Sanatoria sulle multe fino a mille euro. Gandi: «Contrari, scelta non condivisa»

Condono «mini-cartelle».Palazzo Frizzoni non vede di buon occhio la proposta del governo. «Propaganda sulle spalle dei comuni, mai interpellati. Premio a comportamenti non virtuosi».

Il condono delle vecchie «mini-cartelle», vale a dire i debiti con lo Stato al di sotto dei mille euro, potrebbe passare di competenza dei Comuni, che di fatto sono i creditori di quella montagna di soldi – 55 miliardi a livello nazionale –, che non si è ancora riusciti a riscuotere dai cittadini. Il condizionale è d’obbligo perché la discussione sulla legge di Bilancio, all’interno della quale rientra la misura, è ancora in corso in Parlamento e non sono esclusi ulteriori cambiamenti. Intanto però la proposta del Governo, che intende lasciare i sindaci liberi di scegliere se stralciare o meno le «mini-cartelle», non piace a Palazzo Frizzoni. «L’operazione di pulizia dei crediti – spiega Sergio Gandi, vicesindaco e assessore al Bilancio del Comune di Bergamo – dovrebbe essere periodica e, nel merito, questa misura non sarebbe una scelta drammatica. Quel che però non condivido è che si tratta di una decisione presa unilateralmente dal Governo, senza un confronto preventivo con l’Anci».

Il provvedimento riguarda soltanto il quinquennio 2011-2015, ma l’incidenza può essere elevata

A decidere per Bergamo, conti alla mano, sarebbe dunque il Consiglio comunale. Ma chi ha preso una multa di recente o non ha pagato una rata della Tari o dell’Imu negli ultimi sette anni non sarà comunque coinvolto nell’eventuale colpo di spugna. Qui si parla infatti di crediti molto più lontani nel tempo, che in tanti casi sono diventati di fatto non più esigibili. Dopo una prima tornata di stralci delle cartelle fino al 2010, la proposta dell’Esecutivo riguarda solo le cartelle relative al quinquennio 2011-2015. Per alcuni Comuni l’incidenza potrebbe essere elevata: molto dipende infatti dalla capacità di riscossione delle amministrazioni locali e dall’entità degli importi; per altri Comuni, come quello di Bergamo, il meccanismo di accantonamento in bilancio dei crediti non riscossi alleggerisce senz’altro la situazione.

Esiste infatti un fondo di riserva per compensare, nel bilancio comunale, i soldi che presumibilmente non si riusciranno a riscuotere durante l’anno. «Col tempo questo fondo si è ampliato – spiega Sergio Gandi –. Se a un certo punto si decidesse di cancellare una parte dei crediti, si dovrebbe ridurre il fondo in maniera corrispondente, senza particolari problemi. Il punto è sapere quanto un Comune ha accantonato, e non tutti potrebbero trovarsi in una posizione positiva come la nostra». L’operazione riguarderebbe perlopiù contravvenzioni al codice della strada, pari in media a 200 euro ognuna (calcolato a livello nazionale), o il mancato pagamento di tributi locali (Tari e Imu).

Ma non è tanto la questione in sé che fa storcere il naso al vicesindaco di Bergamo: «Parliamo di un’operazione che è già possibile fare dopo cinque anni – dice ancora Sergio Gandi –. Tuttavia, come amministrazione comunale, vorrei essere libero di decidere se farla o meno, senza avere una pressione indebita del Governo, tramite la legge di Bilancio, che appare più come una scelta di propaganda fatta sulle spalle dei Comuni».

Una questione politica, dunque, oltre che economica: «Semmai si dovesse decidere per lo stralcio – aggiunge Gandi – sono certo che la minoranza ci attaccherebbe, facendosi forte della parola del Governo. Detto questo, il mio orientamento personale non è favorevole: stiamo parlando di cittadini che non hanno pagato una multa o un tributo; non sono comportamenti virtuosi e non mi sembra giusto agevolarli».

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