
Cronaca / Bergamo Città
Martedì 07 Ottobre 2025
Siro Ferrari, una vita per gli altri. A Bergamo addio al volontario degli ultimi
IL LUTTO. Aveva 86 anni. È stato direttore dell’Albergo Popolare e ha fondato tante associazioni. Don Acquaroli: «Per anni vicino all’opera di don Resmini».
Ha camminato accanto agli ultimi, perché in loro aveva scelto di vedere il senso profondo della sua esistenza. Con la scomparsa di Siro Ferrari, il 6 ottobre all’età di 86 anni, il mondo del sociale perde una delle sue voci più autentiche e generose: un punto di riferimento per chi crede nella dignità, nell’inclusione e nella giustizia.
Generosità e altruismo
È una storia di generosità e di altruismo, quella di Siro Ferrari, che affonda le radici negli anni Sessanta, tra le mura dell’oratorio dell’Immacolata, dove si dedicava ai più piccoli come catechista. Già allora emergeva la sua vocazione: esserci per gli altri, con discrezione e tenacia. A 25 anni iniziò il volontariato all’Opera Bonomelli, di cui fu uno dei fondatori. Un impegno che lo avrebbe accompagnato per decenni. Nel 1978 si trovò in prima linea nell’accoglienza dei pazienti dimessi dai manicomi, molti dei quali giunsero al dormitorio senza una meta. Fu un momento cruciale, che lo vide sempre in prima linea nel gestire un’emergenza sociale fino ad allora senza precedenti.
«Carismatico e disponibile»
Nel 1983 assunse l’incarico di coordinatore delle attività alla Bonomelli. E lì rimase fino al 1996, diventando nel frattempo anche direttore dell’Albergo Popolare. Quando poi andò in pensione, riprese la sua attività di volontario a tempo pino. In quegli anni Siro Ferrari fu anche tra i fondatori della Cooperativa della Comunità, impegnata in lavori agricoli nella zona della Madonna del Bosco e pensata per accogliere persone con fragilità psichiatriche. «Lo ricordo come una persona molto carismatica ed estremamente disponibile: qualsiasi bisogno sul territorio lo vedeva coinvolto e attento a trovare delle risposte», ha detto Giacomo Invernizzi, attuale direttore dell’Albergo Popolare. «È stato un ideatore, un pioniere che ha segnato la strada di tante realtà che hanno poi trovato la loro forma», aggiunge.
«È sempre stato legato a tutte le attività di don Fausto Resmini. Sempre molto attento e disponibile»
Nel frattempo, Siro Ferrari entrò a far parte anche dell’Istituto secolare «Cristo Re», fondato da Giuseppe Lazzati, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, portando anche lì il suo spirito di servizio. Dopo il 1996, lasciata l’Opera Bonomelli, affiancò don Fausto Resmini e contribuì alla nascita dell’associazione In Strada, continuando a portare pasti caldi alla stazione, ogni settimana, e offrendo colloqui ai detenuti del carcere di via Gleno, un impegno anche questo che lo vide protagonista per tanti anni. «L’ho incontrato proprio quando operava in carcere, ormai negli ultimi suoi periodi di attività - racconta don Dario Acquaroli, direttore della Comunità don Milani di Sorisole -. È sempre stato legato a tutte le attività di don Fausto. Sempre molto attento e disponibile».
Un segno indelebile
Fabio Defendi, coordinatore del Servizio Esodo, ha conosciuto Siro Ferrari nel 1999, «quando sono arrivato a Sorisole - ricorda -. È stata una delle figure che, insieme a don Fausto, mi ha gradualmente accompagnato a scoprire i servizi, dall’Opera Bonomelli al carcere alla stazione. Era un po’ il vecchio saggio di tutta la nostra realtà». Fu anche presidente del Sol.Co. Bergamo, rete di cooperative sociali, e volontario instancabile presso l’ufficio immigrati della Cisl. Sempre con lo stesso stile: sobrio, concreto, profondamente umano. Siro Ferrari non ha mai cercato riconoscimenti; ha scelto di esserci, ogni giorno, accanto a chi non aveva voce. E in quel cammino ha lasciato un segno indelebile.
Mercoledì i funerali
«Non l’ho mai incontrato personalmente, ma conosco la sua opera - dice don Roberto Trussardi, direttore della Caritas -. Si è prodigato tantissimo per gli ultimi e questo è molto bello». Di sé Siro Ferrari diceva: «Credo molto nella relazione fra le persone, penso che tutto passi poi da lì. Anche sulla strada, lì alla stazione, dove diamo i pasti caldi per queste persone che non sanno dove sbattere le ossa». Siro Ferrari lascia il fratello Giancarlo, i nipoti Massimo e Marcello e i pronipoti Matteo, Chiara ed Edoardo. La salma è composta nella casa del commiato di via San Bernardino. I funerali si svolgeranno mercoledì 8 ottobre alle 15 nella parrocchia di Sant’Alessandro in Colonna.
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