Scuola, ancora scoperte mille cattedre

IL PUNTO. L’allarme della Cisl: mancano insegnanti, docenti di sostegno, personale Ata e dirigenti scolastici. Manzullo: un film già visto ad ogni inizio d’anno. Cubito (Cgil): arriveremo a quasi 3mila posti da coprire.

A poco più di un mese dalla prima campanella, che vedrà il ritorno a scuola degli studenti bergamaschi, si ripresenta l’annoso problema della carenza di personale. Nuovo anno, problemi vecchi tuonano le organizzazioni sindacali che sottolineano come il «problema cattedre» non sembri vicino alla soluzione. «Nonostante le immissioni in ruolo, infatti, anche per l’anno scolastico 2023/24 non verranno coperti tutti i posti vacanti e disponibili. Oltre un migliaio saranno le cattedre scoperte, tra sostegno e posto comune», fa sapere la Cisl.

Coperte 736 cattedre

In provincia di Bergamo, stando ai dati dell’Ufficio scolastico provinciale elaborati da Cisl Scuola, i posti disponibili dopo la mobilità erano 1.806, di cui 913 su sostegno e 893 sul posto comune, oltre a 211 accantonati per le immissioni in ruolo da concorso straordinario bis. Attualmente, considerando tutte le procedure (Graduatoria di merito concorso ordinario, call veloce, graduatorie ad esaurimento e Gps), sono stati occupati da docenti neo immessi in ruolo «solo» 736 posti.

«Quindi – dice Paola Manzullo, segretario generale di Cisl Scuola Bergamo -, togliendo i posti che in questi giorni sono stati coperti con le immissioni in ruolo, rimangono liberi 1.070 posti, ammesso che si riescano a coprire tutti i 211 posti del concorso straordinario. Per cui le nomine effettuate riguardano appena il 41% dei posti. Il 59% saranno coperti, quindi, da docenti precari». Non una novità, commentano dai sindacati, considerati i 200mila precari italiani. Il grande problema – sottolinea la Cisl –rimane il sostegno: dopo la mobilità i posti liberi rimasti sono 913. Ne sono stati coperti solo 273 con nomine da Gps sostegno, circa il 30%. Ai 640 posti rimasti liberi occorre aggiungere 846 posti in organico di fatto che l’Ufficio scolastico regionale ha assegnato in prima istanza. Ovviamente ce ne saranno sicuramente altri in seguito – continua Manzullo –, per cui 1.486 posti saranno attribuiti a docenti reclutati dalle graduatorie incrociate senza il titolo di specializzazione».

«È come un film già visto, che purtroppo torna a ripetersi ogni inizio anno scolastico, consegnandoci un’altra stagione con il precariato alle stelle» commenta Manzullo. «Questo problema non si risolverà se non si procede alle assunzioni da prima fascia Gps anche per i posti comuni, così come per il sostegno, e dalla seconda fascia con 3 anni di servizio. Da anni gridiamo a gran voce che con i soli concorsi non si riuscirà mai ad eliminare il precariato».

Personale Ata carente

Lo stesso dicasi per il personale Ata, indispensabile per il funzionamento delle scuole. Anche qui la Cisl ha fatto i conti: «Le assunzioni in ruolo riescono a coprire a stento il 35% dei posti vacanti, 204 su 560. Inoltre, ad aggravare ancor di più la situazione, 99 scuole su 139 resteranno ancora sprovviste della figura del Dsga (direttore dei servizi generali e amministrativi, ndr) titolare, e non ci saranno assunzioni, dato che non ci sono candidati da assumere. Mancano anche i dirigenti scolastici: in provincia di Bergamo risultano 17 sedi libere dopo la mobilità» conclude la segretaria della Cisl Scuola.

«Un ferragosto di lavoro»

Dalla Cgil la conferma di una situazione preoccupante. «Stiamo parlando di posti vacanti cui si devono aggiungere quelli sull’organico di fatto che portano a 2.800-3.000 posti da coprire nelle scuole di tutta la provincia, dalle primarie alle secondarie di secondo grado – sostiene Fabio Cubito, segretario della Cgil Scuola di Bergamo –. Una storia che si ripete tutti gli anni. E che riguarda sia i docenti sia il personale Ata. Quest’anno a fronte di 600 pensionamenti la scuola bergamasca avrà dai 2.500 ai 3mila posti vuoti da colmare. Il grosso dei problemi è nelle scuole primarie. E questo per via dei numeri chiusi ai corsi universitari di Scienze della formazione primaria, che non consentono di formare un numero di insegnanti corrispondente al reale fabbisogno».

Come uscirne? «Con più assunzioni e un accrescimento dell’organico nelle scuole, come chiediamo da tempo». Leggasi docenti e personale Ata. «Spesso in provincia non c’è un collaboratore scolastico per ogni plesso, in particolare negli istituti di montagna – continua Cubito –. Aspettiamo le istanze per la scelta delle sedi per coprire un terzo dei posti vacanti. Per le cattedre attendiamo le ultime operazioni per le assunzioni in ruolo, e poi le pubblicazioni delle assegnazioni delle supplenze. Sarà anche quest’anno un ferragosto di lavoro per arrivare all’apertura dell’anno scolastico con il maggior numero possibile di cattedre coperte, ma pare evidente che le regole vanno riviste».

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