Sanatoria cartelle, il Comune di Bergamo dice no

In Commissione. Bocciato l’annullamento dei debiti fino a mille euro. Gandi: «Meglio la definizione agevolata». Le minoranze criticano la linea. Ribolla (Lega): «Opportuno agevolare il contribuente, se la norma lo prevede».

Lo stralcio dei debiti di basso importo e la rateizzazione delle cartelle esattoriali sono stati al centro della prima commissione di mercoledì sera. In attesa del parere definitivo che verrà dato in Consiglio comunale è stato intanto approvato (ma con la minoranza contraria) il diniego all’annullamento automatico (alla data del 31 marzo 2023) dei debiti fino a mille euro (comprensivo di capitale, interessi e sanzioni) risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.

Questa misura è collocata nella Legge di Bilancio 2023, nell’ambito della cosiddetta pace fiscale, ma la decisione di applicarla o meno spetta ai Comuni titolari della potestà regolamentare in tema di entrate, anche tributarie. Palazzo Frizzoni ha scelto per il no, ritenendo che lo stralcio parziale dei carichi non consentirebbe l’annullamento delle cartelle di pagamento. «Il nostro è stato un ragionamento più tecnico che politico - ha spiegato Sergio Gandi, vice sindaco ed assessore al Bilancio -. Dai calcoli degli uffici comunali lo stralcio parziale vale 400mila euro. Più un ulteriore milione e 200mila euro derivante dalle sanzioni del codice della strada. Ricordo che nella Legge di Bilancio è prevista un’altra misura, in parte sovrapposta allo stralcio, ovvero la definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022». Questa, nell’attribuire al debitore gli stessi benefici in termini di riduzione degli importi complessivi da saldare, richiede il pagamento della quota capitale, oltre che delle spese di notifica e di quelle eventualmente sostenute per le procedure esecutive: conseguentemente l’annullamento della cartella avverrà a fronte del pagamento del residuo importo dovuto, il quale può essere anche rateizzato in un massimo di 18 rate.

Le reazioni politiche

«Riteniamo non opportuno aderire allo stralcio parziale, avviando i cittadini nella direzione della definizione agevolata e della rateizzazione delle cartelle esattoriali, anche ai fini della salvaguardia di quegli importi quantificati dai nostri uffici», ha motivato Gandi. Il consigliere di maggioranza Ezio Deligios (Lista Gori) ha aggiunto che «il governo ha fatto una scelta politica, favorendo tutte quelle persone che non hanno adempiuto alle loro obbligazioni nei tempi consoni. 
Qualunque nostra azione ha un effetto sul bilancio dell’ente, anche toccare il fondo crediti di dubbia esigibilità: la conseguenza possono essere meno servizi per i cittadini». Per Francesca Riccardi (Pd) «demandare solo sulle spalle dei Comuni gli effetti della pace fiscale penalizza l’ente locale e non il cittadino creditore». Sonia Coter (5 Stelle) è stata l’unica della minoranza a votare a favore del diniego: «La ritengo una posizione equilibrata, anche perché propendere per un’azione attiva del contribuente non è vessatorio».

Contraria, invece, il resto dell’opposizione. «Ci pare opportuno agevolare il contribuente quando la norma lo prevede, evitando che il cittadino debba ricorrere alla definizione agevolata», ha evidenziato Alberto Ribolla (Lega). «Siamo disponibili ad interloquire in caso di difficoltà economiche del debitore, ma ricordo che queste risorse concorrono a determinare il risultato d’amministrazione in termini di bilancio», la risposta di Gandi.

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