Rigenerazione urbana, lo stadio dell’Atalanta in finale a un concorso internazionale

LA COMPETIZIONE. È nella «short list» per «The Plan Award 2025». Il progetto potrà anche essere votato dai cittadini.

L’intervento rigenerativo sullo storico stadio di Bergamo firmato dallo studio «DE8 Architetti» è in finale, nella «short list» per aggiudicarsi «The Plan Award 2025», premio internazionale annuale di eccellenza in architettura, interior design e pianificazione urbana. Lo stadio di Bergamo se la giocherà con altri interventi di «Renovation», questa la categoria in cui il progetto dello studio di Mauro Piantelli è candidato.

E quindi con un’ex stazione Enel a Bologna, il vecchio Liangmao Village in Cina trasformato in spazio pubblico e altri esempi di rigenerazione urbana in giro per il mondo. Una giuria internazionale si esprimerà a settembre, ma il progetto potrà anche essere votato dai cittadini, «The Plan» ha infatti istituito un «Community wish list special prize».

Lo stadio come parte attiva del contesto

«Siamo felici che il nostro intervento per lo stadio dell’Atalanta, esposto fino a ottobre al MAXXI di Roma all’interno della mostra “Stadi. Architettura e Mito”, sia stato riconosciuto tra i progetti finalisti – afferma Mauro Piantelli -. L’intervento nasce dalla volontà di ripensare il ruolo dello stadio: non più oggetto isolato o pura infrastruttura tecnica, ma fatto urbano, parte attiva del contesto. Partendo dalla preesistenza, lo stadio costruito nel 1928, il progetto trasforma un confine in un margine, e il margine in un’opportunità: uno spazio aperto, poroso, accessibile, che restituisce valore alla città.

Un progetto che dimostra come l’architettura possa evolvere, senza dover sempre essere demolita. Grazie a chi ha condiviso con noi questa visione». Il premio si articola in 20 categorie, lo stadio si trova in «Renovation». Piantelli spiega il perché: «Avremmo potuto candidarlo nella categoria impianti sportivi, ma ci sembrava importante sottolineare la nostra visione candidandolo negli interventi di rigenerazione. Lo stadio dialoga con la città, con le sue preesistenze».

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