Servizi sociali, richieste crescenti e uffici al collasso: l’allarme dei sindaci

Comuni. I due anni della pandemia hanno minato la situazione di molte famiglie nella Bergamasca. Nicoli (Romano): ci attende una «tempesta perfetta».

I bisogni sociali della popolazione sono in costante aumento, ormai quasi esponenziale. Mentre le risorse per farvi fronte a disposizione degli enti locali invece sono sempre meno. Così il rischio è che il sistema salti. Come siamo arrivati all’attuale situazione, ben descritta dai presidenti delle Assemblee dei sindaci, è presto detto. Durante gli ultimi due anni di pandemia, causa lockdown e chiusure più o meno prolungate delle attività, sono aumentati sia il numero di persone che hanno manifestato la necessità di aiuti sociali (i nuovi poveri per esempio), sia i tipi di problemi riscontrati (come la nascita di nuovi problemi legati alle relazioni).

Comuni e Ambiti hanno potuto far fronte a tutto questo grazie alle maggiori entrate di fondi pubblici arrivati proprio per contrastare l’emergenza, sanitaria ma non solo. Ora però i finanziamenti sono finiti e gli enti si ritrovano a dover continuare a far fronte a bisogni sociali maggiori rispetto al pre-pandemia, senza però più le maggiori entrate.

Famiglie, la spesa aumenta

E a questo si aggiungono i nuovi problemi degli ultimi mesi, come il caro-bollette e l’aumento del costo della spesa per le famiglie. «Che i servizi sociali siano al collasso credo che non sia una novità – dichiara Sebastian Nicoli, presidente dell’Ambito di Romano di Lombardia –. Stiamo andando incontro alla “tempesta perfetta”: risorse dei Comuni sempre più risicate; bisogni evidentemente in aumento a fronte anche dei rincari; finanziamenti “covid” assegnati, spesso, senza il corretto criterio (i parametri dell’urgenza non possono dirci di aver utilizzato questi fondi nel modo migliore); risorse ingenti vanno per il sostegno dell’assistenza scolastica (modalità secondo me incongrua, essendo una voce di spesa in crescita esponenziale e su cui, di fatto, i Comuni sono quelli che pagano le decisioni di altri); e retorica del “cancelliamo il RdC”.

Io non sono un fan del reddito di cittadinanza che, purtroppo, si presta anch’esso a generare forme distorte e mancata reale volontà di ricerche di soluzioni lavorative. Ciò che so però è che persone che facevano la fila fuori dai servizi sociali comunali per “mendicare” aiuti e sostegni sono in gran parte scomparsi. Credo che ce li troveremo abbondantemente fuori dalle porte dei nostri uffici con situazioni di gravi marginalità. Ma la vera verità è che avremo poco o nulla da offrire loro».

«Siamo tutti nella stessa situazione»

«Purtroppo la situazione è simile un po’ in tutta la provincia – spiega Angelo Merici, presidente dell’Ambito Valle Seriana –. Siamo tutti nella stessa situazione. Al momento raccogliamo difficoltà delle famiglie a sostenere gli affitti e le utenze, con significative morosità per le spese condominiali, aumento dei nuclei sottoposti a sfratto o senza alloggio; inoltre è un dato generale il forte aumento di disagio dei minorenni che richiede l’attivazione di servizi per la frequenza scolastica. L’attuale situazione è sicuramente legata all’onda lunga del Covid, a cui si sovrappone la questione della guerra Russia-Ucraina. Dovremo prepararci nel lungo ad avere degli strascichi».

«In aumento i giovani con problemi psicologici»

«Stanno aumentando in modo importante i giovani che manifestano problematiche psicologiche e comportamentali – sottolinea Laura Arizzi, presidente dell’Ambito Valle Brembana –, aumento che si riscontra anche negli adulti e che poi si riversa sull’intero nucleo familiare. Inoltre si nota un aumento delle persone con disabilità prese in carico. Sicuramente le famiglie si avvicinano sempre di più ai servizi, ma si riscontra pure un aumento oggettivo delle situazioni. E vista la situazione economica attuale, con costi in aumento per tutti, si teme che purtroppo aumenteranno fragilità di diverso tipo con conseguenze personali, che degli interi nuclei familiari che sociali».

«Sollecitare Regione e Stato»

La speranza è che ci sia un intervento degli enti superiori. «Il nostro ambito – spiega Gianbattista Brioschi, presidente dell’Ambito Valle Imagna e Villa d’Almè –, si sta impegnando per corrispondere ai bisogni che si vanno evidenziando. Vi è però anche l’aumento delle difficoltà finanziarie dei Comuni chiamati a sostenere un peso al limite della sostenibilità. Sono quindi da sollecitare i livelli superiori (Regione e Stato) per una assunzione di maggiore responsabilità (si pensi ad esempio agli oneri legati all’assistenza educativa scolare per i bambini e i ragazzi con disabilità). A fronte di tutto ciò serve passione e coraggio per affrontare una realtà che oggi non lascia intravedere, nell’immediato, segnali positivi. Ci sono però le energie del territorio che nei momenti di difficoltà (si pensi al Covid) hanno dato una risposta straordinaria. Ripartiamo da qui».

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