, Supporto formazione e Assegno unico».

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